Castellazzo Bòrmida

Indice

comune in provincia di Alessandria (10 km), 104 m s.m., 45,18 km², 4269 ab. (castellazzesi), patrono: Beata Vergine Addolorata (prima domenica di settembre).

Centro situato nella pianura alla destra della Bormida, poco a monte della confluenza con il torrente Orba. È l'antica Gamondium che in epoca longobarda fu corte regia; in seguito libero comune, fu tra quelli che decisero la fondazione di Alessandria (1168) e contribuirono al suo popolamento. Possedimento dapprima dei Visconti e poi degli Sforza, nel 1498, sotto Ludovico il Moro, fu fortificato e prese il nome di Castellazzo. Dopo l'estinzione degli Sforza passò a Carlo V, che lo affidò ad Alfonso d'Avalos marchese di Vasto e di Pescara. Dal 1707 passò ai Savoia, che lo infeudarono ai Pallavicino di Genova. § Delle antiche fortificazioni conserva il turrito castello degli Spinola e la torre dell'Orologio a pianta semicircolare, unica superstite delle dodici su cui poggiava la cinta muraria del 1498. La romanica chiesa di San Martino è molto rimaneggiata. All'ingresso del paese è il santuario neoclassico della Madonna della Creta (detta “Madonna dei Centauri”, perché proclamata patrona dei motociclisti da Pio XII nel 1947). Nei dintorni sorge la Trinità da Lungi, costruzione romanica anteriore al 1134, un tempo chiesa dell'abbazia cistercense del Tiglieto: nell'interno a tre navate conserva capitelli finemente lavorati. § L'agricoltura produce cereali, ortaggi (coltivati anche in serra), patate, zucche tipiche e bietole rosse DOC, nonché foraggi per l'allevamento bovino e suino. Sono attive aziende nei settori alimentare (farine, conserve, salumi e dolciumi), delle macchine utensili, dei serramenti, della gomma e degli imballaggi. § Dal 1946, in luglio, un importante motoraduno richiama migliaia di partecipanti da tutto il mondo; due volte all'anno si tiene un mercato antiquario dedicato agli orologi.

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