Lessico

agg. e sm. [sec. XIV; latino natālis, riguardante la nascita, da natus, pp. di nasci, nascere].

1) Agg., del luogo o del tempo in cui si è nati; nativo: città, casa natale; il mese natale.

2) Sm., il giorno in cui si è nati e l'anniversario di tale giorno. Per estensione, anniversario della fondazione di una città, di un monumento, ecc.: il natale di Roma. Per antonomasia, il giorno della nascita di Gesù Cristo e la festa con cui esso si celebra nella cristianità: la vigilia, la messa di Natale; albero di Natale; Babbo Natale.

3) Lett., al pl., nascita: avere i natali, nascere; dare i natali, riferito al luogo di nascita; persona di umili natali, di modesta condizione familiare.

Religione

Il natale era celebrato nella religione romana per la ricorrenza di una fondazione o di una nascita. Ogni tempio aveva il suo natale ricordato per lo più nelle annotazioni calendariali, se si trattava di un tempio importante. La stessa Roma aveva il suo natale il 21 aprile. Ogni persona celebrava il suo natale sacrificando al proprio genio; in età imperiale il natale dell'imperatore era una festa pubblica. Si celebrava anche il natale di certe divinità di cui era significativa la “nascita” (per esempio, del Sole Invitto e di Mithra). Per quest'ultimo dio il natale era celebrato il 25 dicembre e costituiva un'importante festa solstiziale, ereditata poi dal cristianesimo come natale di Cristo. I primi natali cristiani datano dall'inizio del sec. IV. Alla scelta del 25 dicembre contribuì anche il simbolismo naturale: festeggiare, cioè, nei giorni in cui la luce comincia a ricrescere, dopo il solstizio d'inverno, il natale di Cristo “sole di giustizia e di verità”, che dissipa le tenebre del mondo. Anche per questo il Natale è tipica festa della luce, simbolo della divinità di Cristo, che si riflette anche nelle tradizioni popolari. Infatti questa festa si diffuse rapidamente e fu subito accolta da tutte le Chiese. Il sentimento in essa ricorrente è la gioia, perché la nascita di Cristo segna l'inizio della redenzione dell'umanità. La sua celebrazione è aperta dalla messa vespertina del 24 dicembre ed è caratterizzata dall'uso secolare di altre tre messe, a mezzanotte, all'aurora e nel giorno. Storicamente, la messa di mezzanotte cominciò con l'uso di celebrare il Natale di notte a Betlemme, presso il presepe del Signore. A Roma, questa messa aveva luogo in una grotta artificiale, imitante quella di Betlemme, presso S. Maria Maggiore. Attorno al Natale, che inizialmente celebrava insieme la nascita di Cristo, l'adorazione dei pastori e quella dei Magi, si è formata, poco per volta, una serie di altre feste, che ne sono come il prolungamento; Santo Stefano, San Giovanni e i Santi Innocenti rispettivamente il 26, 27 e 28 dicembre; la Sacra Famiglia nella domenica dopo il Natale; il nome di Gesù il 1º gennaio; l'adorazione dei Magi il 6 gennaio. Con l'Epifania praticamente terminano le solennità natalizie, ma la loro conclusione, sia in Oriente sia in Occidente, è considerata la presentazione di Gesù al tempio (2 febbraio).

Folclore ed etnologia

Collegati con la festa del Natale sono degli usi che non sempre sono di origine cristiana, anzi per la maggior parte hanno le loro origini nelle religioni e civiltà precristiane. Nell'ambito del folclore europeo, si ha il presepio, rappresentazione plastica del paesaggio e della scena del Natale, di tradizione tipicamente cattolica, che si sviluppò da antiche rappresentazioni liturgiche fino al presepio di Greccio di Francesco d'Assisi, e si diffuse poi, soprattutto nel corso del Quattrocento, per opera degli ordini mendicanti e più tardi dei gesuiti. Oltre al presepio, si hanno diversi altri usi: si possono distinguere due grandi aree, corrispondenti alle civiltà precristiane da cui traggono origine. Da un lato una serie di usi che chiaramente derivano dai Saturnali romani, che appunto si celebravano nella seconda metà di dicembre: in particolare l'uso delle luminarie, lo scambio di doni, i regali ai bambini. Nell'area nordica si conservano invece usi che derivano dall'antica festa solstiziale germanica, detta Yule. A essa risalgono varie usanze e credenze, fra cui quella secondo cui nella notte di Natale la casa viene visitata dai morti della famiglia, cui si prepara la tavola imbandita. Dalla Germania alla Scandinavia le comunità contadine ritenevano che dalla buona accoglienza fatta ai morti in questa occasione dipendesse l'abbondanza del raccolto. Tipico della Scandinavia è lo julebok, personaggio che indossa una maschera cornuta e che porta regali ai bambini. Diffuso non solo a livello europeo è Babbo Natale, personificazione del Natale di origine non remota, ma in cui confluiscono tratti di Santa Claus che porta regali ai bambini, dello julebok scandinavo, del re dei Saturnali romano e dei suoi eredi medievali (per esempio Abbas Stultorum). Altro elemento diffuso del folclore natalizio è l'albero di Natale che si richiama a fatti culturali arcaici (culto degli alberi). Altro esempio analogo è l'uso del vischio: può essere collegato alla religione celtica, ma l'usanza è recente, per cui più che di sopravvivenza si deve parlare di un fenomeno di revival dell'antica credenza druidica sui poteri magici del vischio. Altri tratti folcloristici più generici e diffusi sono alcune credenze collegate alla particolare sacralità della notte di Natale, come quella secondo cui a mezzanotte le bestie sarebbero in grado di parlare come all'origine dei tempi; oppure la credenza per la quale in tale notte è possibile la trasmissione delle formule magiche. Il Natale nel mondo presenta usanze particolari. Molto caratteristico è il Natale nell'America del Sud. Le scene della natività sono profondamente radicate nelle tradizioni natalizie sia presso le famiglie che nei luoghi pubblici. In Perù, dove vi è una forte componente di discendenti dei nativi americani, le figure del Natale sono spesso intagliate a mano secondo uno stile antichissimo. In Messico invece sono vive le celebrazioni legate alle processioni, eventi che mimano ed esaltano la nascita del Cristo. Il pranzo è importante e varia da zona a zona e da regione a regione. Il Natale viene celebrato con addobbi, feste, vacanze e con fuochi d'artificio soprattutto nelle città brasiliane.

Bibliografia

J. Lemarié, La manifestazione del Signore, Milano, 1960; Cl. Jean-Nesmy, La spiritualità del Natale, Brescia, 1963; F. Biffi, Il Natale oggi, Roma, 1970; F. Grisi, Il Natale. Storie e leggende, Roma, 1988.

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