Kienholz, Edward

scultore americano (Fairfield, Washington 1927-Hope, Idaho 1994). Completati gli studi e reduce da alcune esperienze lavorative non legate al mondo dell'arte, nel 1953 si trasferì a Los Angeles ove costruì, l'anno seguente, i primi rilievi in legno fondando anche spazi espositivi come la NOW Gallery nel '56 e la Ferus Gallery con il critico W. Hopps nel ‘57. Nel 1961, causando grande scandalo alla mostra Documenta 4 di Kassel, espose il suo primo environment (ambiente) Roxy’s, che riproduceva con oggetti reali e vere tappezzerie un bordello di Las Vegas degli anni Quaranta (precisamente quello nel quale l'artista aveva avuto la sua prima esperienza sessuale), ottenendo la presenza umana con manichini. Altrettanto scalpore, per le volute provocazioni verso la perbenista società americana, destò la sua retrospettiva al Los Angeles County Museum of Art nel 1966. I temi ricorrenti dei suoi ambienti, col loro “lustro repertorio Kitsch” (Dorfles), e creati in modo tale da essere percorsi, toccati come se fossero parte della realtà, sono la denuncia/scoperta degli aspetti più vulnerabili della vita privata degli individui condizionata dalle convenzioni sociali e spesso angosciata da ricordi sgradevoli. Nel 1974 si trasferì a Berlino con la moglie Nancy Reddin, da allora coautrice e più tardi firmataria dei suoi lavori tra i quali spicca, per importanza, il Volksempfänger (apparato radio ricevente dell'epoca del nazionalsocialismo in Germania). Nel 1975, finalmente riconosciuto come uno degli esponenti più significativi della pop art, vinse il Guggenheim Award e due anni più tardi inaugurò ad Hope la galleria The Faith and Charity. Nel 1996 si tenne una sua importante retrospettiva al Whitney Museum of American Art di New York.

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