Lessico

sm. [sec. XIV; latino votum da vovēre, votare].

1) Promessa solenne fatta alla divinità di mantenere un certo impegno che può essere o meno sottoposto a condizione: fare, mantenere, osservare, sciogliere un voto; offrire qualche cosa in voto; far voto di non mangiar carne per tutta la quaresima; “fatemi tornar salva con mia madre, Madre del Signore, e fo voto a voi di rimaner vergine” (Manzoni); sciogliere qualcuno da un voto, liberarlo dall'obbligo morale di osservarlo (per lo più riferito all'autorità ecclesiastica); voto di povertà, castità e obbedienza (o voti religiosi; prendere, pronunciare i voti, entrare in religione.

2) Ciò che si offre come promessa o come ringraziamento per una grazia ricevuta; ex voto: appendere un voto all'altare della Madonna. Per l'istituto romano del voto, vedi voto (religione).

3) Lett., volontà, vivo desiderio (per lo più al pl.): questo era nei voti di tutti noi; per estensione, augurio, auspicio: formulo i voti più sinceri che tutto vada secondo le tue aspettative.

4) Manifestazione di volontà diretta ad approvare (o a disapprovare) una decisione e/o a eleggere (o destituire) una persona a una carica; votazione: il voto è un diritto e un dovere di ogni cittadino; operazioni di voto; non resta che decidere con il voto; voto di sfiducia, quello del Parlamento (anche a Camere separate), in cui i suoi membri rigettano in maggioranza un programma del governo o un decreto legge emanato nell'esercizio del suo potere esecutivo. Il voto di sfiducia comporta per il governo in carica le dimissioni. Anche il singolo suffragio in cui si esprime la volontà del votante: contare i voti; ha avuto molti voti di preferenza; mettere ai voti una proposta, chiedere esplicitamente che ognuno esprima la sua volontà in merito, approvandola o respingendola.

5) Nell'ordinamento scolastico, valutazione dei risultati conseguiti dall'alunno o dal candidato espressa mediante un numero. Il giudizio numerico in decimi, in trentesimi, in centesimi in scala ascendente o discendente è variamente adottato nelle scuole di tutto il mondo. In Italia, abolito il voto decimale nella scuola media (“miniriforma” 1977), come già in precedenza nella scuola elementare, rimane nella scuola secondaria: nell'esame di maturità il giudizio è espresso in centesimi, nell'istruzione universitaria in trentesimi (voto minimo per l'approvazione 18) per gli esami di profitto con un massimo di 110 per gli esami di laurea.

Diritto

In molti casi il voto è considerato dalle leggi costituzionali, amministrative e civili un diritto e a volte anche un dovere civico (per esempio il voto per l'elezione dei deputati e dei senatori). Il diritto di voto può essere attribuito a tutti i cittadini che abbiano la maggiore età. Ciò avviene per le elezioni politiche di Camera e Senato (per il Senato l'età minima per essere ammessi al voto è fissata in 25 anni), del Parlamento europeo, per quelle amministrative degli enti locali e per i referendum. Il voto è regolato direttamente dalla Costituzione, data la sua importanza per lo svolgersi di un'ordinata vita democratica: il voto “è personale ed eguale, libero e segreto ... il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge” (art. 48 della Costituzione). Il diritto di voto può essere attribuito solo a soggetti che abbiano particolari requisiti, se esso riguarda una persona giuridica ben determinata, sia essa pubblica o privata. Per esempio, nelle delibere di un Consiglio comunale hanno diritto al voto i soli consiglieri eletti in carica. Nell'ambito giudiziario hanno diritto al voto decisionale i soli giudici togati o meno che abbiano partecipato all'intero dibattimento penale. Nelle società e nei condomini il voto spetta solo ai soci e ai condòmini. Particolare importanza assume il voto nelle società per azioni. Esso spetta agli azionisti e si esercita nell'assemblea degli azionisti. A ogni azione corrisponde un voto e mentre è vietato il voto plurimo, ossia l'attribuzione di più voti per una sola azione, è ammesso il voto limitato che si esercita nelle sole assemblee straordinarie. Il diritto di voto è sospeso se l'azionista si trova in conflitto d'interessi con la società; si esercita anche mediante un rappresentante; se il voto è invalido la relativa delibera resta invalidata solo se senza di esso sarebbe stata diversa. Al voto nel concordato fallimentare e preventivo hanno diritto i creditori del fallito debitore, ma quelli aventi diritto di prelazione possono partecipare al voto solo se rinunciano al loro pegno, privilegio o ipoteca. Sono esclusi dal voto il coniuge del debitore, i parenti e affini fino al quarto grado, i cessionari e gli aggiudicatari dei loro crediti. Il concordato è approvato solo se vi è il voto favorevole della maggioranza dei votanti per almeno i due terzi dei crediti ammessi al voto. Per il voto nell'amministrazione controllata valgono le regole di cui sopra ma per la sua approvazione basta il voto favorevole dei creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti.

Sociologia

Lo studio della formazione e delle modalità d'espressione delle preferenze politiche degli individui riveste un certo interesse per l'indagine sociologica. Sono sostanzialmente due i metodi di studio del comportamento elettorale: il metodo ecologico, che mette a confronto la forza delle diverse formazioni partitiche in determinate zone geografiche con le caratteristiche di tali zone dal punto di vista demografico (numero di abitanti, divisione per sesso ed età ecc.), professionale e di mobilità sociale; la rilevazione mediante intervista o survey, che rende possibile la correlazione tra il comportamento elettorale di campioni rappresentativi e un insieme di caratteristiche sociali quali la situazione familiare, il tipo di lavoro, il comportamento religioso, il sistema di valori. Entrambi i metodi hanno pro e contro. In particolare, il metodo ecologico, pur essendo più economico e semplice, può dare risultati ambigui, dovendo necessariamente lavorare su indicatori “grezzi”; il survey, d'altro canto, ha costi notevoli e spesso rileva più la predisposizione che l'effettivo comportamento di voto , pur permettendo una possibilità di approfondimento sconosciuta al metodo ecologico. Sulle motivazioni del comportamento elettorale, l'indagine sociologica ha espresso delle prospettive che possono essere così riassunte: anzitutto, il voto rappresenta un tentativo di influenzare il sistema politico o le scelte governative. Spesso esso esprime più un'identificazione partitica che non una conoscenza di programmi e quindi si pone come espressione di orientamenti di valore (questo partito è onesto, quell'altro è disonesto; questo partito è dalla parte dei lavoratori, quell'altro fa gli interessi dei padroni; questo partito difende la libertà, quell'altro minaccia l'attuale sistema ecc.). Nell'espressione del voto conta molto anche la pressione sociale proveniente dal gruppo o dai gruppi cui l'individuo appartiene. Ancora, si può votare per un forte senso di dovere civico, appreso durante il periodo formativo. Quando queste motivazioni diventano conflittuali e danno luogo a pressioni contrastanti può verificarsi il fenomeno dell'astensionismo.

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