Malevič, Kazimir Severinovič

pittore russo (Kijev 1878-Leningrado 1935). Iniziò a esporre nel 1910 col gruppo di tendenza postimpressionista detto “Il Fante di quadri” animato da Larionov. Su invito di Kandinskij partecipò a Parigi alla prima mostra del Blaue Reiter (1911) con opere di impostazione cubo-futurista e di colorazione ancora (Il raccolto, 1911, Amsterdam, Stedelijk Museum). Proseguendo nel proposito di una totale liberazione dell'arte dal mondo oggettivo, egli giunse nel 1915 alla definizione della poetica del suprematismo. Il celebre Quadrato nero (1913, Mosca, Galleria Tretjakov), esposto a Pietrogrado nel 1915 insieme ad altre 35 composizioni suprematiste e ai “rilievi policromi” di Tatlin, entra ormai nella sfera dell'astrattismo. Il suprematismo di Malevič ebbe, almeno fino al 1920, un influsso determinante sull'avanguardia russa grazie alle numerose mostre cui egli partecipò (tra cui la personale di Mosca del 1919) e soprattutto all'intensa attività teorica e didattica da lui svolta: diresse infatti la Scuola d'Arte di Vitebsk e l'Istituto per la cultura artistica (INCHUK) di Pietrogrado, dove impostò studi che precorsero il Bauhaus tedesco. Le esperienze maturate da Malevič nel corso degli anni Venti si svolsero in diversi settori, dal disegno per oggetti di pratica quotidiana alla progettazione di strutture architettoniche concepite come corpi plastici o “strutture spaziali non oggettive” (chiamati planiti). Fra le opere del periodo cubo-futurista: Il falciatore (Mosca, Galleria Tretjakov), Mattino nel villaggio dopo una nevicata (New York, Solomon R. Guggenheim Museum), Donna con secchi d'acqua (New York, Museum of Modern Art); del periodo suprematista: Otto rettangoli rossi (Amsterdam, Stedelijk Museum), Quadrato bianco su fondo bianco (New York, Museum of Modern Art).

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