(Bayern). Stato confederato (Land) della Germania sudorientale, 70.550 km², 12.519.571 ab. (2012), 177 ab./km², capitale: Monaco. Distretti governativi: Baviera Inferiore (Niederbayern), Baviera Superiore (Oberbayern ), Franconia Centrale (Mittelfranken), Franconia Inferiore (Unterfranken), Franconia Superiore (Oberfranken), Palatinato Superiore (OberpfalzRatisbona), , Svevia (Schwaben). Confini: Turingia (N), Sassonia (NE), Assia (NW), Baden-Württemberg (W); Repubblica Ceca (E), Austria (SE, S).

Generalità

È il più esteso Land tedesco: costituisce l'intero settore sudorientale della Germania e comprende interamente tre regioni storiche, cioè la Baviera vera e propria (tra la Boemia, il Tirolo e il Salisburghese) a SE, la Franconia a NW, il Palatinato Superiore a NE, oltre alla porzione orientale della Svevia a SW. Mantiene una sua peculiarità in fatto di cultura e tradizioni. La maggioranza della popolazione professa la religione cattolica.

Territorio

Non corrisponde a un'unità geografica, essendo formata da regioni assai differenti per morfologia, clima, tipo di insediamento, struttura economica e generi di vita; ma risulta da una serie di fattori storici intimamente connessi con l'espansione territoriale del regno di Baviera. Entro i suoi attuali confini, definiti dopo la seconda guerra mondiale, partecipa in misura diversa a quattro fra le maggiori e meglio distinte regioni geografiche dell'Europa centrale: le Alpi, il ripiano subalpino settentrionale, i bacini mesozoici della Germania centro-meridionale, e i rilievi delle Montagne Medie (Mittelgebirge). Nella Baviera è incluso l'intero settore delle Alpi tedesche (Zugspitze, 2963 m), che fanno parte della fascia calcarea esterna più recente e che si estendono dal lago di Costanza alla valle della Salzach e sono divise in Alpi di Algovia, Bavaresi e di Salisburgo (o di Berchtesgaden) dalle valli trasversali percorse dai fiumi Lech e Inn. Alle Alpi succede il vasto e ondulato ripiano subalpino bavarese, o Altopiano Bavarese, che digrada dolcemente al Danubio con un pendio rivolto a N nel settore occidentale, a NE in quello orientale, come testimonia l'orientamento dei fiumi che l'attraversano, tutti tributari di destra del Danubio. A N di questo grande fiume si aprono i due vasti bacini della Franconia e del Palatinato Superiore, corrispondenti il primo alla media valle del Meno e a quella del Regnitz-Rednitz, il secondo alle valli del Naab e del Regen, e separati da un allineamento di rilievi collinari (Svizzera Francone e Giura Francone o di Franconia); questi rilievi, come pure quelli più occidentali (Hassberge, Steigerwald e Frankenhöhe), che hanno il medesimo orientamento N-S, si presentano come ampi terrazzi digradanti dolcemente a E e a SE, con una brusca scarpata a W, e sono dovuti al lunghissimo processo di erosione su strati rocciosi inclinati a E, alternativamente teneri e resistenti. I due bacini sono chiusi dai gruppi montuosi dello Spessart, del Rhön, della Selva Francone, del Fichtelgebirge, della Selva del Palatinato Superiore, della Selva Boema e della Selva Bavarese, disposti tutti nelle aree periferiche della Baviera; si tratta di rilievi formatisi per lo più nel Paleozoico, in seguito logorati dall'erosione e ringiovaniti infine nel Cenozoico dai poderosi sconvolgimenti tettonici, che hanno provocato su queste antiche formazioni geologiche, assai rigide, profonde fratture e determinato il sollevamento o lo sprofondamento di vaste zolle della crosta terrestre. Il territorio tributa quasi interamente al Mare del Nord e al Mar Nero, rispettivamente tramite il Reno e il Danubio. Al primo scende il Meno, portandogli anche le acque della Fränkische Saale e del Regnitz; al Danubio versano le loro acque il Wörnitz, l'Altmühl, il Naab, il Regen, l'Iller, il Lech, l'Isar e l'Inn. Nella fascia subalpina si aprono vari laghi, fra i quali quelli di Starnberg, Chiem e Ammer, oltre al lago di Costanza, che è solo in piccola parte bavarese.Il clima presenta in generale caratteri di più o meno accentuata continentalità. Le estati sono quasi ovunque fresche, gli inverni piuttosto freddi, rigidi nelle parti più elevate dei rilievi montuosi. Le precipitazioni sono copiose dappertutto, più abbondanti sui fianchi montuosi rivolti agli umidi venti occidentali, assai meno nelle parti più depresse dei bacini. Parte del territorio è protetta con il Parco nazionale Bayrischer Wald (istituito nel 1970), vastissima area di foresta europea, in parte vergine, e il Nationalpark Berchtesgaden, creato nel 1978 nell'area alpina di Berchtesgaden.La popolazione, in maggioranza cattolica, è ripartita tra i grandi centri urbani di Monaco, Norimberga, Augusta e i piccoli e medi centri del S agricolo e montano. La rete stradale, autostradale e ferroviaria è organica ed efficiente; la capitale è nodo ferroviario e autostradale e si trova connessa al Brennero, sull'asse N-S delle comunicazioni tra la Germania e il Mediterraneo; gli aeroporti bavaresi si trovano a Monaco e a Norimberga.

