(Republic of Zambia). Stato dell'Africa meridionale (752.612 km²). Capitale: Lusaka. Divisione amministrativa: province (9). Popolazione: 12.840.180 ab. (stima 2009). Lingua: inglese. Religione: animisti/credenze tradizionali 27%, protestanti 22,9%, cattolici 16,9%, altri 33,2%. Unità monetaria: kwacha zambiano (100 ngwee). Indice di sviluppo umano: 0,453 (163° posto). Confini: Repubblica Democratica del Congo (N), Tanzania e Malawi (NE), Mozambico (E), Zimbabwe e Botswana (S), Namibia (SW), Angola (W). Membro di: Commonwealth, ONU, SADC, UA e WTO, associato UE.

Generalità

Privo di accesso al mare, la Zambia (ex Rhodesia del Nord) trae la sua origine dallo scioglimento della Federazione della Rhodesia e del Nyasaland (oggi Malawi), sorta nel 1953 sotto la tutela britannica. Ottenuta l'indipendenza nel 1964, una politica sprovveduta costrinse il Paese al crollo dell'economia e alla diffusione della povertà. A partire dalla fine del XX secolo, però, un radicale cambiamento nella scena politica ha avviato, seppur con difficoltà, un processo di lenta democratizzazione. In questo modo il Paese si è aperto anche alle attenzioni degli stranieri, offrendo al crescente flusso turistico le sue bellezze naturali, tra cui alcuni parchi nazionali. Con lo Zimbabwe la Zambia condivide due delle maggiori attrattive turistiche della regione: le cascate Vittoria, tra le più imponenti al mondo, e il fiume Zambesi, da cui il Paese prende il nome.

Lo Stato

La Zambia è una Repubblica. In base alla Costituzione del 1996, il presidente, che è anche capo del governo, è eletto a suffragio diretto e ballottaggio unico con mandato di 5 anni, al pari dell'Assemblea nazionale, che detiene il potere legislativo; a questa si affianca la Camera dei capi, un corpo consultivo formato dai rappresentanti dei gruppi etnici. Al vertice dell'ordinamento giudiziario, basato sulla Common Law britannica e sul diritto consuetudinario, è la Corte suprema, presieduta dal Chief Justice. Seguono un'Alta corte e tribunali di prima istanza. La Corte suprema giudica i casi di appello provenienti dall'Alta corte. È in vigore la pena di morte, ma le esecuzioni non hanno luogo dal 1997. La difesa del Paese è affidata alle forze armate divise fra esercito e aviazione. Accanto a questi lavorano le forze paramilitari e la forza di difesa nazionale responsabile verso il governo. Il servizio militare viene effettuato su base volontaria. Tutto il sistema scolastico è stato riorganizzato con la legge sull'educazione nazionale, emanata nel 1966, che unifica l'amministrazione scolastica, per tutto il Paese e per tutti i gruppi etnici, ponendola sotto il controllo diretto del governo. La percentuale di analfabeti è scesa al 29,4% (2007). L'istruzione primaria, obbligatoria e gratuita, inizia a 7 anni e dura 7 anni. Quella secondaria si articola in due cicli, il primo di 2 anni e il secondo di 3. Due sono le università nelle quali è impartita l'istruzione superiore: quella di Lusaka e la Copperbelt University di Kitwe.

Territorio: morfologia

Morfologicamente il territorio, paragonabile a un'ampia semicupola digradante tutt'intorno, meno che a E e a S dov'è interrotta rispettivamente dalla Rift Valley e dal profondo solco dello Zambesi, si presenta come una successione piuttosto uniforme di altopiani elevati in media fra i 1000 e i 1300 m la cui superficie, lungamente peneplanata dall'erosione, è rotta qua e là dai resti di antiche formazioni rocciose ormai in parte smantellate che non superano i 2000 m. Soltanto sul lato orientale la catena dei monti Muchinga, fondamentale spartiacque tra i bacini del Congo e dello Zambesi, raggiunge quote superiori (2300 m), cedendo però nell'estremità settentrionale a una vasta e paludosa area depressionaria in parte occupata dai laghi Bangweulu e Mweru, mentre nel SW del Paese gli altopiani digradano verso il bacino dello Zambesi, costituente una vasta depressione collegata direttamente con quella del Kalahari.

