Filarète, Antònio Averlino o Averulino, detto il-

scultore e architetto italiano (Firenze ca. 1400-Roma ca. 1469). Formatosi a Firenze come scultore (fu forse aiuto nella bottega del Ghiberti), come tale operò inizialmente a Roma (porta bronzea di S. Pietro, 1433-45). A Firenze nel 1448 e a Venezia l'anno successivo, nel 1451 fu chiamato da Francesco Sforza a Milano, dove svolse la sua attività più importante fino al 1465. Egli lavorò dapprima al Castello Sforzesco di Porta Giovia, progettando la torre, poi distrutta nel 1521 e ricostruita in epoca moderna, iniziando quindi (1456) la costruzione del suo capolavoro, l'Ospedale Maggiore. Impostato nitidamente su una pianta rettangolare, con cortile centrale che determina due aree laterali quadrate, divise a loro volta da bracci perpendicolari in cortili minori, l'Ospedale rappresentò anche come soluzioni tecniche un modello di struttura e disposizione continuato fino al Settecento. Alcuni aspetti più decorativi (finestre goticheggianti) sono dovuti all'intervento (dopo il 1465) di Guiniforte Solari. Nello stesso periodo, Filarete fu chiamato a Bergamo (1457) per il duomo, rimodernato nel 1689 da Carlo Fontana e poi modificato, e attese alla redazione del suo Trattato di architettura (1461-64), primo scritto teorico del genere in volgare, in 25 libri, in cui viene delineata la struttura di una città ideale, Sforzinda, a pianta stellare, con sistema radiocentrico di strade e canali. Il carattere fortemente utopistico e fantasioso del trattato conferma la particolare collocazione culturale del Filarete nell'architettura rinascimentale: mentre infatti si fece principale diffusore al Nord del credo rinascimentale, d'altro canto, attraverso il recupero critico della tradizione medievale, ne forzò i limiti di razionalità, mettendone in crisi i valori.

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