(Republic of Namibia). Stato dell'Africa sudoccidentale (824.116 km²). Capitale: Windhoek. Divisione amministrativa: regioni (13). Popolazione: 2.364.433 ab. (stima 2012). Lingua: afrikaans, inglese e tedesco (ufficiali), bantu, herero, nama, oshivambo. Religione: protestanti 51,4%, cattolici 16,5%, anglicani 5,5%, altri cristiani 7,1%, altri 19,5%. Unità monetaria: dollaro namibiano (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,624 (127° posto). Confini: Angola (N), Zambia e Zimbabwe (NE), Botswana (E), Sudafrica (SE e S), oceano Atlantico (W). Membro di: Commonwealth, ONU, SACU, SADC, UA e WTO, associato UE.

Generalità

Il Paese, già territorio dell'Africa del Sud-Ovest, ha assunto dal 1968, con una risoluzione dell'ONU, il nome di Namibia. Si affaccia sull'oceano Atlantico, prolungandosi verso NE con un'appendice (Dito di Caprivi) sino a confinare con lo Zambia e lo Zimbabwe. Il suo territorio comprende la Walvis Bay (Baia della Balena), dal 1994 tornata a far parte della Namibia. Il suo governo ha sempre rivolto una particolare attenzione alla salvaguardia delle risorse ambientali; divenuta indipendente nel 1990, è stato il primo Paese al mondo a citare esplicitamente la protezione dell'ambiente nella propria Costituzione. Il territorio della Namibia è disseminato di aree naturali protette, parchi nazionali e riserve faunistiche private. Sebbene il reddito pro capite sia cinque volte quello dei Paesi più poveri dell'Africa, la maggioranza della popolazione vive in condizioni di povertà a causa della forte disoccupazione, della disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza e della grande quantità di capitali che vengono utilizzati per gli investimenti all'estero.

Lo Stato

La Namibia è una Repubblica. In base alla Costituzione del 1990, il potere esecutivo è esercitato dal presidente della Repubblica che è eletto per 5 anni a suffragio universale e diretto. Il Parlamento, bicamerale, è composto dall'Assemblea nazionale, i cui membri sono eletti con un mandato di 5 anni, e dal Senato, i cui membri sono eletti a livello regionale con un mandato di 6 anni. Il sistema giudiziario si basa sul diritto continentale europeo e si articola nella Suprema corte, nell'Alta corte e nelle Corti dei magistrati, che agiscono in primo grado di giudizio. I giudici sono nominati dal presidente della Repubblica. La difesa del Paese è affidata all'esercito di terra, accanto a cui lavora la guardia costiera. L'istruzione è obbligatoria dai 6 ai 16 anni o fino al completamento della scuola elementare, che dura 7 anni e consente l'accesso alla scuola secondaria, di durata quinquennale. Gli analfabeti nel 2007 erano il 12% della popolazione. L'istruzione superiore viene impartita nell'Università della Namibia, nel Politecnico della Namibia e nell'Università Centro degli Studi della Namibia, tutte con sede a Windhoek .

Territorio: geografia fisica

Procedendo dalla costa verso l'interno si distinguono tre regioni morfologiche: una cimosa litoranea, bassa, sabbiosa e generalmente rettilinea (deserto di Namib), compresa tra le foci del Cunene a N e dell'Orange a S; una zona di alteterre sovrastata da irregolari massicci montuosi e culminante nel monte Brandberg (m 2579); infine, più a E, vaste distese tabulari di altitudine variante tra i 1000 e 2000 m e che digradano verso le depressioni dell'Etosha Pan a N e del deserto del Kalahari a E. § Il clima è caratterizzato da estrema aridità, dovuta alla posizione astronomica (il Paese è infatti attraversato dal Tropico del Capricorno); lungo la costa si aggiunge anche l'azione della corrente del Benguela; le precipitazioni, prevalentemente estive, aumentano col procedere verso l'interno e variano dai 50-100 mm annui del Namib (uno dei più aridi deserti del mondo) ai 350 mm di Windhoek; solo nell'estremo lembo nordorientale si superano i 600 mm. Le temperature sono relativamente mitigate, sia dall'altitudine sia, nell'area costiera, dalla corrente fredda del Benguela; nella capitale, posta a 1779 m, si registrano medie estive di 23 ºC in gennaio e invernali di 14 ºC in luglio.

