Genere sessuale e diseguaglianza

Introduzione

Tutte le società distinguono i propri membri in base al sesso e rispetto a questo si attendono comportamenti diversi e l'assunzione di differenti ruoli. In generale, ci si attende che gli uomini siano più competitivi, impazienti, aggressivi, critici e le donne più inclini alla cooperazione, accomodanti e premurose. Si presume anche che gli uomini si concentrino sui simboli esteriori del successo, mentre le donne si sentano gratificate dalla consapevolezza di aver fatto un buon lavoro. Per quanto nelle società dell'Occidente industrializzato questi stereotipi stiano iniziando a disintegrarsi, da essi si può facilmente dedurre quanto possa essere radicata la diseguaglianza sociale tra uomini e donne. In tutte le società conosciute, alle donne è negato un uguale accesso alle ricompense sociali rispetto agli uomini; talvolta ciò avviene sulla base di un'inferiorità di status considerata semplicemente evidente e naturale, e tramandata come tale a livello culturale. In realtà, certi comportamenti considerati tipicamente maschili o femminili non sono in relazione necessaria con il sesso biologico, bensì dipendono da precisi processi, studiati dalla psicologia dell'età evolutiva e dalla psicologia sociale (processi di imitazione, rinforzo e autosocializzazione), attraverso i quali i bambini imparano a presentarsi come "maschi" o "femmine". In tal modo integrano l'identità di genere (il sentirsi maschi o femmine, che può non coincidere col sesso biologico) con l'ideale di genere, cioè con le aspettative culturali che esistono riguardo ai comportamenti maschili e femminili. In tal modo i bambini arrivano a considerare i loro comportamenti come "naturali" per il semplice fatto di essere maschi o femmine.