La società postindustriale

I fattori del postindustriale

Sembra che la tendenza verso una società postindustriale poggi su due fattori principali.

Il primo è rappresentato dal mutamento della struttura occupazionale delle società industriali avanzate. Il fatto che buona parte della popolazione attiva sia occupata nel terziario, sia cioè coinvolta nella produzione di servizi, sollecita la richiesta di professionalizzazione. Il lavoro terziario viene ritenuto più gratificante di quelli industriale e agricolo; vengono incentivati lo spirito di iniziativa e le capacità individuali; sempre meno il lavoratore si sente parte di una classe in opposizione a quella padronale. Secondo Daniel Bell si passa da un sistema fondato sulla produzione di merci a quello della produzione del sapere. Gli individui che svolgono lavori impiegatizi di elevato livello sono infatti specializzati nella produzione di informazione e sapere. L'informazione sistematica e coordinata (il sapere codificato) rappresenta la principale risorsa strategica delle società attuali. Questa centralità dell'informazione comporterebbe, sempre secondo l'analisi di Bell, una revisione della gerarchia sociale, i cui vertici sarebbero sempre più occupati da chi detiene il controllo dell'informazione (scienziati, informatici, economisti, ingegneri e professionisti di vario tipo).

Il secondo fattore è rappresentato dall'innovazione economica, che rende obsoleti i metodi di lavoro tradizionali grazie ai progressi dell'ingegneria elettronica, cosicché all'interno delle fabbriche le catene di montaggio vengono sempre più sostituite da macchinari che sotto il controllo di un computer seguono le diverse fasi di lavorazione del prodotto. Il ruolo dell'operaio diviene dunque quello del tecnico specializzato che supervisiona il lavoro dei macchinari. Al riguardo Blauner rileva che i tassi di alienazione di queste occupazioni risultano notevolmente inferiori a quelli dell'industria tradizionale. Come è noto, questa minore necessità di manodopera può comportare un beneficio in termini di maggiore disponibilità di tempo libero, ma può anche implicare un aumento della disoccupazione.

Secondo Alain Touraine la caratteristica peculiare della società postindustriale non è tanto relativa al tipo di produzione, quanto piuttosto alla nascita di nuovi soggetti-attori della scena politica. La linea del conflitto ­ sostiene Touraine ­ non verte più esclusivamente, come accadeva in passato, sulla distribuzione del reddito, bensì per lo più sull'orientamento e sulla formazione delle decisioni che attengono alla programmazione generale della società relativamente alla gestione dell'istruzione, dei trasporti, dei mezzi di comunicazione, dell'amministrazione pubblica e in generale di tutti gli aspetti essenziali della vita sociale. Il conflitto così inteso vede impegnati nuovi attori storici (donne, studenti, minoranze etniche ecc.) nei confronti delle diverse forme di potere.