Territorio: geografia umana

La densità di popolazione è estremamente bassa (3 ab./km², tanto che la Namibia è fra i Paesi meno densamente popolati del pianeta. Dal punto di vista etnico la popolazione è assai composita. Il gruppo bantu comprende una decina di tribù ben distinte, fra le quali figurano gli ovambo (ovambo, 34,4%), i kavango (9,1%), i boscimani e bergdama (7%), gli herero (5,5%), i nama (4,4%)kwambi (3,7%) e altri gruppi minori (27,8%). La popolazione bianca (8,1%) si distingue dal punto di vista etnico e linguistico in afrikaaner, in comunità anglofone e in una piccola comunità di origine tedesca. La popolazione urbana, nel 2012, era il 39% del totale; eccetto la capitale Windhoek, gli altri centri principali sulla costa sono Lüderitz, Swakopmund e Walvis Bay. Quest'ultima è l'unico porto che permette l'attracco di grandi navi e monopolizza i traffici commerciali del Paese. Nell'interno centri di una qualche importanza sono posti lungo le vie di comunicazione e nelle principali aree minerarie (Grootfontein, Keetmanshoop e Otjiwarongo).

Territorio: ambiente

Della marcata aridità risentono sia la rete idrografica sia la vegetazione, che è prevalentemente steppica, caratterizzata da piante di tipo xerofilo, graminacee, piccoli alberi come acacie ed euforbie e cespugli spinosi. Solo lungo il corso dei fiumi e nel più irrorato settore nordorientale compaiono savane e alcune aree boschive. Il deserto del Namib, uno dei più antichi del mondo, si estende lungo l'intera costa atlantica e rappresenta una regione di grande interesse per la presenza di numerose specie sia vegetali sia animali, come la Welwitschia mirabilis, una pianta le cui foglie possono essere lunghe diversi metri; tra gli animali qui vivono orici, elefanti, piccoli mammiferi, rettili e alcune specie endemiche che col tempo hanno sviluppato caratteristiche uniche di adattamento al clima arido. Nel resto del Paese la fauna è quella tipica degli ambienti tropicali, con antilopi, tapiri, giraffe, zebre, leoni e babbuini. La siccità è fra i problemi ambientali più urgenti che il Paese deve affrontare, a ciò si aggiungono la deforestazione e l'erosione del suolo che minacciano anche le aree protette (42,6%). La Namibia possiede cinque parchi nazionali, fra i quali il più importante è il Parco Nazionale Etosha, formato per oltre un quarto dall'Etosha Pan, una depressione salina di ca. 3600 km². La zona desertica che costeggia il mare (Namib Sand Area) è stata dichiarata patrimonio UNESCO nel 2013.

Economia: generalità

La Namibia in epoca coloniale fu progressivamente trasformata in un Paese fornitore di materie prime, in particolare di risorse minerarie e diamanti. Nei primi anni d'indipendenza emersero problemi di carattere organizzativo tra cui corruzione e criminalità, quest'ultima a raggio internazionale: l'acquisizione (1994) di Walvis Bay, prima rimasta sotto l'amministrazione sudafricana consentì la creazione di una zona franca ritenuta molto promettente per l'evoluzione del commercio regionale, ma fece di quel porto una delle maggiori basi africane per il traffico di droga. Le prospettive di sviluppo del Paese sono ritenute, comunque, incoraggianti. Il PIL pro capite era nel 2008 di 4.135 $ USA: si tratta del reddito pro capite più elevato dell'Africa subsahariana. Il reddito è però distribuito in maniere fortemente disomogenea: il 65% del PIL è in mano solo al 10% della popolazione. I marcati squilibri territoriali e sociali sono messi in evidenza anche dall'alto tasso di disoccupazione (ca. 22% nel 2004) e dall'aumento dell'inflazione (10,3% nel 2008). Il tasso di crescita del PIL (8.456 ml $ USA nel 2008) è piuttosto elevato (ca. 4%) grazie alla continua espansione commerciale del Paese in India e Cina e alla crescente domanda internazionale di diamanti. L'eccessiva concentrazione della produzione e dell'esportazione nei settori peschereccio e minerario, spesso controllati da imprese straniere e multinazionali, hanno spinto la Namibia a diversificare l'apparato produttivo con particolare attenzione per i settori agricolo e manifatturiero, capaci di attenuare la dipendenza della bilancia commerciale (comunque largamente attiva), sia dalle importazioni di manufatti sia dalle vendite all'estero di materie prime.