Territorio: idrografia

Allo Zambesi fa capo quasi per intero il sistema idrografico del Paese. Il grande fiume, il maggiore dell'Africa australe, nasce a poca distanza dal confine nordoccidentale del Paese, presso lo spartiacque del bacino congolese e dopo un percorso di 2660 km sfocia in territorio mozambicano nell'Oceano Indiano. Nella prima parte del suo corso si mantiene in un alveo poco profondo, tanto da inondare periodicamente le pianure circostanti fertilizzandole col suo limo; il suo corso medio invece è frequentemente incassato e interrotto da cascate e da rapide, tra cui quelle grandiose e celeberrime (il loro salto è largo ca. 1700 m) che D. Livingstone scoprì nel 1885 e intitolò alla regina Vittoria. Poco a valle di queste il fiume s'addentra nella gola di Kariba in corrispondenza della quale è stata costruita una diga che ha dato origine a uno dei più vasti (5300 km²) bacini artificiali del mondo. Nel suo lungo percorso lo Zambesi riceve numerosi affluenti (Kabompo, Kafue, il maggior corso d'acqua interamente compreso nella Zambia, Luangwa ecc.); per bacino (1.330.000 km²) e portata (in media 10.000-20.000 m3/s) è il terzo fiume del continente. Alla Zambia appartengono inoltre l'estremità meridionale del lago Tanganica, la sponda orientale del lago Mweru e interamente il lago Bangweulu (ca. 10.000 km²), i quali però tributano al bacino congolese.

Territorio: clima

Un clima di tipo tropicale continentale domina in maniera quasi incontrastata su tutto il territorio, benché con variazioni progressive da N a S, specie per quanto riguarda le precipitazioni. Le temperature, anche per l'altitudine relativamente elevata del Paese, non sono in genere eccessive (18-24 ºC); si possono tuttavia registrare, a causa del carattere continentale della Zambia, escursioni termiche notevoli, sia stagionali sia giornaliere. Le precipitazioni sono portate dalle masse d'aria marittime centrate sull'Oceano Indiano a E del Madagascar, richiamate dal regime di basse pressioni esteso su tutta l'Africa equatoriale e meridionale durante i mesi dell'estate australe, da novembre ad aprile; per contro durante i mesi invernali si fanno sentire prevalentemente le masse d'aria collegate alla espansione dell'anticiclone del Kalahari, responsabile di una lunga stagione secca. Nel complesso le precipitazioni non sono abbondanti, e ciò per la continentalità del Paese; soltanto nella sezione settentrionale, cadono annualmente 1200 mm annui, mentre nel Sud più vicino all'area semidesertica del Kalahari e nella depressione dello Zambesi le piogge si riducono a valori di poco superiori ai 600 mm annui.