Economia

Regione tradizionalmente agricola e forestale, la Baviera ha subito nell'ultimo sec. XX profonde trasformazioni economiche e sociali. Gli addetti alle attività agricole, per esempio, che verso la metà del secolo scorso costituivano i due terzi ca. delle forze di lavoro, sono scesi nel 1988 a poco meno dell'8%; nello stesso anno oltre il 42% della popolazione attiva era occupato nelle attività industriali e il 50% nel settore terziario. Nonostante la sensibile diminuzione del numero degli addetti e della superficie destinata ai seminativi, l'agricoltura, che ha migliorato i suoi sistemi produttivi con un organico processo di meccanizzazione, costituisce tuttora insieme con l'allevamento bovino e con lo sfruttamento del bosco una delle risorse economiche fondamentali. Si producono in prevalenza patate, grano, orzo, segale, luppolo, barbabietole, tabacco, ortofrutticoli e foraggi. Dal sottosuolo si estraggono salgemma, lignite, grafite, ferro e caolino. La notevole disponibilità di energia idroelettrica ha favorito lo sviluppo dell'industria, fiorente in vari settori (elettrotecnico, tessile, metalmeccanico, alimentare, chimico, della birra, della porcellana, della carta e delle materie plastiche). I maggiori impianti industriali sono per lo più ubicati nelle città principali (Monaco, Norimberga, Augusta, Ratisbona e Würzburg), ma anche in numerosi centri minori come Ingolstadt (raffinerie), Passavia, Fürth, Kempten e Memmingen, che vantano antiche tradizioni artigianali. Fra le principali fonti del reddito è anche il turismo, particolarmente intenso nelle città maggiori (spesso assai ricche di monumenti) e nelle stazioni alpine di villeggiatura estiva e di sport invernali, come Garmisch-Partenkirchen, Oberstdorf, Füssen, Oberammergau, Mittenwald, Berchtesgaden e Bad Reichenhall, nei centri lacustri come Lindau e il lago di Chiem, nelle cittadine di interesse storico e artistico, quali Coburgo, Bamberga, Bayreuth, Rothenburg ob der Tauber, Ansbach, Dinkelsbühl, Nördlingen, Eichstätt, Straubing e Landshut.

