Càpua (Caserta)

Indice

comune in provincia di Caserta (12 km), 25 m s.m., 48,63 km², 19.041 ab. (capuani), patrono: sant’ Agata (5 febbraio) e santo Stefano (26 dicembre).

Generalità

Cittadina della Terra di Lavoro, posta in un'ansa alla sinistra del fiume Volturno. L'abitato, in parte circondato dalla cinta muraria costruita nel Cinquecento, racchiude un ricco patrimonio artistico e storico.

Storia

È da identificarsi con Casilinum, il porto fluviale dell'antica Capua (l'odierna Santa Maria Capua Vetere), in cui si rifugiarono nell'841 i capuani scampati alla distruzione della loro città da parte dei Saraceni. Qui il longobardo Landone (856) fondò l'odierna Capua, che ben presto riacquistò l'antica potenza. Dopo essere stata conquistata (859 e 866) dai signori di Spoleto, sostenne e respinse l'assedio dei salernitani (879) e dei napoletani (885). Divenuta gastaldato del Ducato di Benevento, fu in seguito principato autonomo, raggiungendo l'apice della potenza nella prima metà del sec. XI con Pandolfo IV, che ne estese i confini conquistando Napoli, Gaeta e Montecassino. Con la vittoria di Ruggero II (1134) fu annessa al regno normanno e , dopo un periodo di decadenza, fu fortificata da Federico II, che vi fece costruire un castello; passò poi agli Angioini e fu assediata da Braccio da Montone (1421) e da Giacomo Caldora (1437); ma l'assedio più disastroso fu quello di Cesare Borgia (1501), che fece trucidare a tradimento 5000 cittadini. Conquistata dagli spagnoli e costituita in municipio (sec. XVI), fu capoluogo della provincia di Terra di Lavoro fino al sec. XIX. Seguì poi le sorti del Regno di Napoli, e nel 1860, dopo la battaglia del Volturno, fu conquistata dalle truppe sabaude del generale Morozzo della Rocca. Fu gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e dal sisma del 1980.

Arte

L'edificio più importante del periodo longobardo è la chiesa di San Salvatore Maggiore a Corte (sec. X), che testimonia (insieme alle piante originarie delle chiese di San Giovanni e di San Michele, anch'esse dette “a corte”), la ripresa degli schemi della basilica paleocristiana. Il palazzo dei Principi Normanni o Castello delle Pietre (seconda metà sec. XI), conserva un possente torrione rettangolare merlato con tre bifore ogivali. Coevo è l'atrio del duomo (dedicato ai Santi Stefano e Agata), poggiante su 20 colonne di spoglio in granito grigio dai bei capitelli corinzi; insieme al campanile (sec. IX) è ciò che rimane del primitivo edificio, distrutto durante l'ultima guerra. Il palazzo Fieramosca rivela nella sua morfologia tre fasi costruttive: la primitiva romanica, la trasformazione gotica realizzata nel corso del sec. XIII e l'ampliamento rinascimentale, relativo all'acquisto dell'edificio da parte della famiglia Fieramosca (fine sec. XV). Nel 1239 Federico II fece edificare all'inizio del ponte romano sul Volturno (distrutto nel 1943) un arco trionfale munito di torri, di cui restano i basamenti e da cui provengono le sculture custodite al Museo Provinciale Campano di palazzo Antignano (con curioso portale del sec. XV in stile catalano-moresco). Il museo comprende una sezione archeologica (con le Matres Matutae, 150 statue in tufo di donne con bambini in fasce tra le braccia), numerosi frammenti scultorei longobardi e preromanici, una pinacoteca e un'importante biblioteca, che conserva pergamene, manoscritti, incunaboli, carte topografiche e il prezioso archivio storico e diplomatico. Al sec. XVI risale il Palazzo Comunale (1561), il castello di Carlo V (1552) e il rifacimento della chiesa dell'Annunziata (sec. XIII, restaurata dopo il 1943), con bella cupola di Domenico Fontana; al Settecento, invece, la mossa facciata di Sant'Eligio, la ristrutturazione di numerose chiese e alcuni palazzi privati.

Economia

È uno dei centri più sviluppati del Casertano, con funzioni amministrative e commerciali e un attivo mercato di prodotti agricoli. Basa la propria economia sull'agricoltura intensiva, che produce cereali, ortaggi, frutta, barbabietole da zucchero, tabacco e foraggi, sull'allevamento di bovini e bufali da latte (mozzarella di bufala DOP) e sull'industria, che opera nei settori alimentare (caseifici e pastifici), farmaceutico, delle apparecchiature aerospaziali, dei materiali da costruzione e della lavorazione del legno e dei metalli. Sono attive, inoltre, cave per l'estrazione di calcare.

Curiosità e dintorni

A luglio si svolge la rievocazione storica del sanguinoso assedio di Cesare Borgia, con corteo in costume d'epoca. La cittadina diede i natali al condottiero Ettore Fieramosca (1476 ca.-1515), al medico e filantropo Ferdinando Palasciano (1815-1891) e al compositore e pianista Giuseppe Martucci (1856-1909). La basilica di Sant'Angelo in Formis, situata nella frazione omonima, è una delle testimonianze dell'arte medievale più belle di tutta la regione.

Per la storia

M. Schipa, Il Mezzogiorno d'Italia anteriormente alla monarchia, Bari, 1923; J. Heurgon, Recherches sur l'histoire, la réligion et la civilisation de Capoue préromaine, Parigi, 1942; N. Cilento, Le origini della signoria capuana, Roma, 1976.

Per l'arte

P. Mingazzini, Museo Campano, fasc. I, II, III, IV, Roma, 1935-54; C. Shearer, Renaissance of Architecture in Southern Italy, Cambridge, 1935; J. Wettstein, Sant'Angelo in Formis et la peinture médievale en Campanie, Ginevra, 1960; I. Di Resta, Capua medievale, Napoli, 1983.

Per l'archeologia

M. Bonghi Jovino, Capua preromana - Le terracotte votive, 2 voll., Firenze, 1965-71; F. Parise Badoni, Capua preromana - Ceramica campana a figure nere, Firenze, 1968; P. Mingazzini, Corpus Vasorum Antiquorum - Il museo campano di Capua, IV, Roma, 1969; M. Bendello, Capua preromana. Terracotte votive del Museo provinciale campano. Testine e busti, Firenze, 1975; O. Della Torre, S. Ciaghi, Terracotte figurate e architettoniche del Museo Nazionale di Napoli, vol. I, Terracotte figurate da Capua, Napoli, 1980.

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