Economia: agricoltura, allevamento e pesca

L'agricoltura risente del severo condizionamento climatico (il clima varia da desertico a tropicale arido), limitando alle poche aree più piovose e a talune zone irrigate (meno dell'1% della superficie territoriale nel 2006 era destinata ad arativo) le poche coltivazioni possibili, costituite da mais, miglio e sorgo. Il settore primario partecipa per poco meno del 10% alla formazione del prodotto interno lordo, pur impiegando oltre un terzo della popolazione attiva. § Importanza molto maggiore riveste l'allevamento, che può contare sull'utilizzazione di ben il 64% del territorio a prato e pascolo permanente: settore prevalente è quello bovino ma forti sono anche quelli caprino ed ovino (per metà pecore karakul), che genera una discreta esportazione di pelli, carne e lana. Tuttavia le terre appartengono a pochi grandi proprietari. § In crescita è la pesca industriale sopratutto di sardine e crostacei: negli anni Ottanta del sec. XX l'eccessivo sfruttamento da parte di flotte straniere (sudafricana, giapponese, russa e coreana) impoverì sensibilmente il patrimonio ittico; ora le flottiglie straniere operano su licenza.

Economia: industria e risorse minerarie

Le industrie sono legate sopratutto all'attività mineraria, al settore ittico e alla zootecnia. I comunque deboli comparti manifatturieri sono situati soprattutto a Windhoek, Okahandja, Omaruru ecc. per quanto riguarda la trasformazione di prodotti dell'allevamento, per la pesca complessi conservieri si trovano a Lüderitz e Walvis Bay e, infine, fonderie di rame e piombo sono ubicate a Tsumeb. § Il principale contributo all'economia della Namibia proviene comunque dal settore minerario. Il Paese possiede un sottosuolo ricchissimo; è il quarto produttore mondiale di minerali e si colloca fra i primi paesi al mondo per la produzione di diamanti, soprattutto di alta qualità. Quest'ultimi sono estratti nei depositi alluvionali continentali e nella zona desertica della costa meridionale dove alcune multinazionali godono di concessioni. L'uranio è un'altra risorsa importante, con una valenza strategica non indifferente: nei pressi di Swakopmund è presente una delle più grandi miniere esistenti al mondo. Infine la Namibia possiede giacimenti di rame, stagno, zinco, piombo, vanadio, litio, cadmio, argento, oro ecc.

Economia: commercio, comunicazioni e turismo

Il commercio estero si svolge ancora principalmente con il Sudafrica, che in passato ha versato ingenti investimenti nelle infrastrutture del Paese. Altri partner commerciali sono il Regno Unito, la Germania e gli Stati Uniti. La bilancia commerciale è positiva (2006) grazie all'esportazione dei prodotti minerari in particolare di diamanti e di uranio. Importa sopratutto generi di prima necessità. § Le comunicazioni sono rese difficili dalle asperità del territorio. La rete stradale si estendeva per 42.237 km nel 2002 di cui solo poco meno di 5400 asfaltati; la principale direttrice attraversa il Paese in direzione nord-sud, altre raggiungono la costa e le regioni orientali. Nel 2006 è iniziata la costruzione della linea ferroviaria da Ondangwa a Oshikango verso il confine angoliano. Windhoek è servita da un aeroporto internazionale; Walvis Bay e Lüderitz sono i principali porti. § Il notevole patrimonio naturalistico-ambientale favorisce il settore turistico; in particolare esso, oltre ad avere già raggiunto buone capacità di attrazione della domanda estera (695.000 ingressi nel 2003), contribuendo all'attivo della bilancia dei pagamenti, attende di essere ulteriormente valorizzato da un ormai deciso processo di privatizzazione.

