Frosinóne (città)

Indice

capoluogo della provincia omonima, 291 m s.m., 47,01 km², 48.285 ab. secondo una stima del 2007 (frusinati), patrono: santi Silverio e Ormisda (20 giugno).

Generalità

"Per la pianta della città vedi il lemma del 9° volume." "Per la pianta della città vedi pg. 189 del 10° volume." Città del Lazio situata nel cuore della Ciociaria, sulla sommità di un rilievo collinare fra le pendici meridionali dei monti Ernici e la bassa valle del fiume Sacco. Il nucleo originario dell'abitato, raccolto nella parte più elevata del colle, si sviluppò con struttura irregolare, adattandosi alla morfologia molto articolata del terreno. Rispetto al nucleo primitivo, l'espansione urbanistica moderna ha avuto luogo in direzione sudoccidentale, nella pianura lungo il corso del fiume Cosa (affluente del Sacco), verso il casello dell'Autostrada del Sole, a circa 5 km dal centro, e verso le strade d'accesso alla città. Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, negli anni della ricostruzione conobbe una fase di intenso popolamento. Attualmente concentra più dell'80% degli abitanti della provincia, anche se si registra una progressiva diminuzione del peso demografico del capoluogo. È sede vescovile.

Storia

Città volsca col nome di Frusino, venne conquistata nel 386 a. C. da M. Furio Camillo. Nel 306 a. C. si batté, con gli Ernici, contro Roma, ma venne da questa assoggettata; in età imperiale divenne colonia romana. Nell'alto Medioevo fu possesso dei Bizantini e dei Longobardi; nel 702 venne devastata da Gisulfo, duca di Benevento, e nel 798 fu conquistata da Carlo Magno che la donò alla Chiesa (817). Tra i sec. XI e XIII fronteggiò le incursioni di Saraceni, Normanni, Svevi e Angioini grazie all'appoggio della Chiesa, che vi istituì un patriziato ereditario, poi sostituito dal governo comunale. Devastata da un terremoto nel 1350, nel 1527 venne saccheggiata dai lanzichenecchi e nel 1556 dagli spagnoli. L'espansione della città riprese solo dopo il 1721 con la bonifica della valle del Sacco. Nel 1799 fu teatro di scontri con i francesi. Nel 1816 divenne capoluogo delle province di Campagna e Marittima. Con l'annessione al Regno d'Italia registrò un notevole incremento demografico ed economico, grazie anche alla costruzione della ferrovia. Nel 1927 divenne capoluogo della nuova provincia omonima.

Arte

Il centro storico si sviluppa sulla collina. Monumenti di rilievo sono il Palazzo della Prefettura, la porta gotica e la cattedrale di Santa Maria Assunta (di origine romanica, ma rimaneggiata nei sec. XVI, XVIII e dopo la seconda guerra mondiale), con campanile quadrato di origine romanica e interno a tre navate; conserva dipinti di artisti contemporanei italiani (tra cui D. Purificato). Il Museo Archeologico Comunale documenta la complessa stratificazione storica dell'area, dall'età preistorica, all'occupazione volsca fino all'età imperiale.

Economia

Negli anni Sessanta del Novecento l'impianto economico, tradizionalmente agricolo e artigianale, lasciò il posto, con l'inserimento della città nell'area di sviluppo della valle del Sacco e la costruzione dell'Autostrada del Sole, a un forte settore industriale e commerciale, con stabilimenti di rilevanza nazionale. Alla fase di industrializzazione, durata fino agli anni Ottanta, seguì un periodo di grave crisi che coinvolse lo stesso sistema produttivo, caratterizzato da numerose imprese di piccole dimensioni e da poche unità produttive medio-grandi. Il settore manifatturiero, soprattutto di tipo artigianale, è costituito in gran parte (quasi il 90%) da piccole imprese con meno di dieci addetti, che operano nei settori alimentare, cartario-cartotecnico, metalmeccanico, elettrico, elettronico, chimico-farmaceutico, tessile, dell'abbigliamento, delle costruzioni, della componentistica meccanica, del mobile e della lavorazione del marmo, del legno, della gomma e delle materie plastiche. L'occupazione, tra le più alte delle province laziali, registra un aumento nel terziario e nell'industria.

Curiosità e dintorni

Il martedì grasso, in ricordo della rivolta del 1799 contro gli occupanti francesi, vi si svolge la Festa della Radeca (l'agave). Nei dintorni dell'abitato si trovano i resti di un anfiteatro romano.

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