Descrizione generale

sf. [sec. XVIII; latino labes, caduta, rovina, prob. dal tema di labi, scivolare]. Fase prevalentemente liquida di una massa magmatica che fuoriesce attraverso un condotto vulcanico: è in grado di espandersi più o meno in relazione alle condizioni topografiche e alle proprie caratteristiche di colabilità; raffreddandosi origina le rocce effusive. Riferendosi al tenore in silice si hanno lave acide (SiO₂>65%), lave neutre (SiO₂=65-52%) e lave basiche (SiO₂<52%); riferendosi alle capacità di scorrimento, si hanno lave fluide e lave viscose. A temperatura superiore a 900-1000 ºC le lave di qualsiasi natura chimica, anche con viscosità diversa, scorrono all'incirca con la stessa facilità. Per valori di temperatura inferiori, le lave di natura basaltica si consolidano bruscamente e presentano una tessitura poco orientata mentre quelle riolitiche mostrano un consolidamento progressivo che consente ai microliti di assumere una disposizione regolare e orientata. La presenza di gas facilita la mobilità della lava. Le temperature misurate direttamente nelle lave vive o nei laghi di lava danno valori compresi tra 1200 (lave basiche) e 800-900 ºC (lave acide). Le lave si raffreddano assai rapidamente in superficie, ma al di sotto della crosta scoriacea possono conservare temperature elevate per parecchi anni.

Geologia: lava allo stato fluido

La manifestazione più comune delle lave allo stato fluido è la colata. Questa sgorga da una bocca vulcanica (nelle eruzioni lineari la fuoruscita di lava da una frattura è chiamata espandimento lavico) e si sviluppa in una o più direzioni di avanzamento, con corrispondenti fronti lavici. Le colate alimentate da magmi fluidi basici o ultrabasici possono avere fronti e lunghezze di decine di chilometri con spessori però non rilevanti, da 5 a 15 metri. Le colate di lava più viscose hanno spessori maggiori, dell'ordine di una cinquantina di metri. Quanto alla velocità di scorrimento, oltre alle caratteristiche fisico-chimiche della lava, ha importanza fondamentale la pendenza al punto che la stessa lava può passare da meno di un centinaio di metri a più di 40 km all'ora, secondo che la pendenza sia debole o forte. Le lave acide alimentano colate molto brevi e spesse e in genere tendono a fermarsi lungo i fianchi stessi del cono vulcanico contribuendo a renderne scoscesi i pendii. Le forme superficiali di solidificazione delle lave dipendono dal tipo di efflusso e dai rapporti tra crosta superficiale consolidata e substrato ancor fluido. Le lave molto viscose tendono a ricoprirsi subito di uno spesso strato solidificato che, in seguito allo scorrimento e alla contrazione per raffreddamento della sottostante massa fusa, si frattura in grossi frammenti di dimensioni comprese tra 20 cm e 1 m (lave a blocchi). Le lave a media viscosità con un certo contenuto in gas presentano una superficie caotica, formata da frammenti scoriacei irregolari e spigolosi saldati, denominata in hawaiano aa. Lave molto fluide e povere in gas provenienti da magmi basici si rivestono di una crosta continua e liscia (lave piane) se il flusso della lava sottostante è regolare, o variamente corrugata se invece questo rallenta: si originano così le lave a corde o a budella (in hawaiano pahoehoe) con le deformazioni disposte perpendicolarmente alla direzione del flusso. Per sollecitazioni interne dovute ad aumenti di velocità della lava, una crosta anche abbastanza spessa può spezzarsi in zolle (lava a lastroni). Per apporti consistenti di lava fluida al di sotto di una crosta continua già consolidatasi, questa può subire una frammentazione in zolle e un sollevamento cupoliforme detto duomo a zolle o tumolo.

Geologia: lava solida

Una colata lavica solidificata è caratterizzata da uno strato superficiale e da uno basale scoriacei, in cui il magma si è consolidato molto rapidamente, e da una parte interna più compatta, che nei casi di colate di forte spessore può presentare un regolare sistema di fessurazione dovuto alla contrazione della massa per raffreddamento. Le fessure intersecandosi isolano dei prismi per lo più esagonali, di altezza variabile da qualche decimetro a oltre 20 m; altre fratture perpendicolari possono suddividere queste colonne in placchette dello spessore in genere di pochi decimetri. Le lave che giungono a contatto con acqua, come nel caso di emissioni sottomarine, danno luogo solidificando a caratteristiche strutture sferoidali a fessurazione concentrica denominate lava a cuscini o pillow-lava. Le lave solidificate presentano una struttura interna in parte vetrosa e in parte cristallina detta ipocristallina; in particolare possono presentare strutture microcristalline, criptocristalline, vitrofiriche, microlitiche o vetrose . Se la cristallizzazione era già in atto alla fuoruscita della lava, questa può presentare una struttura porfirica con fenocristalli di formazione intratellurica immersi in una massa microcristallina o vetrosa solidificatasi dopo la fuoruscita del magma. Per quanto riguarda la composizione chimica e mineralogica delle lave, vedi roccia (rocce effusive).

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