Le fasi di un'eruzione

Le eruzioni, cioè le emissioni di magma a intervalli di tempo più o meno regolari, sono la manifestazione più spettacolare dell'attività vulcanica.

Si dicono attivi i vulcani attualmente in eruzione, o che lo sono stati in tempi recenti. Sono vulcani quiescenti quelli che non eruttano da un tempo sufficientemente lungo, tanto da essere ritenuti innocui, ma che danno segni di attività attraverso emissioni gassose. Si dicono vulcani spenti quelli che, da diversi secoli, non danno segni di attività (anche limitata alle sole emissioni gassose), poiché la loro camera magmatica non è più stata alimentata. Tuttavia, non è sempre facile distinguere tra vulcani quiescenti e spenti, poiché si sono verificati casi di vulcani ritenuti spenti che hanno improvvisamente ripreso la loro attività, come, per esempio, il vulcano La Soufriere, sull'isola caraibica di Montserrat, rientrato in attività il 25 giugno 1997 dopo quasi quattro secoli. Un'eruzione vulcanica è preceduta da una fase di premonizione, durante la quale il vulcano "annuncia" la ripresa dell'attività mediante segni premonitori, quali terremoti di bassa intensità e variazioni di livello del suolo. L'eruzione vera e propria può essere di tipo effusivo o di tipo esplosivo, in base alla composizione chimica del magma, alla sua temperatura e alla quantità di gas in esso disciolti: tutti questi fattori influenzano la viscosità (l'attrito fra le diverse molecole di un liquido o di un gas) e dunque la mobilità del magma.

Si ha un'eruzione di tipo effusivo quando il magma, povero di silice, si presenta abbastanza fluido e può risalire facilmente nel condotto vulcanico verso la superficie; i gas in esso dispersi si separano gradualmente, favorendo una tranquilla eruzione di tipo effusivo; la lava trabocca dal cratere e scorre in colata sui pendii del vulcano, allontanandosi rapidamente.

Si ha un'eruzione di tipo esplosivo quando il magma, ricco di silice, è molto viscoso e risale con maggior difficoltà verso la superficie; i gas in esso contenuti si liberano violentemente, superando in modo esplosivo la resistenza del materiale sovrastante: i gas strappano dalla parte alta del condotto roccia sbriciolata e lava polverizzata in goccioline, che vengono poi lanciate in aria. Talvolta, il magma è tanto viscoso da non riuscire a traboccare dal cratere, ma si solidifica al suo interno, formando una sorta di "tappo" di materiale solido che, prima o poi, la pressione esercitata dai gas farà saltare.

Al termine della fase di più intensa attività eruttiva subentra una fase di emanazione, che consiste nella fuoriuscita dal cratere di vapori e gas caldi; a questa segue una fase di riposo o quiescenza, durante la quale si ha un'estinzione dell'attività, spesso solo apparente.