Le agenzie di socializzazione

La famiglia

Certamente il sistema familiare può assumere molte forme diverse, il complesso dei contatti sperimentati dal bambino non è affatto omogeneo da cultura a cultura. La madre è in genere la persona più importante nella prima infanzia, anche se la divisione dei ruoli all'interno della famiglia varia notevolmente nelle diverse culture, ma la natura del rapporto tra madre e bambino dipende dalla forma e dalla regolarità dei loro contatti. Ciò è a sua volta condizionato dal carattere dell'istituzione familiare e dal rapporto che quest'ultima ha con altri gruppi sociali.

Nelle società occidentali contemporanee, gran parte della socializzazione precoce avviene all'interno di un contesto familiare ristretto. La maggioranza dei bambini italiani trascorre oggi i primi anni di vita in un'unità domestica composta da madre, padre e forse uno o due altri figli. In molte altre culture, invece, anche zie, zii e nipoti sono spesso parte di una medesima unità familiare e contribuiscono allo svezzamento dei bambini. Del resto, anche all'interno delle società occidentali il contesto familiare può assumere molte forme diverse. I bambini possono essere allevati da un solo genitore, oppure affidati a due soggetti che svolgono la funzione di madre e due che assumono quella di padre (i genitori divorziati e i loro nuovi partner). Inoltre, una quota consistente di donne sposate lavora oggi fuori casa.

Al di là delle differenti tipologie, le famiglie rimangono comunque agenti di socializzazione fondamentale a partire dalla prima infanzia fino almeno all'adolescenza, fungendo anche da essenziale forma di collegamento tra loro e le varie generazioni. Sarebbe però sbagliato pensare al processo di socializzazione familiare come a un processo unilaterale. Il bambino, e persino il neonato, reagiscono a questo processo, vi partecipano e vi collaborano in vario grado. La socializzazione è sempre, in vario grado, un processo reciproco, nel senso che coinvolge non solo il socializzato ma anche il socializzante. Di norma i genitori riescono a educare, più o meno compiutamente, i loro figli secondo i modelli generali stabiliti dalla società e da essi stessi desiderati. Ma anche i genitori vengono trasformati, talvolta radicalmente, dall'esperienza della maternità e della paternità, le quali si configurano per loro come processi di socializzazione a nuovi ruoli.

Le famiglie hanno una propria diversa collocazione all'interno delle istituzioni sociali più ampie. Nella maggior parte delle società tradizionali, l'appartenenza familiare determina in buona misura la posizione sociale dell'individuo per tutto l'arco della vita. Nelle odierne società occidentali, invece, la posizione sociale non è ereditata dalla nascita. Tuttavia la classe sociale di appartenenza della famiglia influisce profondamente sui modelli di socializzazione, in quanto influisce sui modelli di educazione e disciplina, sui valori e le aspettative. È facile notare l'influenza dei diversi tipi di retroterra familiare se pensiamo, per esempio, alla vita di un bambino appartenente a una famiglia nera povera, che abita in un fatiscente sobborgo urbano degli Stati Uniti, in confronto a quella di un bambino nato in una ricca famiglia bianca residente in un quartiere di professionisti benestanti.

Nelle attuali società occidentali pochi bambini ovviamente adottano senza riserve il punto di vista dei genitori. L'esistenza stessa di diversi agenti di socializzazione porta a molte divergenze tra il punto di vista dei bambini e degli adolescenti e quello della generazione a cui appartengono i genitori.