Cùneo (provincia)

Indice

provincia del Piemonte, 6903 km², 580.513 ab. (stima 2007), 83 ab./km², capoluogo: Cuneo. Comuni: 250. Sigla: CN.

Generalità

Confinante a N con la provincia di Torino, a E con quelle di Asti e Savona, a S con quella di Imperia e con la Francia, e a W con la Francia, è la più estesa provincia della regione (e una delle maggiori d'Italia), cosa che le valse la tradizionale denominazione di “Provincia Granda”. Un tempo prevalentemente agricola, economicamente arretrata e terra di emigrazione, ha conosciuto dagli anni Sessanta del Novecento un notevole sviluppo economico, che l'ha portata a riallinearsi alle altre province piemontesi.

Territorio

L'arco delle Alpi Liguri, Marittime e Cozie (culminante a 3841 m nel Monviso), e delle colline delle Langhe e del Monferrato, rinserra da tre lati il territorio provinciale, che solo verso N si apre nell'alta pianura piemontese, digradante verso Torino. La parte più alta della pianura cuneese, a destra della Stura di Demonte, si configura come un altopiano inciso da profonde valli fluviali. Le valli alpine, a parte quella della Stura, sono piuttosto brevi, data la vicinanza dello spartiacque alla pianura; ne scendono corsi d'acqua abbastanza abbondanti, che confluiscono tutti direttamente o indirettamente nel Po o nel Tanaro. I principali sono i torrenti Varaita, Maira, Grana, Gesso, Vermenagna, Pesio e Belbo e i fiumi Stura di Demonte e Bormida di Millesimo. Il loro regime presenta due massimi di portata: uno in primavera per lo scioglimento delle nevi accompagnato da piogge e l'altro in autunno per le sole piogge. La provincia di Cuneo ospita due grandi aree naturalistiche alpine: il Parco Naturale Regionale delle Alpi Marittime, il più esteso fra i parchi regionali del Piemonte, confinante con il parco nazionale francese del Mercantour, e il Parco Naturale Alta Valle Pesio e Tanaro, caratterizzato da numerose grotte. Il clima, in pianura, è di tipo continentale, con estati abbastanza calde ma temperate dai venti provenienti dai rilievi; in montagna, è naturalmente più fresco. Il versante cuneese delle Alpi Liguri e Marittime è particolarmente nevoso, perché esposto a Settentrione. Nell'ambito di una regione in calo demografico come il Piemonte, la provincia di Cuneo ha fatto registrare nell'ultimo decennio del sec. XX un significativo tasso di crescita. Soltanto nei piccoli comuni di montagna, specie quelli fuori dalle rotte turistiche o commerciali, prosegue lo spopolamento a causa del saldo naturale negativo. Come altre province della regione, anche quella di Cuneo presenta una struttura urbana policentrica, perché gli antichi capoluoghi sabaudi (oltre a Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo) hanno saputo mantenere la loro autonomia funzionale e la loro capacità di attrazione sul territorio circostante, mentre altre cittadine – come Bra, Fossano e Savigliano – hanno visto potenziato il loro ruolo dallo sviluppo economico del Novecento. Ma oltre a questi centri, molti altri (per esempio Racconigi, Cherasco, Ceva, Dronero) vantano un'antica tradizione urbana; cosicché l'influenza di Cuneo si estende su un'area abbastanza limitata, malgrado il suo ruolo amministrativo. Le comunicazioni nel territorio provinciale sono migliorate dopo la costruzione e poi il raddoppio dell'autostrada Torino-Savona (A6), ma restano ancora carenti per quanto riguarda le ferrovie e i valichi transalpini (colli della Maddalena e di Tenda), percorsi da strade di montagna non molto scorrevoli e dalla ferrovia che da Cuneo raggiunge Nizza e Ventimiglia, molto bella paesaggisticamente ma lenta e tortuosa. All'aeroporto di Cuneo-Levaldigi fanno capo voli diretti per Roma.

Economia

L'agricoltura riveste ancora una notevole importanza nell'economia cuneese. Accanto alle colture di base (grano, granoturco, foraggi) e a un fiorente allevamento bovino, che fornisce carni molto apprezzate e consente la preparazione di formaggi tipici (come il famoso castelmagno), è presente una notevole gamma di produzioni specifiche. Fra queste, alcune sono diffuse su ampie estensioni e alimentano attività di trasformazione (la vite, da cui si ricavano vini molto pregiati, come il barolo e il barbaresco; il nocciolo, il cui frutto – la “nocciola tonda gentile delle Langhe” – alimenta gli stabilimenti dolciari di Alba; gli alberi da frutto). Altre sono limitate come territorio e altamente specializzate: basterà ricordare il tartufo bianco di Alba, i frutti di bosco delle basse valli alpine o l'allevamento delle lumache, che ha in Borgo San Dalmazzo il principale polo italiano. L'industria è particolarmente sviluppata nei settori enologico, alimentare, con la presenza di uno dei massimi gruppi dolciari mondiali (la Ferrero, ad Alba), della gomma (Michelin, a Cuneo), tessile, poligrafico, cartario e meccanico, diffuso sul territorio con molte piccole e medie aziende. Anche il turismo riveste una discreta importanza, sia per la presenza di un'ampia fascia montuosa dotata di notevoli stazioni sciistiche, sia per lo sviluppo del turismo enogastronomico, dell'agriturismo e dell'acquisto di seconde case nelle Langhe da parte di stranieri (soprattutto tedeschi e austriaci).

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