Storia

Il Paese fu scoperto da Bartholomeu Diaz nel 1487, ma rimase praticamente inesplorato fino al 1840 quando vi penetrarono missionari tedeschi. Protettorato tedesco dal 1884, fu amministrato con durezza tanto che vi ebbero luogo numerose rivolte. Nel 1907 un'ordinanza del governatore delimitò le aree per i nativi proibendo loro il possesso di mandrie allo scopo di farne salariati per i coloni europei. Dopo la prima guerra mondiale la Società delle Nazioni affidò il mandato di amministrare la regione al Sudafrica. La revoca del mandato da parte dell'ONU nel 1966 e la nomina di un Consiglio che avrebbe dovuto amministrare il Paese fino all'indipendenza prevista per il 1968 rimasero lettera morta per l'opposizione sudafricana. Intanto il movimento nazionalista di ispirazione marxista della South West Africa People's Organization (SWAPO), sorto nel 1959, passò all'azione armata, grazie anche al sostegno di vari Paesi africani. Dopo il fallimento della Conferenza costituzionale di Windhoek (1976-77), che prevedeva la costituzione di un governo provvisorio multirazziale, nel dicembre 1978 si tennero (fuori del controllo dell'ONU e con il boicottaggio della SWAPO) le elezioni dell'Assemblea nazionale, che assegnarono la grande maggioranza dei seggi all'Alleanza Democratica di Turnhalle (ADT), apertamente appoggiata dal governo di Pretoria. Nel gennaio 1983 il Sudafrica, tramite il suo amministratore generale, riassunse d'altra parte il controllo diretto della regione, sciogliendo l'Assemblea nazionale. Nella seconda metà degli anni Ottanta, il quadro della politica di distensione fra le superpotenze poté creare le condizioni per l'adempimento della risoluzione per l'indipendenza della Namibia votata dall'ONU nel 1978. Elemento essenziale fu l'inserimento della questione namibiana in un progetto di pacificazione regionale negoziato fra Angola, Cuba e il Sudafrica, con parallelo ritiro delle forze d'occupazione sudafricana e di quelle cubane (dalla confinante Angola). Annunciato il cessate il fuoco l'8 agosto 1988, il seguente 22 dicembre vennero siglati a New York gli accordi relativi che permisero, sotto controllo internazionale, lo svolgimento di libere elezioni (novembre 1989) e quindi la proclamazione dell'indipendenza (21 marzo 1990). Le suddette consultazioni videro l'affermazione della SWAPO che, insieme alle forze della ADT, formarono un governo di unità nazionale. Presidente della Repubblica venne eletto Sam Nujoma (SWAPO). Tra i problemi che il nuovo presidente dovette affrontare, oltre a quelli di una messa a punto delle istituzioni e dell'adeguamento dell'economia, vi fu la situazione dell'enclave di Walvis Bay (Baia della Balena), unico porto ad acque profonde tra Luanda e Città del Capo e per questo di importante valore strategico e commerciale. Rimasta nelle mani del Sudafrica, Walvis Bay fu oggetto di una pressante trattativa che ebbe un primo sbocco nel 1992 con la decisione di una comune gestione tra la Namibia e il potente vicino. Intanto il Paese accentuava la sua più completa autonomia adottando una nuova moneta, il dollaro namibiano, in sostituzione del vecchio rand sudafricano (settembre 1993). La questione di Walvis Bay trovò una sua soluzione nel quadro del profondo rinnovamento del Sudafrica, che nel 1994 restituì il porto alla piena sovranità della Namibia. Anche le elezioni del 1994 e del 1999 confermarono i precedenti risultati presidenziali e legislativi, assicurando la stabilità del quadro politico di un Paese che, per quanto giunto ultimo alla piena sovranità, si configura come uno dei più tranquilli del continente africano. Sono tuttavia in aumento i problemi legati alla cattiva gestione dello Stato (corruzione, traffico internazionale di stupefacenti) e il mancato varo di una riforma agraria portò, nel 2002, alla formazione di un nuovo governo. Le elezioni presidenziali del novembre 2004 venivano vinte da Hifikepunye Pohamba, delfino del capo di stato uscente, Nujoma, riconfermato, poi, nelle elezioni del novembre 2009.

