zòppo

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agg. e sm. [sec. XIII; latino volg. cloppus, forse incrociato con zanca].

1) Agg., che ha un difetto che lo costringe a zoppicare: l'incidente lo ha lasciato zoppo; andare a piè zoppo, procedere a rilento, in modo irregolare; vincere a piè zoppo, senza difficoltà.

2) Per estensione, di un mobile e simili, che non si regge diritto, che non poggia stabilmente su un piano. Fig., che presenta difetti, lacune; incompleto, debole, inefficiente: discorso zoppo; “L'animo è pronto, ma il potere è zoppo” (Ariosto).

3) Sm. (f. -a), chi è malato in modo permanente o comunque duraturo a una o a entrambe le gambe; chi cammina zoppicando per qualche menomazione fisica; proverbio: “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”, frequentando persone che hanno dei difetti si finisce per esserne contagiati.

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