Lessico

sm. [sec. XX; da astratto]. Tendenza all'astrazione intellettuale, procedimento della mente che astrae dai fatti, dall'esperienza.

Storia dell'arte: teorie e prime realizzazioni

Il termine si usa particolarmente per indicare tutte le manifestazioni d'arte plastico-grafiche che, a cominciare dal periodo tra il primo e il secondo decennio del sec. XX, hanno escluso deliberatamente ogni forma di rappresentazione degli aspetti sensibili del mondo oggettivo. Si usa indicare quale prima realizzazione di tale tendenza un acquerello (Composizione N. 1) del pittore russo (ma operante in Germania) V. Kandinskij, dipinto nel 1910, ma si possono anche rintracciare esempi precedenti nell'opera del lituano M. K. Ciurlionis e di altri. In ogni caso tale esito formale era stato preparato da numerosi eventi culturali. Sul piano teorico, dalle posizioni assunte da storici e critici dell'arte come A. Riegl, K. Fiedler, H. Wölfflin, dallo stesso B. Berenson e dal filosofo W. Worringer, che aveva pubblicato nel 1908 un'opera intitolata Abstraktion und Einfühlung (lett., astrazione e sentimento d'immedesimazione). Sul piano della produzione artistica concreta, dai modi sintetisti e dalla spinta all'analisi delle componenti strutturali del linguaggio plastico e pittorico implicita (già dal 1884 ca.) nei movimenti che subentrarono all'impressionismo: puntinismo e divisionismo, simbolismo, Art Nouveau, secessionismo, fauvismo, espressionismo, cubismo, futurismo. Né va dimenticato il fenomeno della diffusione dei mezzi di produzione meccanica di immagini (fotografia, fotografia a colori e poi cinema), che indusse gli artisti, e soprattutto i pittori, ad adottare formule sempre più capaci di esaltare le qualità specifiche del fare artistico, inaccessibili a ogni mezzo meccanico. L'artista che con più consapevolezza e rigore imboccò la strada di una produzione pittorica “astratta” è Kandinskij , cui si devono anche famosi scritti teorici. Amico del musicista A. Schönberg e cultore appassionato di musica, Kandinskij ricercò una sorta di equivalente pittorico del linguaggio musicale. Tuttavia negli stessi anni tra il 1909 e il 1913 le medesime idee di arte non rappresentativa, cioè completamente aniconica (che lo stesso Kandinskij e altri provarono anche, ma senza successo, a chiamare “concreta”, dato che ogni fatto plastico-grafico si realizza attraverso un supporto tangibile e materiale), si svilupparono anche altrove: in Francia, dove già nel 1912 Delaunay dipingeva i Dischi simultanei (egli tuttavia passerà definitivamente all'astrattismo solo molto più tardi), ma soprattutto in Russia, dove, intorno al 1913, si svilupparono correnti astrattiste per opera di Malevic (che forse in questo periodo dipinge il famoso quadro costituito da un quadrato nero su fondo bianco, primo esempio di pura forma geometrica assunta a forma pittorica), Tatlin, Larionov (a cui si deve il “radiantismo” o “raggismo”) e altri. Movimenti affini furono il sincromismo in USA e il vorticismo in Inghilterra.

