capoluogo della provincia omonima, 162 m s.m., 103,02 km², 102.862 ab. secondo una stima del 2007 (novaresi), patrono: san Gaudenzio (22 gennaio).

Generalità

Città del Piemonte situata nella Pianura Padana, su un rialzo alluvionale isolato tra i corsi dei torrenti Agogna e Terdoppio. La struttura quadrilatera a scacchiera del centro storico testimonia l'origine romana della città (il decumanus maximus corrispondeva agli attuali corso Italia e corso Cavallotti e incrociava, nell'odierno Angolo delle Ore, il cardo maximus, ora corso Cavour e corso Mazzini). Fiorente centro commerciale in età imperiale, al principio della lunga dominazione spagnola per la sua posizione di confine fu destinata a svolgere la funzione di piazzaforte militare e racchiusa, nel 1522, entro una cerchia pentagonale fortificata. Nel 1841, con l'abbattimento dei bastioni, ebbe luogo una prima fase di espansione (verso S, con quartieri residenziali, e verso N ed E, oltre la ferrovia, con insediamenti industriali), che divenne notevole nella seconda metà del sec. XIX e soprattutto nel sec. XX, dopo la Liberazione, quando Novara conobbe un'impetuosa crescita demografica ed economica che ne fece la seconda città del Piemonte; rispetto al nucleo più antico dell'attuale centro cittadino, circondato dalla cintura di viali alberati dei “baluardi”, l'espansione moderna è avvenuta lungo gli assi viari in direzione di Milano (E), di Alessandria (SE), di Torino (SW), della Valsesia e dei laghi d'Orta (NW) e Maggiore (N). Legata agli stilemi dell'arte lombarda sino all'età barocca, dopo la seconda metà dell'Ottocento cominciò ad assumere il carattere neoclassico che la distingue tra le città piemontesi. È sede vescovile.

Storia

Abitata dapprima dai Liguri e successivamente da Celti e Galli Vertacomacori, la città ebbe nel sec. II a. C. la denominazione di Novaria; eretta da Giulio Cesare a municipium, fu compresa nella X regione augustea. Fu centro di notevole rilievo militare e commerciale per la sua posizione strategica, all'incrocio di importanti vie di comunicazione. Nella seconda metà del sec. IV fu elevata a sede vescovile. Nel 569 venne occupata dai Longobardi ed entrò a far parte del ducato detto “di Bulgaria”; nel 962 l'imperatore Ottone I legò le sorti della città al potere vescovile, la cui influenza si estendeva sull'intero territorio novarese. Costituitasi in libero comune all'inizio del sec. XI, si schierò dapprima con Federico Barbarossa, ma poi gli si ribellò e aderì nel 1167 alla Lega Lombarda; nel 1168 si alleò con Vercelli per contrastare la minaccia dei conti di Biandrate. Dal 1257 scoppiò la lotta tra i ghibellini e i guelfi, terminata nel 1310 con la vittoria dell'imperatore Enrico VII, che occupò la città. Sottoposta dal 1332 al 1449 alla potestà dei Visconti (salvo il breve periodo di occupazione di Giovanni V Paleologo, dal 1356 al 1358), passò poi agli Sforza e nel 1495 fu occupata dai francesi di Luigi d'Orléans, durante la campagna di Carlo VIII in Italia. Nel corso delle guerre franco-spagnole in Italia condivise le sorti del Ducato di Milano; conquistata dalla Spagna nel 1535 ed eretta a marchesato, fu concessa a Pier Luigi Farnese (1538) e nel 1602 tornò alle dipendenze dirette della Spagna. In seguito ai trattati di Utrecht (1713) venne concessa all'Austria insieme con tutta la Lombardia. Nel 1738, come conseguenza dei trattati di Vienna, il possesso della città fu riconosciuto alla casata dei Savoia, alla quale tornò dopo gli sconvolgimenti della fase napoleonica. Nei pressi della città, alla Bicocca, con la vittoria delle truppe del maresciallo Radetzky su quelle piemontesi guidate dal generale polacco Chzarnowski, il 23 marzo 1849 si decisero le sorti della prima guerra d'indipendenza e del re Carlo Alberto, che abdicò (in una sala del palazzo Tornielli Bellini) a favore del figlio Vittorio Emanuele II. Negli anni successivi alla prima guerra mondiale Novara fu teatro di violenti moti popolari. La città diede poi un fondamentale contributo alla lotta di liberazione antifascista.