Territorio: geografia umana

Grazie alle favorevoli condizioni ambientali il territorio della Zambia ha attratto l'uomo fin dalle epoche più remote. Nel Paleolitico superiore esso fu lo sfondo di sviluppate civiltà di cacciatori, testimoniate tra l'altro dai reperti di Broken Hill (oggi Kabwe); nel Mesolitico ospitò tribù di boscimani e ottentotti, che ancora in epoche non lontane abitavano le alteterre sudoccidentali, adatte alle loro attività pastorali. Popolazioni autoctone molto antiche sono anche i pigmoidi twa (batwa o batua) stanziati presso il lago Bangweulu. In epoca storica le maggiori invasioni che contribuirono a determinare le caratteristiche antropiche della regione ebbero per protagonisti, a iniziare dal sec. XII, i tonga (batonga), che si stabilirono nelle regioni poste a N del medio corso dello Zambesi, e numerosi altri gruppi bantu, alcuni, come i bemba (babemba), provenienti dalla regione congolese, altri, con componenti cafre, da E e da S in seguito agli spostamenti etnici dell'Africa australe, soprattutto suscitati dalla espansione dell'impero zulu di Ciaka (inizio del sec. XIX). Tutti questi invasori, tra cui particolare rilievo politico ebbero i rotse (barotse), insediati nella Zambia sudoccidentale, si sovrapposero e si sostituirono ai boscimani e agli ottentotti, respingendoli e confinandoli definitivamente nelle aree più inospitali del Kalahari. Fondamentalmente la popolazione della Zambia, formatasi da questo complesso amalgama, presenta uno sfondo abbastanza omogeneo per quanto riguarda il patrimonio culturale e le attività tradizionali; in ogni caso sono state riconosciute ca. un'ottantina di tribù. I gruppi più numerosi sono i bemba (33,6%), i nyanja (18,2%), i tonga (16,8%), i barotse (7,8%), i tumbuka (5,1%), i mambwe (5,9%); gli altri sono il 12,6%. I bianchi (europei e sudafricani) hanno cominciato a insediarsi nella Zambia all'inizio del Novecento, ma l'immigrazione si fece consistente solo negli anni Trenta. Si annoverano anche minoranze di indiani, per lo più dediti al commercio, e di coloureds (meticci), essi pure in genere urbanizzati. La Zambia è sempre stata uno dei Paesi meno popolati di tutta l'Africa; nel 1950 non raggiungeva ancora i 2 milioni di ab., ma negli ultimi anni, grazie alle migliorate condizioni igienico-sanitarie e alla forte riduzione della mortalità, l'incremento demografico annuo si è stabilito intorno a valori dell'1,5% (2002-2007) e la popolazione ha superato ormai i 10 milioni di abitanti. La densità media si mantiene tuttavia intorno a valori piuttosto bassi (16 ab./km²); solo nella provincia di Copperbelt si registrano forti concentrazioni. Nella forma d'insediamento di tipo rurale, il villaggio tradizionale più diffuso è quello dominato dal kraal; nel 2008, comunque, solo il 35% della popolazione viveva nelle città. Lusaka, la capitale, è il centro maggiore, privilegiato dalla sua posizione centrale anche nei confronti delle sezioni sudoccidentali e nordorientali del Paese. Tipica creazione europea anche negli aspetti urbanistici, essa ospita la maggioranza della popolazione bianca residente nella Zambia. Essa deve la sua grande espansione alla posizione strategica in rapporto alle comunicazioni stradali del Paese: è qui che si incrociano la Great North Road (che giunge in Tanzania) e la Great East Road (che collega la Zambia al Malawi). Altre città importanti sono Ndola, punto di convergenza e di ridistribuzione di tutti i prodotti del Copperbelt, Kabwe, Kitwe e Chingola, centri minerari sedi di cospicue industrie, e Maramba (Livingstone), centro soprattutto turistico, presso le cascate Vittoria.

Territorio: ambiente

La maggior parte del territorio della Zambia è caratterizzato dalla presenza della savana, che in rapporto alle condizioni climatiche varia da savana-parco, a savana rada, a savana erbosa. Nelle regioni settentrionali, dove le precipitazioni sono più abbondanti, cresce la foresta equatoriale, ma spostandosi verso aree più asciutte, prevale la foresta tropicale. Una fitta vegetazione a galleria orla il corso dei fiumi. La fauna è ricca di animali selvatici come leoni, elefanti, ippopotami, bufali, zebre, giraffe, facoceri, manguste, tassi e babbuini, ed è protetta nei 19 parchi nazionali e nelle numerose riserve naturali. La Zambia è uno dei Paesi africani con la più alta percentuale di aree protette, ben il 41,1% del territorio e con i parchi più grandi del mondo, come il famoso Kafue National Park; inoltre nel 1989 la zone del Mosi-oa-Tunya/Cascate Vittoria è stata dichiarata patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO. I problemi ambientali più gravi che il Paese deve affrontare sono: il bracconaggio, l'inquinamento e le piogge acide nelle aree minerarie. Inoltre l'uso intensivo delle terre ha causato l'erosione del suolo e la perdita di fertilità.

