manènte

sm. [sec. XIII; latino manens-entis, ppr. di manēre, rimanere]. Nel Medioevo, e ancora in età moderna, il colono che “rimane” e cioè vive stabilmente sul fondo coltivato. Col suo significato di stabilità e di perpetuità, caratterizza i rapporti tra i coloni e la terra, secondo quella consuetudo fundi che sin dall'età romana legava i coltivatori alle terre coltivate, facendone nel Medioevo dei semiliberi o anche talvolta dei servi della gleba.

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