Arte

Dell'antico castrum balnea romano restano avanzi di edifici, mosaici e iscrizioni. In alcuni punti della città sono visibili i resti di antiche mura romane. Il duomo fu eretto in forme neoclassiche da A. Antonelli nel 1865-69, inglobando parti del precedente duomo romanico di Santa Maria; l'interno è ornato da preziosi affreschi, tra cui lo Sposalizio di santa Caterina di Gaudenzio Ferrari. Dal quadriportico che lo precede si accede all'antico battistero ottagonale, di fondazione paleocristiana (sec. IV-V) ma rifatto in epoca romanica; conserva all'interno affreschi raffiguranti scene dell'Apocalisse (sec. XI) e del Giudizio Universale (sec. XV). La basilica di San Gaudenzio fu costruita, a partire dal 1577, su disegno di P. Tibaldi; il campanile barocco (1753-86) è opera di B. Alfieri, mentre la celebre cupola, alta 121 m, è opera dell'Antonelli, iniziata nel 1844 e terminata nel 1888 con la posa sulla sommità della gigantesca statua del Salvatore; all'interno della chiesa si trovano importanti dipinti di G. Ferrari, Tanzio da Varallo, del Morazzone e del Moncalvo. Altre opere di artisti di scuola lombarda del Seicento (tra cui Daniele Crespi e G. C. Procaccini) sono custodite nelle chiese barocche di San Marco (1607-14), San Pietro al Rosario (1599-1618) e Santa Eufemia (1666-98). Il castello visconteo-sforzesco, eretto nel 1357 su una fortificazione duecentesca, fu integralmente ristrutturato a partire dal 1472 da Bartolomeo Gadio. Notevole è il complesso medievale del Broletto, che consta di quattro edifici che si affacciano su un cortile interno: i duecenteschi palazzi del Comune (o Arengario) e dei Paratici (con portico e loggia del Settecento) e quelli del Podestà e dei Referendari, entrambi risalenti ai sec. XIV-XV. Interessanti costruzioni civili sono il palazzo Rognoni Salvaneschi (sec. XIV), la casa della Porta (sec. XV), il palazzo Natta, attribuito al Tibaldi, e l'Ospedale Maggiore della Carità (grandioso complesso di fabbricati sviluppatosi nei sec. XVII-XIX intorno a un nucleo del 1628-43, del cui impianto resta un cortile a due ordini di logge). Importanti sono anche il palazzo Tornielli Bellini, di epoca barocca, l'ottocentesco palazzo Faraggiana e Casa Bossi, il più bell'esempio di casa civile dell'Antonelli. Nell'ambito del radicale rinnovamento urbanistico ottocentesco in stile neoclassico sorsero la piazza Martiri della Libertà, con il palazzo del Mercato (1817-40) e il Teatro Coccia (1886).

Musei

Presso il Broletto sono allestiti il Museo Civico, che conserva materiale archeologico e dipinti di scuola piemontese e lombarda dei sec. XVI-XVII, e la Galleria d'Arte Moderna “Giannoni”; a palazzo Faraggiana hanno sede il Museo di Storia Naturale e il Museo Etnografico “Ugo Ferrandi”. Nella Biblioteca Capitolare del duomo sono custoditi manoscritti medievali, legature e un prezioso dittico consolare eburneo del sec. V. Nel chiostro del Duomo si trovano i reperti romani e paleocristiani del Museo Lapidario.

Economia

L'assetto economico novarese basa la propria vitalità sul commercio dei prodotti agricoli e zootecnici della zona (riso e altri cereali, vino, foraggi) e soprattutto su un solido apparato industriale: oltre ai tradizionali impianti metalmeccanici e tessili, sorti nella prima metà del sec. XIX, nel sec. XX sono sorte industrie nei settori chimico, elettrotecnico, elettronico (produzione di silicio iperpuro per microprocessori), grafico-editoriale, dell'abbigliamento, lattiero-caseario (celebre la produzione di gorgonzola) e dolciario. Fiorente è il comparto terziario, in particolare per ciò che riguarda le attività connesse al turismo, al commercio all'ingrosso e al settore immobiliare; a queste sono affiancati servizi di elevato livello in campo creditizio, finanziario e di ricerca (Istituto Donegani, fondato nel 1921, e Istituto Sperimentale dei Metalli Leggeri, 1937).

Curiosità

Tra gli eventi si segnala, in marzo, Novara Risorgimentale, rievocazione storica della battaglia tra piemontesi e austriaci del 1849. La città diede i natali al pittore Felice Casorati (1886-1963), al fotografo Paolo Monti (1908-1982), all'uomo politico Oscar Luigi Scalfaro (1918), all'architetto Vittorio Gregotti (1927) e all'attore Umberto Orsini (1934).

Bibliografia

Per la geografia

P. Ballario, Novara, terra senza pace, Torino 1959; E. Buffa, Il Canale Cavour e il progresso economico e sociale del Novarese e della Lomellina, Pavia, 1968; M. Motta, Novara Medievale: problemi di tipografia urbana, Milano, 1987.

Per la storia

A. Rizzi, Novara e i Novaresi nel Risorgimento italiano, Novara, 1950; Autori Vari, Novara e il suo territorio, Novara, 1952; P. Ballario, Novara, terra senza pace, Torino, 1959; idem, La provincia di Novara: marzo 1875-marzo 1970, Novara, 1970; P. Bologna, La battaglia di Megolo, Vercelli, 1979.

Per l'arte

V. Verzone, L'architettura romanica nel novarese, 2 voll., Novara, 1935-36; A. Daverio, La cupola di S. Gaudenzio, Novara, 1941; F. Cognasso, Novara e il suo territorio, Novara, 1952; A. Vincenti, P. Spinelli, G. Pacciarotti, Ville della provincia di Novara, Milano, 1989.

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