Céva

Indice

comune in provincia di Cuneo (49 km), 376 m s.m., 42,96 km², 5729 ab. (cevani), patrono: Madonna del Rosario (7 ottobre) e santa Lucia (13 dicembre).

Centro situato alla confluenza del torrente Cevetta col fiume Tanaro. È la romana Cebula, devastata durante le invasioni barbariche e poi dai Saraceni nel sec. X. Possesso di Bonifacio del Vasto (1091), fu eretto nel 1170 a marchesato autonomo. Passato ai marchesi del Monferrato dopo il 1350, andò ai Visconti e poi agli Orléans nel 1386. Sottomesso alla Francia, fu conquistato da Amedeo VIII nel 1415 passando ai Savoia. Questi lo elevarono nel 1651 a capo di una vasta provincia e a città nel 1773. Subì l'occupazione francese dal 1796 al 1815. Durante la seconda guerra mondiale fu attivo centro della Resistenza.§ Il paese ha conservato in parte l'originario aspetto medievale, che si riconosce in alcune abitazioni del nucleo storico, nella torre Guelfa (resto del ponte fortificato del sec. XIV) e nella torre del Campanone (in corrispondenza di uno degli antichi ingressi nella città murata). Il castello dei Pallavicino (sec. XI) fu ricostruito nel Cinquecento. Al 1630 risale la costruzione della parrocchiale dell'Assunta, che, ampliata nel 1760, custodisce affreschi di Andrea Vinai e un altare in marmi policromi del sec. XVIII.§ L'industria è presente con numerose aziende operanti nei settori meccanico, grafico, chimico (gas), calzaturiero, alimentare (in particolare lattiero-caseario), conserviero, enologico, dell'abbigliamento, e della lavorazione del legno. L'agricoltura produce cereali, foraggi, patate, uva; diffusi l'allevamento e lo sfruttamento dei boschi (tartufi, funghi e castagne). La sua posizione lungo l'importante nodo viario Torino-Savona ha favorito lo sviluppo del commercio di prodotti agricoli, zootecnici e industriali.§ Vi nacque il critico letterario Attilio Momigliano (1883-1952).

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