Storia

Anticamente abitata dai Celti, incorporata dai Romani nella Rezia, fu occupata poi dai Bavari per costituirsi in ducato dipendente dai Franchi sotto Carlo Martello e Pipino il Breve. Nel sec. VIII San Bonifacio ne completò e organizzò la cristianizzazione, contemporanea all'integrazione nell'Impero carolingio, in seno al quale la Baviera comprendeva anche l'Austria fino all'Enns e la Carinzia. Nel corso del sec. X i duchi, specie Arnolfo I, Enrico I ed Enrico II, ne difesero tenacemente l'autonomia nell'Impero. Sotto i duchi guelfi la Baviera, mentre si estendeva a nord del Danubio, andò perdendo tutta la parte orientale (Austria), che passò ai Babenberg, fino a quando Enrico XII il Leone, deposto dall'imperatore, dovette cedere lo scettro a Ottone di Wittelsbach(1180), la cui casa doveva regnare fino al sec. XX . Seguì un lungo periodo di divisioni e ricomposizioni fra eredi, di instabilità e interferenze straniere, cui pose fine la legge sulla primogenitura di Alberto IV (1506). Nel Cinquecento e Seicento la Baviera sostenne la parte cattolica cui, con Massimiliano I, vincitore della lega protestante nella battaglia della Montagna Bianca (1620), diede uno dei maggiori capi, ma conservandosi autonoma sia rispetto al papa sia all'imperatore. Dallo stesso Massimiliano I essa ebbe una solida organizzazione militare, amministrativa e finanziaria, nonché conquiste territoriali consacrate dalla Pace di Vestfalia (1648). Nella seconda metà del Seicento continuò, sotto Ferdinando Maria, lo sviluppo economico e politico, mentre gravi difficoltà vennero dalla politica estera di Massimiliano Emanuele (1679-1726) e soprattutto di Carlo Alberto (poi Carlo VII imperatore), che, stimolato dai Francesi, provocò la guerra di successione austriaca. Alla morte di Massimiliano III (1777), si estinse il ramo principale dei Wittelsbach; dopo di lui ci fu Carlo Teodoro di Neuburg Sulzbach, che chiamò lo Stato con il nome di Palatinato-Baviera. La notevole estensione del territorio non mancò di suscitare le gelosie dell'Austria e la conseguente guerra di successione bavarese. Al tentativo dell'imperatore Giuseppe II di acquistare parte della Baviera, Federico II di Prussia rispose invadendo la Boemia (1778), senza tuttavia che vi fosse spargimento di sangue (da qui il nome di “guerra contro le patate”). La vertenza si chiuse, per la mediazione di Caterina II di Russia, con la Pace di Teschen (1779), che riconobbe l'unione tra Baviera e Palatinato e assegnò la successione a Massimiliano di Zweibrücken. Serrata tra la Francia e l'Austria, fino all'Ottocento, la Baviera dovette allinearsi, anche per la sua debolezza finanziaria, con la politica austriaca, a proprio svantaggio, finché Massimiliano I Giuseppe (1799-1825; ebbe il titolo regale nel 1806) e il suo ministro M. von Montgelas non si risolsero a radicali riforme interne e a una proficua alleanza con Napoleone I. La Costituzione del 1º gennaio 1808 consacrò le libertà civili, l'abolizione della servitù e la parificazione fiscale. Al crollo napoleonico la Baviera si riaccostò tuttavia all'Austria riuscendo a salvare, nei congressi di Parigi e Vienna, gli acquisti territoriali, eccettuati il Tirolo e il Vorarlberg. Un Parlamento bicamerale fu introdotto dalla Costituzione del 1818, ma il re si affrettò a frenare le concessioni liberali; e una ulteriore svolta conservatrice e oscurantista si ebbe con Luigi I, costretto peraltro ad abdicare nel marzo 1848. Gli sforzi di Massimiliano II e del ministro Pfordten, di concerto col sassone Beust, per creare una terza forza tra Austria e Prussia (Trias Idee) non ebbero fortuna. Luigi II (1864-1886), dopo aver contrastato la crescente supremazia della Prussia, dovette firmare con essa un'alleanza (agosto 1866), preludio all'incorporazione nel Reich (1870). Entro l'Impero la Baviera mantenne una relativa autonomia in campo diplomatico, amministrativo e delle comunicazioni; una forte maggioranza di “patrioti”, insieme con “vecchi cattolici” del Döllinger, animò la lotta contro il Kulturkampf. Dopo la rivoluzione del 1918, che depose l'ultimo Wittelsbach, l'assassinio di Kurt Eisner, presidente della Repubblica bavarese, per mano di estremisti di destra (febbraio 1919), e la breve parentesi della Repubblica dei Consigli di operai e soldati, che subentrò al governo del socialdemocratico Hoffmann e finì in una sanguinosa repressione (aprile-maggio 1919), la Baviera adottò una Costituzione repubblicana (agosto 1919). In seno alla Repubblica di Weimar il particolarismo regionale ebbe il sopravvento con il governo Kahr (1920), sostenuto dal nuovo partito popolare bavarese e poi dagli stessi nazionalisti tedeschi, portando a un contrasto col potere centrale che culminò nel novembre 1923, allorché Hitler e Ludendorff approfittarono della situazione per un colpo di stato di estrema destra a Monaco, peraltro fallito sul nascere. Perduta ogni autonomia con l'avvento del nazismo (marzo 1933), la Baviera l'ha riacquistata nel nuovo ordinamento federale del 1949, previo distacco del Palatinato bavarese unito alla Renania. Nella seconda metà del Novecento vi ha predominato l'Unione cristiano-sociale (CSU), espressione locale della cristiano-democrazia tedesca.

