capoluogo della provincia omonima, 123 m s.m., 151,82 km², 74.549 ab. secondo una stima del 2007 (astigiani), patrono: san Secondo (primo martedì di maggio).

Generalità

Città del Piemonte situata nella media valle del fiume Tanaro, tra le ridenti colline del Monferrato, presso la confluenza dei torrenti Borbore e Versa. "Per la pianta della città vedi il lemma del 2° volume." "La pianta della città è a pag. 43 del 3° volume." L'antico nucleo urbano medievale (“recinto dei Nobili”), sorto ai margini del colle alla sinistra del Borbore, occupa la zona NW della città, delimitata a S dall'attuale via XX Settembre, a E dalla piazza Alfieri e a W dalla torre Romana. Tra i sec. XII e XIV l'abitato si estese verso S, nella pianura alla sinistra del Tanaro; seguì un progressivo rallentamento dello sviluppo urbanistico, legato a un lungo periodo di declino economico e demografico. Nel sec. XIX, con il rifiorire delle attività commerciali e con l'insediamento di impianti industriali, si determinò un'ulteriore espansione urbana verso N e verso E. È sede vescovile.

Storia

Di probabile origine ligure, la città fu municipio romano con il nome di Hasta o Asta. Occupata dagli Ostrogoti, divenne in seguito ducato longobardo (569), contea franca (774) e principato vescovile dal sec. X. Eretta a libero comune nel 1095, aderì alla prima (1168) e alla seconda (1226) Lega Lombarda contro i marchesi del Monferrato e i conti di Biandrate. In epoca medievale guadagnò una posizione di preminenza tra le città piemontesi grazie alle floride attività commerciali e bancarie. Dilaniata dalle lotte tra guelfi e ghibellini, fu conquistata da Roberto d'Angiò (1313), dai marchesi del Monferrato, dai Visconti e dagli Orléans, che l'ebbero in dote con il matrimonio di Valentina, figlia del duca Gian Galeazzo Visconti, e Luigi d'Orléans, fratello di Carlo VI di Francia. Nel 1531 Carlo V la infeudò alla cognata Beatrice di Portogallo, madre di Emanuele Filiberto di Savoia, il quale ne entrò in possesso soltanto nel 1575. Nel corso delle guerre di successione fu contesa ai Savoia da spagnoli, francesi e austriaci e fu ripetutamente occupata. Annessa con il Piemonte alla Francia nel 1799, fu capoluogo del Dipartimento del Tanaro fino al 1814, quando tornò ai Savoia seguendo le sorti del Regno di Sardegna.

Arte

Nota in epoca medievale come la “città delle cento torri”, Asti conserva ancora, nel nucleo urbano più antico, notevoli edifici duecenteschi: la romanica torre Troyana, detta anche “torre dell'Orologio” (questo vi fu aggiunto nel Cinquecento), la torre Comentina, la torre De Regibus (a pianta ottagonale), la torre dei Guttuari, la casa-forte dei Roero di Cortanze, la casa e la torre dei Roero di Monteu, i palazzi Strata e Della Rovere. Unica testimonianza delle fortificazioni dell'antica Hasta romana è la torre Rossa o di San Secondo, costruzione a sedici lati in laterizi di epoca augustea, con parte terminale aggiunta nel sec. XII. All'epoca romanica appartiene uno dei più interessanti monumenti religiosi astigiani, il battistero di San Pietro (sec. XII), costruzione a pianta ottagonale sormontata da un alto tiburio ornato da archetti. La cattedrale, dedicata a Maria Assunta e a San Gottardo, fu costruita in forme gotiche (1309-54) sui resti di una chiesa del sec. XI; nel fianco destro un protiro in stile gotico fiorito (1450) dà accesso all'ingresso laterale; il monumentale campanile romanico fu ricostruito nel 1260-66. La collegiata di San Secondo, iniziata a partire dalla metà del sec. XIII dopo l'abbattimento di una chiesa romanica sorta nel luogo in cui sarebbe stato sepolto il santo, conserva il monumentale campanile (sec. X); presenta una facciata abbellita da tre portali gotici e tre rosoni (sec. XV). Al termine di corso Alfieri, la via principale della città, si trova la bella chiesa di San Pietro in Consavia (1467), a pianta quadrilatera. Tra i numerosi edifici civili, si segnalano anche il palazzo Catena (fine sec. XIV), con una bella cornice gotica in cotto, e i palazzi Alfieri e Mazzetti, oggetto del rinnovamento edilizio operato nel Settecento da Benedetto Alfieri.

Musei

Palazzo Alfieri ospita la Biblioteca Astense, il Centro Nazionale di Studi Alfieriani e un piccolo Museo Alfieriano; Palazzo Mazzetti è sede del Museo Civico e della Pinacoteca Civica. Il Museo Archeologico e di Paleontologia, nel battistero di San Pietro, custodisce importanti reperti di provenienza locale.

Economia

Situata in favorevole posizione, al centro di importanti vie di comunicazione stradali e ferroviarie (linea Torino-Alessandria-Genova-Roma, autostrada Torino-Piacenza), Asti è un rinomato centro di produzione e commercio di vini DOC (moscato d'Asti, dolcetto, barbera, freisa e grignolino); oltre alla viticoltura hanno un certo rilievo nel quadro economico astigiano le coltivazioni cerealicole (frumento e mais), e ortofrutticole (patate, legumi e pomodori). Componente tradizionale dell'economia è anche l'allevamento (in particolare bovini di razza piemontese). Il comparto manifatturiero è legato principalmente al settore alimentare (industrie enologiche, conserviere e dolciarie); sono presenti inoltre industrie metalmeccaniche, elettromeccaniche, vetrarie, chimiche, cartarie, tessili, del legno e della gomma. La ricchezza del patrimonio storico-artistico e la bellezza del panorama richiamano un notevole afflusso turistico.

Curiosità e dintorni

A settembre, mese astigiano per eccellenza, vi hanno luogo la Festa del Vino (Douja d’Or), il Festival delle Sagre, con esposizione e vendita di vini e prodotti tipici, e il celebre Palio di Asti, di tradizione medievale, ripristinato nel 1967. Asti ospita inoltre le importanti rassegne di spettacoli teatrali e musicali Astiteatro (giugno-luglio) e Asti Musica (luglio). La città ha dato i natali al poeta e drammaturgo Vittorio Alfieri (1749-1803), al biologo Giuseppe Montalenti (1904-1990) e al cantautore Paolo Conte (1937). Sulle colline a W della città è la Riserva Paleontologica Naturale Speciale di Valleandona e della Valle Botto (istituita nel 1985).

L. Vergano, Storia di Asti, Asti, 3 voll., 1951-57; L. De Stefano, L. Vergano, Chiese romaniche nella provincia di Asti, Asti, 1960; E. Leospo, Museo archeologico di Asti: la collezione egizia, Torino, 1986.

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