gratìccio

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sm. [sec. XIV; latino craticíus, fatto di canne, da cratis, grata].

1) Stuoia di vimini o canne usata per l'essiccazione della frutta o per l'allevamento dei bachi da seta.

2) Struttura di listelli di legno, canne e simili intrecciati tra loro, usata come riparo o sostegno. In particolare, telaio in legno, usato specialmente nell'architettura spontanea nordeuropea, per sostenere e contenere le murature di tamponamento, anch'esse in legno o in elementi laterizi. Trave a graticcio, elemento portante composto da aste ad andamento parallelo a due direzioni ortogonali. § La costruzione a graticcio era già usata dai Romani (opus craticium) in edifici di tipo economico (casa a graticcio di Ercolano). Nel Medioevo divenne comune nell'Europa settentrionale, dove rimase in uso fino al sec. XIX, spesso con orditura a vista degli elementi lignei.

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