Economia: generalità

Le attuali strutture produttive della Zambia sono ancora in massima parte quelle create in epoca coloniale, essenzialmente cioè in funzione dello sfruttamento minerario e in particolare del rame. Il governo, dopo l'indipendenza (1964), avviò riforme miranti a potenziare l'agricoltura, a diversificare l'industria, a creare nuovi poli di sviluppo in aggiunta a quelli da tempo realizzati in poche aree economicamente privilegiate. Tuttavia, la crisi economica mondiale, il crollo dei prezzi del rame sui mercati internazionali (nel 1964 il rame contribuiva per il 43% alla formazione del PIL della Zambia, nel 1980 scese al 12% pur rappresentando ancora al 90% dei proventi delle esportazioni), l'inevitabile coinvolgimento della Zambia nelle guerre dell'Africa australe, che negli anni Settanta videro come principali protagonisti l'Angola, il Mozambico e lo Zimbabwe, gli ingenti debiti contratti con l'estero e in particolare con il Fondo Monetario Internazionale, trascinarono il Paese in una grave crisi economica. Dopo il 1983 la determinazione a introdurre pienamente l'economia di mercato (abolizione dei prezzi controllati e dei sussidi per i beni di prima necessità) e a perseguire significative privatizzazioni, a ridurre le spese del bilancio statale e a stimolare gli investimenti stranieri, proponendosi al contempo di accrescere la diversificazione dell'economia nazionale, portò a un riscaglionamento del debito, benefico effetto sulle finanze statali, sebbene a prezzo di un forte deterioramento delle condizioni di vita. Il piano di risanamento avviato nei primi anni Novanta, sotto la supervisione del FMI, condusse alla privatizzazione di numerose imprese pubbliche (sopratutto nel settore del rame) e, se da una parte ha fatto sì che a partire dal 2000 si registrasse un tasso medio di aumento reale del PIL nell'ordine del 4,5% annuo, non ha risolto i problemi strutturali dell'economia. La Zambia rimane strettamente dipendente dall'industria del rame, dai prestiti internazionali ed è gravata da un debito estero estremamente alto. La crescita del PIL (14.323 ml $ USA) nel 2008 è stata alta, ma elevati sono stati anche l'inflazione (12,4% nel 2008) e il tasso di disoccupazione. Il PIL pro capite si attesta a livelli medio bassi: 1.150 $ USA (2008). La tensione sociale si mantiene di conseguenza elevata il governo tenta di contenerla con una politica di austerità.

Economia: agricoltura, allevamento e pesca

L'agricoltura occupa ancora il 65,7% della popolazione attiva (2006), benché partecipi solo per il 21,3% alla formazione del reddito nazionale, il che indica immediatamente la bassa redditività del settore; le condizioni climatiche sono generalmente favorevoli, ma la superficie coltivata è ancora molto ridotta. Predominano le attività agricole tradizionali, praticate con metodi scarsamente produttivi e incentrate sui cereali, in particolare sul mais, quindi sul miglio e sul sorgo; una certa diffusione hanno altresì la manioca e alcuni prodotti orticoli. L'agricoltura commerciale fornisce soprattutto cotone, tabacco, arachidi, girasole e canna da zucchero; quest'ultima, introdotta di recente, ha registrato un buon sviluppo grazie alla realizzazione di nuove opere irrigue. § Le foreste coprono oltre il 40% della superficie territoriale e forniscono 8 milioni di m3 di legname all'anno (2005); è in atto un vasto piano governativo di rimboschimento, soprattutto per le essenze di maggior valore commerciale. § Nonostante le vaste estensioni a prato e a pascolo permanente, l'allevamento è piuttosto limitato; presenta tuttavia un certo sviluppo il patrimonio bovino e così pure quello dei volatili da cortile (in rapida espansione nelle zone periurbane), mentre esiguo è il numero dei caprini e dei suini. § Dà un discreto contributo all'alimentazione la pesca, che è un'attività largamente praticata; molto pescosi sono sia i fiumi Kafue e Luapula sia i laghi Mweru, Kariba, Tanganica e Bangweulu.

