cédro (botanica: Rutacee)

sm. [sec. XIII; dal latino citrus]. Nome comune della pianta sempreverde Citrus medica della famiglia Rutacee, detta anche cedrato, originaria delle Indie orientali ma acclimatata sin dall'epoca romana (era detta pomo di Media) nelle regioni mediterranee, dove fiorisce dalla primavera all'autunno. Si distingue dal limone per le foglie più strette e il frutto più grosso, carnoso e a scorza molto spessa e rugosa. Alto fino a ca. 3 m, ha rami diritti, rosso-violacei da giovani, con forti spine, e foglie grandi, coriacee, oblunghe e dentellate, di color verde glauco, munite di ghiandole oleifere e molto odorose. I fiori, porporini nel boccio, sono bianchi e profumati, riuniti in fascetti; i frutti sono costituiti da grossi agrumi (esperidi) ovoidi, oblunghi o tondeggianti, lunghi da 20 a 30 cm, con scorza gialla: contengono poca polpa gialla, acida o dolce a seconda della specie, e pochissimo succo. Dalla scorza del frutto si ottiene per distillazione l'olio essenziale (acqua di cedro), usato in medicina, profumeria e liquoreria. Anche il succo e i semi hanno proprietà terapeutiche; la polpa contiene acido citrico.

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