Frónte Popolare per la Liberazióne della Palestina

(FPLP). Fondato nel 1967 da G. Habash, che ne è stato il leader fino al 2000, rappresenta una delle componenti rivoluzionarie dell'OLP.Accentuando la dimensione panaraba del problema palestinese, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina si è spesso trovato in contrapposizione con al-Fatḥ, la dirigenza dell'OLP e gli elementi più estremisti come Ahmed Jibril, politicamente vicino alla Siria e fondatore, nel 1969, della fazione "Comando generale", resasi indipendente dal resto del gruppo. Nel 1974 il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina era alla testa del Fronte del Rifiuto per impedire l'eventuale partecipazione dell'OLP ai negoziati. All'inizio degli anni Ottanta tornava in seno all'OLP, ma senza rinunciare alla sua posizione critica nei confronti della componente maggioritaria della resistenza palestinese, al-Fatḥ. Contro quest'ultima, infatti, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina promuoveva a Damasco, nel 1985, la costituzione di un Fronte di salvezza nazionale della Palestina, giudicando troppo arrendevole e suicida la posizione del gruppo capeggiato da ʽArafāt. Ma le iniziative del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina erano anche il risultato, oltreché di una rigida impostazione ideologica, delle manovre che vari Paesi arabi, e segnatamente la Siria, conducevano nei confronti dell'OLP e della leadership di ʽArafāt. Nonostante le forti contrapposizioni, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina partecipava, comunque, alla riunione storica del Consiglio Nazionale Palestinese di Algeri (1988), nel quale era sancito il principio della coesistenza di due Stati, Israele e Palestina. Alla fine degli anni Novanta il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina trasferiva la propria sede da Damasco a Ramallah come segno di riavvicinamento ad ʽArafāt, restando comunque parte del Fronte del Rifiuto perché contrario a qualsiasi accordo di pace con Israele. Nel 2000, anno in cui i negoziati tra ʽArafāt e il leader laburista Barak fallivano e si scatenava una nuova Intifada, progressivamente sfociata in uno stato di guerra con centinaia di vittime, soprattutto palestinesi, Abu Ali Mustafa sostituiva Habash alla guida del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Il nuovo leader veniva però ucciso nell'agosto dell'anno seguente da razzi israeliani che colpivano la sua abitazione, avvenimento che costituiva un ulteriore motivo di crisi e dal quale scaturivano, oltre a spontanee manifestazioni di piazza, catene di violenza, nuovi attentati palestinesi, ulteriori rappresaglie israeliane.

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