Balmes, Jaime

filosofo spagnolo (Vich 1810-1848). Dopo aver insegnato matematica a Vich, visse a Barcellona, poi a Madrid. Nel 1848 fu chiamato a far parte dell'Accademia. Una delle tesi sulle quali il Balmes maggiormente insiste è la negazione della possibilità di dedurre qualsiasi verità a partire da un principio primo e unico. In ciò egli si oppone, ed esplicitamente vuole opporsi, a quanto c'è di più peculiare nella filosofia moderna, della quale l'origine è ravvisata nell'“idealismo” kantiano e gli esiti nel sensismo, nel razionalismo e nello scetticismo. Balmes nega la possibilità di una deduzione onnicomprensiva, distinguendo verità ideale (o verità di ragione) e verità reale (o verità di fatto) e ponendo quali criteri di verità la coscienza (o senso intimo), l'evidenza (della ragione) e l'istinto intellettuale (o senso comune). Inoltre, afferma che solo per questa via è lecita e feconda l'analisi di tutte le operazioni conoscitive. Tali teorie ebbero in Spagna (e in Germania, Francia e Italia) largo seguito; non ebbero invece eguale fortuna le sue idee politiche e sociali molto ardite, che suscitarono vive opposizioni soprattutto da parte cattolica. Opere principali: El protestantismo comparado con el catolicesimo en sus relaciones con la civilización (1842-44), Filosofía fundamental (1846).

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