Arte

L'architettura romanica in Baviera presenta edifici scarsamente caratterizzati (chiesa di Prüfening, consacrata nel 1119, con il più importante ciclo di affreschi romanici tedeschi, del 1130-60; in Franconia St. Jakob di Bamberga). Successivamente, mentre la vecchia Baviera resta legata agli schemi romanici tradizionali (St. Jakob di Ratisbona, ca. 1150-93; cattedrale di Frisinga, 1160-1205), la Franconia accoglie le forme gotiche borgognone importate dai Cistercensi (chiesa del convento di Ebrach, ca. 1200-85), il cui influsso si fa sentire anche nell'architettura delle cattedrali (sculture della cattedrale di Bamberga). L'influenza diretta delle grandi cattedrali francesi si avverte verso la metà del sec. XIII, quando si costruiscono chiese schiettamente gotiche. L'edificio più importante dello stile gotico maturo è la cattedrale di Ratisbona (1250-completato inizi sec. XVI). È intorno alla metà del Trecento che si afferma nella Germania meridionale il tipo della chiesa a sala, o Hallenkirche (a tre navate della stessa altezza), che trova ora una vastissima diffusione incontrandosi con la tendenza alla definizione di ampi spazi unitari propria del gotico tardo (seconda metà del sec. XIV). In un primo momento di transizione è determinante l'influenza dei Parler, una famiglia di architetti che si distingue per lo stile mosso e vivace (coro orientale di St. Sebald a Norimberga, 1361-79; duomo di Augusta, 1326-1431). Per tutto il sec. XV la Baviera, insieme con la Franconia, contribuisce in maniera decisiva all'evoluzione della Hallenkirche, che si fa sempre più ampia e spaziosa, mentre sparisce definitivamente il transetto; le volte a botte si rivestono di costoloni decorativi a stella e a rete, e i sostegni, per lo più ottagonali, diventano sempre più sottili. Il maggiore architetto bavarese del gotico tardo è H. Stetheimer (St. Martin di Landshut, iniziata nel 1392; St. Jakob di Straubing), il cui stile si ritroverà nel Quattrocento in tutte le maggiori chiese della Germania meridionale. Anche nella pittura e nella scultura primeggiano le città del sud, tra cui Norimberga (dove lavorano, tra la fine del sec. XV e gli inizi del XVI, V. Stoss, A. Dürer, P. Vischer, A. Kraft), Würzburg e Bamberga (T. Riemenschneider), Monaco (E. Grasser), Landshut (H. Leinberger) e Augusta (H. Holbein il Vecchio, H. Burgkmair). Ma mentre la scultura resta legata alla tradizione gotica, la pittura risente dell'arte italiana. Nel Cinquecento Augusta diventa il centro più importante del Rinascimento tedesco, anche se i modelli del classicismo italiano (Mausoleo dei Fugger, 1508-19; residenza di Landshut, 1537-43) rimasero senza vero seguito. Maggiore successo ha in Baviera il manierismo nella sua versione più irrazionale e “barbarica”, incline alla contaminazione di elementi architettonici, antropomorfici e vegetali (Antiquarium di Alberto V, Cavallerizza del Castello di Monaco di Wilhelm Eckl, 1553-71). Alla fine del Cinquecento, come in altri Paesi europei, si verifica una reazione puristica a questo stile eclettico e