Economia: industria e risorse minerarie

Le attività industriali di maggior rilievo continuano a essere quelle metallurgiche con numerosi impianti (a Ndola, Nkana ecc.) per la concentrazione e la raffinazione elettrolitica del rame, nonché con vari stabilimenti, localizzati in genere a Kabwe, che trattano i minerali di zinco, piombo, cadmio ecc. A Ndola, oltre ai complessi metallurgici, si trova un'importante raffineria di petrolio (in riparazione nel 2008), che lavora il greggio proveniente per oleodotto dal lontano porto tanzaniano di Dar es Salaam; si hanno inoltre cementifici, fabbriche di pneumatici, complessi meccanici e chimici ecc. Numerosi sono gli stabilimenti adibiti alla trasformazione dei prodotti agricoli: zuccherifici, oleifici, birrifici, manifatture di tabacchi, complessi molitori, stabilimenti tessili ecc. I comparti manifatturieri rivestono un ruolo discreto a paragone di altre realtà nazionali del continente. § Il panorama minerario della Zambia è ampio, ma è il rame che lo domina; il Paese era, nel 2007, fra i primi dieci Paesi produttori di questo metallo su scala mondiale. Lo sfruttamento del Copperbelt, che geograficamente rappresenta la prosecuzione dei filoni zairesi dello Shaba, ospita i principali giacimenti (Luanshya, Mafulira, Chambishi ecc.). Oltre al rame si estraggono zinco, manganese, stagno, piombo e, tra i minerali energetici, carbone in modesti quantitativi (bacino di Maamba, nella valle dello Zambesi), mentre oro, argento, selenio e soprattutto cobalto provengono dalla raffinazione del rame quali sottoprodotti. Le principali zone minerarie si avvalgono di importanti centrali elettriche; considerevole è infatti la produzione d'energia, per lo più di origine idrica, con grandi impianti a Mulunghusi, alle cascate Vittoria, sul fiume Lunsemfwa; la Zambia esporta energia elettrica nei Paesi confinanti (Repubblica Democratica del Congo e Zimbabwe).

Economia: commercio, comunicazioni e turismo

La bilancia commerciale nel 2007 risultava gravemente deficitaria; la Zambia esporta soprattutto tabacco, legname, minerali e metalli (soprattutto rame e cobalto). Le importazioni sono invece per la maggior parte rappresentate da combustibili, macchinari e mezzi di trasporto, prodotti petroliferi, generi alimentari e prodotti tessili. L'interscambio si svolge eminentemente con Sudafrica, Emirati Arabi Uniti, Cina, Regno Unito, Svizzera e Norvegia. § La rete delle comunicazioni zambiane venne creata in epoca coloniale principalmente in funzione degli interessi minerari. Il sistema ferroviario, in particolare, era il diretto proseguimento della rete dell'allora Rhodesia (oggi Zimbabwe), che a sua volta aveva gli sbocchi portuali nel Mozambico; la Zambia era inoltre collegata con le ferrovie dello Zaire e dell'Angola, grazie alle quali il Copperbelt era unito direttamente al porto angolano di Lobito. Per eliminare le ingerenze di tali Paesi, tutti inseriti – eccetto lo Zaire – nella cosiddetta Africa bianca australe, la Zambia cercò di studiare un sistema di trasporti autonomo; in tale contesto si colloca la realizzazione dell'importante ferrovia Tan-Zam o Tazara (Tanzania-Zambia Railway), che inizia a Kapiri Mposhi, poco a N di Lusaka, e giunge sino al porto tanzaniano di Dar es Salaam. La rete stradale si sviluppava per oltre 90.000 km nel 2001 di cui però solo 20.000 asfaltati. Le comunicazioni aeree si incentrano sugli aeroporti di Lusaka, Ndola e Livigstone. § Un'importanza crescente comincia ad avere il turismo (515.000 ingressi nel 2005) grazie alle bellezze naturali del Paese e alla vasta rete di aree protette.

