ìndaco

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; dal latino Indícum (folíum), (foglia) indiana].

1) Sostanza colorante naturale o sintetica.

2) Colore, proprio di tale sostanza, corrispondente alle lunghezze d'onda comprese fra 4550 e 4250 Å; nello spettro solare, uno dei sette colori dell'iride intermedio tra l'azzurro e il violetto.

3) In botanica, indaco bastardo (latino scientifico Amorpha fruticosa), arbusto inselvatichito in Europa e nell'Italia settentrionale, che cresce soprattutto lungo i fiumi con fiori violacei, dai cui germogli si ottiene l'omonimo colorante.

Chimica

L'indaco naturale si ricava soprattutto da diverse piante del genere e dall'Isatis tinctoria (famiglia Fabacee): queste lo contengono non come tale ma come indacano, che è il β-glucoside dell'indossile. Le piante sono lasciate macerare in acqua e l'indacano viene così scisso in indossile e glucosio dagli enzimi contenuti nelle piante stesse: a contatto con l'ossigeno atmosferico l'indossile si ossida poi spontaneamente trasformandosi in indaco:

Negli ultimi anni del sec. XIX iniziava la produzione d'indaco sintetico, che ha poi gradualmente soppiantato l'indaco naturale, il quale era sempre più o meno impuro e di titolo variabile. I perfezionati procedimenti in uso, che hanno fatto dell'indaco uno dei coloranti meno costosi, utilizzano quale prodotto di partenza l'anilina, che trasformano in indaco secondo schemi diversi. L'indaco è un tipico colorante al tino: data la sua insolubilità in acqua esso non è infatti capace di fissarsi direttamente alle fibre tessili e viene ridotto mediante idrosolfito di sodio a leucoindaco, incolore, solubile e capace di venir adsorbito dalle fibre sulle quali poi si riossida a indaco a opera dell'ossigeno atmosferico. Da tempo si trovano in commercio, con il nome di indigosoli, derivati solubili del leucoindaco che vengono direttamente usati senza dover prima procedere alla riduzione con idrosolfito. Negli ultimi decenni del sec. XX, con l'introduzione di molti nuovi coloranti sintetici, l'indaco ha perso in parte d'importanza; viene tuttavia utilizzato in larga misura ancora per la tintura delle fibre proteiche e cellulosiche, in particolare del cotone, e inoltre quale pigmento per inchiostri e materie plastiche sintetiche.

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