Cultura: generalità

La maggior parte degli abitanti della Namibia vive in zone rurali e la sua vita è strettamente legata al proprio luogo di origine; i villaggi infatti sono aggregati in base alle famiglie o ai clan e sono diretti da un capo detto elenga. Questo capovillaggio si occupa degli affari locali e dirime le dispute legate all'amministrazione delle terre comuni. L'elenga risponde a sua volta a un capo più anziano che rappresenta un distretto comprendente decine di villaggi. Questo sistema funziona parallelamente all'amministrazione regionale, collegando la tradizione alla divisione amministrativa moderna. La società namibiana è tuttora patriarcale, nonostante le donne abbiano sempre lavorato molto e duramente nella gestione familiare; la mancata conquista dei diritti delle donne è dovuta anche al fatto che il Paese per il lungo tempo ha fatto capo alle leggi tedesche, in vigore durante l'apartheid. Tuttavia, a partire dall'indipendenza, il governo si è impegnato a sviluppare i diritti delle donne promulgando leggi anche in favore di quelle sposate (1996), nella quale si parificavano i diritti di proprietà e si davano alle madri parità di diritto di affidamento dei figli. Mentre la letteratura stenta a svilupparsi in maniera autonoma, sono radicate nella tradizione l'arte figurativa, la danza e la musica. Molto sviluppato l'artigianato dei tappeti, della tessitura e dei cesti intrecciati; gli strumenti tradizionali sono tamburi, flauti e semplici strumenti a corda, che servono ad accompagnare le danze. In particolare i coloni tedeschi hanno contribuito a diffondere la tradizione dei cori. Le ricorrenze più importanti sono quelle legate alle guerre tra gli herero e i colonizzatori tedeschi, durante le quali famosi e coraggiosi capi guerrieri furono uccisi. Anche le comunità europee hanno le loro ricorrenze, come il Windhoek Karnival, tra aprile e maggio; il Küska (Küste Karnival) a Swakopmund tra la fine di agosto e l'inizio di settembre; il Windhoek Oktoberfest in ottobre. L'alimentazione si basa su una sorta di purè, fatto con farine di vario genere, che accompagna carni di manzo, capra o agnello oppure pesce. Il luogo segnalato come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO è Twyfelfontein (2007), ubicato nella Namibia nordoccidentale; è una delle aree più grandi del continente in cui sono ubicati centinaia di graffiti rupestri datati a partire dal 4000 a.C., raffiguranti animali, figure e impronte umane.

Bibliografia

Per la geografia

W. H. Thomas, Economic Development in Namibia, Monaco, 1978; R. H. Green, Namibia: a Political Economy Survey, Brighton, 1979; G. Cros, La Namibie, Parigi, 1983; J. H. van der Merwe, National Atlas of South West Africa, Windhoek, 1983; T. L. Eriksen, R. Moorson, The Political Economy of Namibia: an Annotated Critical Bibliography, Uppsala, 1985.

Per la storia

W. Nachtwei, Namibia: von der antikolonialen Revolt zum nationalen Befreiungskampf, Mannheim, 1976; H-G. Hubrich, H. Melber, Namibia. Geschichte und Gegenwart: zur Frage der Dekolonization einer Siedlerkolonie, Bonn, 1977; H. Leser, Namibia, Stoccarda, 1982; R. I. Rotberg (a cura di), Namibia: Political and Economic Prospects, Lexington, 1983; C. von Garnier, Namibie: les derniers colons d'Afrique, Parigi, 1987; D. Herbstein, J. Evenston, The Devils Are Among Us: The War for Namibia, Londra, 1988; P. H. Katjavivi, A History of Resistence in Namibie, Londra, 1988; J.-C. Fritz, La Namibie indépendante. Les coûts d'une sécolonisation retardée, Parigi, 1991.

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