Jones, Inigo

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architetto, urbanista e scenografo inglese (Londra 1573-1652). Assai scarse sono le notizie sugli inizi di Jones, personalità fondamentale per il passaggio dell'architettura inglese dalla tradizione locale medievaleggiante alla apertura sui modelli rinascimentali europei. Anche se non è da escludere un suo soggiorno in Italia ancor prima della fine del Cinquecento, resta fondamentale il viaggio ivi compiuto nel 1613-14, al seguito di lord Arundel, che gli permise la conoscenza diretta dei monumenti antichi e, nel soggiorno a Venezia e Vicenza, dell'opera dello Scamozzi e di Palladio, assunta subito come modello canonico (Jones acquistò disegni di Palladio e resta una copia del trattato palladiano con sue note autografe). Dopo il ritorno in Inghilterra e la nomina a sovrintendente generale dei lavori a corte (1615), con la Queen's House a Greenwich (1616-35) Jones creò il primo capolavoro del palladianesimo inglese, direttamente ispirato agli schemi di proporzione e simmetria delle ville palladiane. Della vasta e complessa attività svolta da Jones alla corte inglese resta relativamente poco, e le opere furono spesso modificate e completate da altri. Si ricordano la classica Banqueting Hall (1619-22), unica realizzazione di grandiosi progetti per il palazzo reale a Whitehall; la cappella della Regina al palazzo reale di S. Giacomo (1623-27), destinata al culto cattolico privato e caratterizzata dall'uso della grande finestra “serliana”; l'importantissimo progetto per la sistemazione della piazza del Covent Garden e delle vie adiacenti (1630), primo esempio di piano urbanistico per Londra, ispirato a modelli europei (la Piazza d'Armi di Livorno, la Place Royale di Parigi), e di cui resta la chiesetta di St. Paul (1631-37, bruciata nel 1795 ma ricostruita a partire dallo stesso anno da Thomas Hardwick), esplicito ossequio alla precettistica vitruviana nell'uso rigoroso dell'ordine tuscanico. Tra le dimore di campagna attribuite a Jones, notevole l'ala meridionale (1633-40) e la decorazione delle sale di rappresentanza (1649-52) della Wilton House presso Salisbury, in collaborazione con J. Webb e I. de Caux. Arbitro del gusto della corte sotto Giacomo I e Carlo I, Jones fu anche disegnatore e pittore di paesaggi, ma soprattutto svolse un'intensa attività di scenografo e inventore di macchinari per feste, apparati funebri (per il funerale di Giacomo I, 1625) e rappresentazioni teatrali: famosa è la serie di scenografie e costumi, di brillante gusto manieristico, da lui realizzati per i masques di Ben Jonson, di cui fu collaboratore stabile dal 1605 al 1631 (Oberon, the Faery Prince, 1611; Chloridia, 1631; ecc.), favorendone poi l'allontanamento da corte a beneficio di W. Davenant (The Temple of Love, 1635; Salmacida Spolia, 1640). Il contributo recato da Jones al teatro sta nell'aver introdotto in patria la tecnica delle scene mutevoli e l'assetto della sala teatrale a cavea, ma con palco limitato dal prospetto scenico e dotato dei più aggiornati dispositivi scenotecnici (Banqueting Hall). Si attenne alla prospettiva ad asse centrale, che a volte conduce verso larghi fondali panoramici (Britannia Triumphans, 1638, di Davenant), oppure si spezza in due fughe consecutive situate sullo stesso piano (Albion's Triumph, 1632, di A. Townshend), o si raddoppia su due piani sovrapposti (Coelum Britannicum, 1634, di Th. Carew). La maggior parte dei disegni rimasti, 450 teatrali e 80 architettonici, è proprietà del duca di Devonshire (Chatsworth).

Bibliografia

P. Cunningham, Inigo Jones, a Life of the Architect, Londra, 1848; S. C. Ramsey, Inigo Jones, Londra, 1924; J. A. Gotch, Inigo Jones, Londra, 1928; J. Lees-Milne, The Age of Inigo Jones, Batsford, 1953; Inigo Jones, Catalogo della mostra commemorativa, Vicenza, 1973 (con ampia bibliografia).

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