L'umidità atmosferica

Per umidità atmosferica s'intende la quantità di vapore acqueo contenuto nell'aria e che proviene dall'evaporazione dell'acqua dalla superficie terrestre per azione della radiazione solare e anche, in piccole quantità, dalla traspirazione delle piante.

Il vapore acqueo ha un ruolo importantissimo nell'atmosfera, perché, come vedremo in seguito, dalla sua condensazione si formano le nubi, la nebbia e hanno origine le precipitazioni. Il vapore acqueo contenuto nell'atmosfera può essere espresso come umidità assoluta e umidità relativa.

L'umidità assoluta indica i grammi di vapore acqueo contenuti in 1 metro cubo di aria.

L'umidità relativa (UR) rappresenta il rapporto percentuale tra la quantità effettiva di vapore acqueo presente nell'aria e la massima quantità che, alla medesima temperatura, sarebbe necessaria perché l'aria fosse satura di vapore acqueo. Infatti, per ogni valore di temperatura dell'aria, esiste una quantità massima di vapore acqueo che può essere contenuta allo stato aeriforme: superata questa quantità, il resto del vapore acqueo condensa in goccioline di acqua allo stato liquido o, se la temperatura è uguale o minore di 0 °C, sublima in piccoli cristalli di ghiaccio. Quando il vapore acqueo contenuto nell'aria comincia a condensare, si dice che l'aria è satura di vapore acqueo. Un valore di UR pari, per esempio, al 70% significa che l'aria contiene il 70% del vapore acqueo che, a una data temperatura, la renderebbe satura; un valore di UR pari al 100% indica, invece, che l'aria è satura e, se la temperatura si abbassa o se altro vapore si aggiunge, il vapore presente in eccesso condensa. Il valore dell'umidità relativa dipende dalla temperatura dell'aria: all'aumentare della temperatura, aumenta la quantità di vapore acqueo necessaria perché l'aria sia satura; viceversa, se la temperatura è bassa, una minor quantità di vapore acqueo sarà sufficiente per saturare l'aria.

Gli strumenti impiegati per la misura dell'umidità dell'aria si chiamano igrometri, di cui esistono diversi tipi: il più diffuso è l'igrometro a capello, il cui funzionamento sfrutta la proprietà dei capelli di allungarsi all'aumentare dell'umidità relativa dell'aria e di accorciarsi al diminuire della medesima. In un igrometro a capello, un fascio di capelli, tesi non tirati, è fissato a un'estremità, mentre l'altra estremità è fissata a un sistema di amplificazione che comanda un indice di riferimento su una scala graduata.