Ghibèrti, Lorènzo

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scultore, orafo, architetto, pittore e scrittore d'arte italiano (Firenze 1378-1455). Formatosi nella bottega dell'orafo Bartolo di Michele, fece il suo esordio ufficiale come scultore al concorso per la seconda porta del Battistero di Firenze (1401). Pur viaggiando (a Pisa nel 1416, a Roma nel 1416 e nel 1429-30, a Venezia nel 1424-25) e lavorando per altri centri (eseguì due formelle per il fonte battesimale di Siena, 1417-27), Ghiberti svolse la sua attività principalmente nei “cantieri” artistici fiorentini, dando vita a una fiorente bottega, dove ebbe per aiuti anche Donatello e Michelozzo. Le fonti parlano di una sua attività di pittore (realizzò cartoni per le vetrate del duomo di Firenze) e della sua partecipazione come architetto alla complessa vicenda della cupola di S. Maria del Fiore (sovrintendente ai lavori, fu esonerato dalla carica nel 1436); la sua maggior fama è, però, legata all'opera di scultore, svolta quasi interamente nei principali cantieri artistici fiorentini. La sua formazione di orafo, avvenuta nella bottega di Bartolo di Michele, è alla base dell'estrema perizia tecnica e finezza esecutiva che distinguono i suoi lavori in bronzo. Al concorso, in cui riuscì vittorioso, del 1401, il programma di Ghiberti era già pienamente delineato su una linea riformista e non rivoluzionaria: il classicismo ghibertiano appare come evoluzione del naturalismo tardogotico fiorentino, sviluppo armonico, e non sovvertimento, di concezioni tradizionali. Il che non significa che nel suo percorso artistico Ghiberti non abbia tenuto conto delle innovazioni apportate da Brunelleschi e Alberti con la teoria prospettica (non aderì invece allo stiacciato di Donatello). Questo sviluppo è molto evidente nel confronto tra le due porte ghibertiane del Battistero: la prima (1403-24), la porta Nord, divisa in 28 riquadri entro formelle (compassi) polilobate, secondo lo schema di quella trecentesca di Andrea Pisano; la seconda (1425-52), la porta del Paradiso, scompartita in 10 pannelli quadrati (casamenti) su cui si stendono con ampiezza le narrazioni sacre. E così nelle statue bronzee per Orsanmichele, nelle quali, prima espressione della rinascita della statuaria classica, si animano di nuova vita le forme più evolute del gotico internazionale (S. Giovanni Battista, 1412-15; S. Matteo, 1419-22; S. Stefano, 1425-29). La coscienza del momento storico in cui agiva è evidentissima nell'opera letteraria di Ghiberti, i Commentari, che a spunti legati ancora alla prassi artistica della bottega trecentesca affiancano elementi nuovi e ricchi di futuri sviluppi: il concetto di evoluzione dell'arte, il valore dell'antico, il ricordo degli artisti attraverso la narrazione delle loro vite. Per questo, non piccolo merito di Ghiberti è porsi all'inizio della letteratura artistica rinascimentale.

Bibliografia

L. Planiscig, Lorenzo Ghiberti, Firenze, 1949; R. Krautheimer, Lorenzo Ghiberti, Princeton, 1956; R. Chiarelli, Lorenzo Ghiberti, Milano, 1966; M. G. Rosito (a cura di), Ghiberti e la sua arte nella Firenze del '300 e '400, Firenze, 1979.

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