Leadership e comunicazione

Introduzione

In qualsiasi gruppo, anche in quelli che vorrebbero evitarlo, emerge la figura del leader. Quanto più il gruppo aumenta di dimensioni tanto più tale figura assume importanza: i membri tendono a parlare meno tra loro e di più con il leader, il quale a sua volta tende a riferirsi al gruppo come a un'unità, piuttosto che a ciascuno dei membri. La comunicazione nel gruppo ha quindi il suo perno nel leader, il quale a sua volta gestisce la trasmissione delle informazioni. Il leader è tale in quanto più degli altri membri riesce a influenzare le decisioni del gruppo anche senza essere formalmente investito di una particolare autorità. Probabilmente la capacità di dirigere il gruppo è determinata da una serie di qualità, che vanno da un maggiore quoziente di intelligenza a una maggiore capacità di intrattenere relazioni sociali a una maggiore fiducia in se stesso, ciò che comporta una maggiore rapidità e sicurezza nell'assumere decisioni. Possono essere caratteristiche influenti anche qualità fisiche quali l'aspetto piacevole e una maggiore altezza rispetto alla media del gruppo.

In alcuni esperimenti ormai considerati classici e risalenti agli anni '50, Robert Bales e Philip Slater hanno cercato di comprendere i motivi per i quali certe persone vengono individuate come leader dai membri del gruppo. Gli sperimentatori formarono piccoli gruppi di studenti universitari di sesso maschile. In ogni sessione di lavoro ciascun gruppo era invitato, dopo averne discusso per 40 minuti, a prendere una decisione collettiva rispetto a un certo problema. Al termine dell'incontro veniva chiesto ai partecipanti di fare una graduatoria rispetto alle seguenti domande:

1. chi ha proposto le idee migliori?

2. chi ha cercato di guidare la discussione in modo costruttivo?

3. chi è più simpatico?

Dopo alcuni incontri venne posta la domanda conclusiva:

4. considerando tutte le sessioni di lavoro, quale membro del gruppo è emerso come leader?

I risultati della ricerca evidenziarono l'esistenza di due diversi tipi di leadership, entrambi presenti nei piccoli gruppi: un leader di tipo strumentale, che propone iniziative e spinge i membri del gruppo a realizzarle, e un leader di tipo espressivo, che riesce a ridurre al minimo i conflitti nel gruppo e a creare solidarietà fra i membri. Bales e Slater hanno definito questi due tipi di leader rispettivamente: "lo specialista delle idee" e "lo specialista della simpatia". Si è notato che in genere un gruppo appena formato tende a far coincidere i due tipi di leadership nella stessa persona. Ma ben presto, e inevitabilmente, questa persona, che dirige il lavoro del gruppo, perde popolarità e simpatia ed emerge un altro membro del gruppo che assume il ruolo di leader espressivo. Si è anche rilevato che i due leader interagiscono più tra loro che con il resto del gruppo, formando per lo più una coalizione implicita: si dividono in sostanza i compiti, essendo l'aspetto strumentale, rivolto a un obiettivo esterno, e quello espressivo al benessere emotivo interno, entrambi indispensabili alla vita e al successo del gruppo. Secondo Margaret Phillips, che ha tentato di generalizzare i risultati ottenuti da Bales e Slater, la duplicità della leadership è essenziale e rappresenta rispettivamente le caratteristiche della "paternità" (il leader strumentale) e della "maternità" (il leader espressivo). Ovviamente, ambedue i leader possono essere uomini o donne, dipende dal tipo di gruppo a cui appartengono.