Bressanóne/Brixen

Indice

comune in provincia di Bolzano (41 km), 559 m s.m., 84,86 km², 18.359 ab. (bressanonesi o brissensi/Brixner), patrono: san Michele (29 settembre).

Generalità

Cittadina posta alla confluenza del fiume Isarco con il fiume Rienza, all'imbocco della val Pusteria. Il nucleo più antico si sviluppò all'interno della cinta muraria eretta nel sec. XI, di cui restano tuttora tre porte (Sabiona, Sole e San Michele). Nel sec. XIV l'espansione urbanistica richiese la costruzione di una nuova cinta muraria. Cresciuto ulteriormente in età barocca, l'abitato ha vissuto la più forte espansione negli ultimi decenni, grazie allo sviluppo turistico e industriale.

Storia

È l'antica Pressena, poi Brixina. Dal 901, a seguito di diploma imperiale, fu occasionale residenza dei vescovi di Sabiona (Säben) e dalla fine del sec. X divenne sede del vescovato. La grande fioritura della città ebbe inizio nel 1027, con l'elezione a capitale del principato vescovile voluta da Corrado II il Salico e la concessione di ampi privilegi, tra cui quello di coniare moneta. Nel 1080 Enrico IV vi convocò un concilio per sostituire Gregorio VII. Con l'estensione del dominio vescovile, l'amministrazione fu affidata a vassalli: i conti di Andechs (fino al 1238), i conti di Tirolo (fino al 1363), gli Asburgo e poi, a partire dal sec. XVI, diverse famiglie nobili trentine, tra le quali principalmente gli Sporo. Secolarizzato il principato nel 1803, nel 1806 la città fu incorporata alla Baviera e nel 1814 passò all'Austria; nel 1918, in seguito agli esiti della prima guerra mondiale, fu annessa all'Italia con tutto il Trentino-Alto Adige.

Arte

Con il vicino complesso di Novacella, Bressanone costituisce il maggior centro artistico dell'Alto Adige. La città, architettonicamente omogenea, ha un aspetto tipicamente tedesco nelle case con bassi porticati, sporti a vetrate, cornici e timpani merlati (via di Ponte Aquila, via dei Portici ecc.). Il centro monumentale è rappresentato dalle piazze Parrocchia e del Duomo. Il duomo, rifatto nel 1745-54 su base romanica del sec. XIII, è tra le maggiori chiese tardobarocche della regione. L'interno conserva pale di G. Cignaroli, di Cristoforo, Francesco e Michele Unterberger e di P. Troger. Adiacente alla chiesa, dopo un lungo corridoio, si trova il chiostro, sul quale guardano lo stesso duomo, il battistero e la parrocchiale quattrocentesca. Romanico, ma riadattato alla fine del sec. XIV, il chiostro è interamente decorato da un ciclo di affreschi di pittori tardogotici della scuola brissinese (fine sec. XIV inizi sec. XVI), tra cui Jacob Sunter. L'edificio più antico è la chiesa di San Giovanni Battista (o Battistero), del Mille, con affreschi dei sec. XIII-XV. La vicina casa Pfaundler, rinascimentale, presenta caratteristici sporti poligonali e ferri battuti. Il palazzo dei Principi Vescovi ha una facciata del sec. XVIII e un cortile tardorinascimentale a portici e due ordini di logge su pilastri; i pilastri del secondo ordine presentano nicchie con statue di vescovi e di imperatori della casa d'Asburgo di H. Reichle (1599). Affreschi romanici si trovano nel sottotetto della chiesa di Nostra Signora. Il Museo Diocesano conserva il Tesoro del Duomo, sculture lignee medievali e tele di pittori altoatesini del Settecento. Nei dintorni si segnalano chiese gotiche (sec. XV) affrescate a Cleran, Mara, Meluno e Millan, e castelli o palazzi fortificati a Millan e a Sarnes.

Economia

L'economia si basa sul terziario, in particolare il turismo, molto sviluppato e favorito dalle strutture ricettive e sportive di eccellente qualità (sport invernali a La Plose). Rilevante è la coltivazione della vite. L'industria opera nei comparti della lavorazione del legno, del mobile, delle ceramiche, dei componenti d'arredo, dei sanitari, dell'abbigliamento, chimico, metalmeccanico, meccanico (anche di precisione), termotecnico, alimentare ed enologico (vini DOC valle Isarco).

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