Storia dell'arte: dopo la prima guerra mondiale

Dopo l'interruzione della prima guerra mondiale, le ricerche astrattiste continuarono con più vigore. In Russia maturarono la corrente suprematista, che faceva capo al già citato Malevic (“Per Suprematismo – egli scriveva – intendo la supremazia della sensibilità pura nelle arti figurative”) e quella costruttivista, fondata da Tatlin. Attorno a essi operarono gli altri esponenti dell'avanguardia russa, tra i quali El Lissitsky, Rodcenko, Pavel Mansurov, Anton e Naum Pevsner (detto Gabo). In Germania, oltre a Kandinskij (tornato dalla Russia dove aveva soggiornato tra il 1914 e il 1922) e allo svizzero P. Klee, operarono tra gli altri nel campo dell'arte astratta l'ungherese L. Moholy-Nagy, J. Albers, J. Itten. Le loro idee vennero ampiamente diffuse anche attraverso l'insegnamento presso il Bauhaus, la famosa scuola diretta dall'architetto W. Gropius tra il 1919 e il 1933. Nei Paesi Bassi gli artisti “neoplasticisti” diedero vita a un movimento riunito dal 1917 intorno alla rivista De Stijl, fondata da Th. van Doesburg (vi aderirono anche P. Mondrian e B. van der Leck, quest'ultimo passato poi alla pittura iconica), nello spirito della quale si mossero altri artisti di primo piano, quali H. Richter, lo scultore G. Vantongerloo e gli architetti J. J. Oud e G. T. Rietveld. Esito delle conseguenze futuriste, l'astrattismo si manifesta in Italia attraverso le esperienze di A. Magnelli, che nel 1915 dipinge alcuni quadri di limpido astrattismo geometrico. Ma è soltanto nel 1934 che a Milano si forma un vero e proprio gruppo astrattista formato da V. Ghiringhelli, O. Bogliardi e M. Reggiani, cui si avvicinano subito O. Licini (“Dimostreremo che la geometria può diventare sentimento”) e A. Soldati, il quale sostiene che “l'arte è questione di spirito” ponendo la sua radicale affermazione di libertà creatrice. Il gruppo comasco degli astrattisti geometrici degli anni Trenta comprendeva invece artisti come M. Radice e Manlio Rho. In questi anni le correnti astrattiste si diffondono in tutto il mondo, ma il fenomeno diventa ancor più vasto dopo la seconda guerra mondiale, anche se sotto diverse maniere e denominazioni e ha dato luogo, dal punto di vista formale, a numerose tendenze miste. Al termine astratto viene talvolta sostituito il termine “concreto”, “assoluto”, “non figurativo” o “non oggettivo”. Perciò si può parlare di forme astratte anche in movimenti e tendenze estranee all'astrattismo in senso stretto: il surrealismo, l'action painting, l'informale, forme varie di oggettivismo e naturalismo. Invece l'originale esigenza di spingere l'analisi fino alle più intime componenti del linguaggio plastico e grafico e della percezione visiva che a esso è correlata ha dato luogo a movimenti dotati storicamente di una loro propria denominazione: lo spazialismo, l'arte cinetica e programmata, Azimuth, la Nuova Astrazione negli anni Settanta ecc. Dopo un ritorno al figurativo negli anni Ottanta, il decennio successivo vede l'affermarsi di pittori come Günther Forg e Sean Scully, le cui griglie geometriche-astratte hanno forti attinenze con l'arte minimalista precedente.

W. Kandinskij, Über das Geistige in der Kunst, Monaco, 1912 (trad. it. Della spiritualità nell'arte, particolarmente nella pittura, Bari, 1968); L. Moholy Nagy, Vision in Motion, Chicago, 1947; M. Seuphor, L'art abstrait, ses origines, ses premiers maîtres, Parigi, 1949; G. Nicco Fasola, Ragione dell'arte astratta, Milano, 1951; H. Sedlmayr, Die Revolution der modernen Kunst, Amburgo, 1955; M. Brion, L'art abstrait, Parigi, 1956; M. Seuphor, Dictionnaire de la Peinture abstraite, Parigi, 1957; P. Klee, Tagebücher 1898-1918, Colonia, 1957 (trad. it., Milano, 1960); A. Cavellini, Arte astratta, Milano, 1958; G. C. Argan, L'arte astratta e Ancora sull'arte astratta, in “Studi e Note”, Torino, 1958; C. Gray, Pionieri dell'arte in Russia 1863-1922, Milano, 1964; D. Vallier, L'art abstrait, Parigi, 1967; K. S. Malevitsch, Essays on Art 1915-1928, Copenaghen, 1968; P. Fossati, L'immagine sospesa, Torino, 1971; G. Cortenova (a cura di), La secessione astratta degli anni Ottanta, Milano, 1986; R. Barilli, Storia dell'arte contemporanea in Italia, Torino, 2007; A. Fiz (a cura di), Wassily Kandinsky e l'arte astratta tra Italia e Francia, Milano, 2012; L. P. Finizio, Astrattismo e dadaismo. Poetiche dell'antilirico: Ney York, Mosca, Zurigo, Parigi, Berlino, Roma, Tokyo, Roma, 2018.

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