decorativo attraverso una ripresa di elementi e di proporzioni classicheggianti. Le opere più significative di questa tendenza sono la Michaelskirche dei Gesuiti a Monaco (ispirata alla chiesa del Gesù del Vignola a Roma), di W. Müller e F. Sustris (1583-97), e i numerosi edifici costruiti ad Augusta dall'architetto e urbanista E. Holl, che risente del Palladio (scuola di S. Anna, 1613; municipio, 1615-20; ecc.). Tra la fine del sec. XVI e gli inizi del XVII la Baviera è anche uno dei centri più importanti della pittura dell'ultimo manierismo internazionale. Per la corte bavarese lavorano L. Sustris, J. Heintz, J. von Aachen, i fiamminghi P. Candid e la famiglia di incisori Sadeler. L'attività artistica subisce un arresto con la guerra dei Trent'anni, ma alla fine del Seicento la Germania meridionale conosce una vigorosa ripresa, che culmina tra il 1700 e il 1770 con la creazione di una variante dello stile tardobarocco e rococò tra le più alte e originali d'Europa. Eccezionale è l'attività edilizia delle residenze principesche: tra i maggiori committenti emergono i duchi di Baviera (castelli di Schleissheim e di Nymphenburg), i von Schönborn di Bamberga e di Würzburg (Neue Residenz), i margravi di Brandeburgo (Bayreuth). In un primo momento (ultimi decenni del sec. XVII) operano artisti italiani (i Carlone di Scaria, A. Barelli, gli Zuccalli, G. A. Viscardi, A. Petrini), ma per la formazione del tardobarocco tedesco è determinante soprattutto l'esempio della scultura del Bernini e dell'architettura di Borromini e Guarini, esempio che dopo il 1700 trova la sua massima espressione nell'opera dei Dientzenhofer di Praga e degli Asam di Monaco. Tra il 1730 e il 1770 questo stile enfatico e teatrale, ancora legato ai colori cupi e ai contrasti di luce del Seicento, lascia il posto al rococò chiaro, elegante e festoso, in cui l'influenza italiana è superata in forme di assoluta originalità. I maggiori architetti di questa fase sono J. M. Fischer (chiesa dell'abbazia di Ottobeuren in Svevia, 1748-66; chiesa conventuale di Rott am Inn, 1759-63) e B. Neumann (santuario dei Quattordici Santi in Franconia, ritenuto il capolavoro del rococò tedesco, 1743-72; Neue Residenz di Würzburg, 1720-44). Intanto a Monaco F. de Cuvilliés diffonde il gusto francese (facciata dei Teatini, 1765-68; Amalienburg nel parco di Nymphenburg, 1730-39). Tra gli scultori del periodo emergono I. Günther e J. A. Feichmayr in Baviera, J. W. van der Auwera e F. Dietz in Franconia.

Bibliografia

Per la geografia

O. Kuhn, Geologie von Bayern, Monaco, 1954; Topographischer Atlas Bayern, Monaco, 1968; Autori Vari, Deutschland vor drei Jahrhunderten, Gütersloh, 1971; G. Erouart, J. Klein, M. Stillger, Baviera e Foresta Nera, Verona, 1987.

Per la storia e l'arte

B. Hubensteiner, Bayerische Geschichte, Monaco, 1955; A. von Reitzenstein, H. Brunner, Bayern, Reclams Kunstfürher, I, Stoccarda, 1957; D. Losurdo, Tra Hegel e Bismarck, Roma, 1983; A. Profeti Host, Vedere Monaco e la Baviera, Firenze, 1987.

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