Storia

Fin da epoche piuttosto remote migrazioni bantu mossero verso sud a ondate successive determinando complicati processi di commistione e un'inusitata diversità di tribù e di lingue (ca. 80). Le invasioni più consistenti e attendibili vennero nel sec. XVII dalle regioni meridionali del bacino del Congo, e nel sec. XVIII dall'Africa orientale. A esse seguirono, all'inizio del sec. XIX, invasioni arabe dal nord, e di ngoni dal sud. Anche i kalolo, provenienti dal Basutoland, si insediarono nel Barotseland, governato dalle genti lozi. I primi europei a raggiungere il Paese furono, nel 1789, il portoghese Lacerda e, nel secolo successivo (1851-73) D. Livingstone. La penetrazione inglese a N ebbe inizio soprattutto per opera di C. Rhodes, che intendeva controllare – attraverso la British South Africa Company (BSAC) costituita nel 1889 e munita d'una Carta reale – i giacimenti di rame di quelle regioni. Rhodes entrò a contatto nel 1890 con i capi locali negoziando vari accordi intesi a porli sotto la protezione della Compagnia e quindi dell'Inghilterra. I trattati più importanti furono firmati con Lewanika, re dei lozi dello Zambesi superiore (1890, 1900). Nei confronti di altri popoli, come i bemba a S del Tanganica e i ngoni a E del fiume Luangwa, gli inglesi si imposero con le armi. Nel 1911 l'autorità della Compagnia era ormai riconosciuta in tutto il territorio. In seguito alle crescenti pressioni dei coloni europei, nel 1924 i poteri della BSAC furono trasferiti al Colonial Office, il quale istituì un Consiglio Legislativo, da cui erano esclusi gli africani. Lo sfruttamento intenso delle risorse minerarie (scoperte nel 1931), il rapido sviluppo industriale, il massiccio impiego di mano d'opera africana a salari di pura sussistenza portarono alla formazione di associazioni di lavoratori e politiche tra gli africani, e all'emergere di autorevoli leader nazionalisti e sindacalisti. Dopo la seconda guerra mondiale il governo laburista inglese autorizzò la costituzione di trade unions e nel 1948 dalle associazioni suddette nasceva il Northern Rhodesia Congress, primo partito africano del territorio. Intanto i sudditi europei andavano reclamando la cessazione del governo coloniale e l'annessione alla Rhodesia Meridionale. Nel 1953 il governo inglese, guidato nuovamente dai laburisti, creò una federazione (Central African Federation) tra Rhodesia Settentrionale (Zambia), Rhodesia Meridionale (Zimbabwe) e col Nyasaland (Malawi). Intorno al 1958 si formò un movimento africano radicale, guidato da K. Kaunda, che diede vita all'United National Independence Party (UNIP). Fu in seguito all'energica azione politica dell'UNIP che il governo inglese adottò nel 1962 le prime riforme costituzionali per l'avvio del territorio all'indipendenza, che venne proclamata il 24 ottobre 1964. Kaunda divenne il capo del nuovo Stato, che prese il nome di Zambia. A partire dal 1972, l'UNIP divenne l'unico partito legalmente riconosciuto nel Paese. L'anno dopo, in seguito all'entrata in vigore di una nuova Costituzione, Kaunda venne rieletto capo dello Stato (riconfermato nel 1978, nel 1983 e nel 1988). Sul piano interafricano il governo Kaunda si caratterizzò per un fermo atteggiamento anticolonialista e antirazzista. All'interno tuttavia il malcontento contro Kaunda divenne sempre più forte, con scioperi e manifestazioni di protesta contro la politica di austerità imposta dal governo per far fronte alla grave situazione economica del Paese. Indotto da questo diffuso scontento e dal mutamento del clima politico internazionale, il capo dello Stato nel 1990 adottò emendamenti costituzionali atti all'introduzione del multipartitismo (dicembre), favorendo inoltre più tardi, tramite un approfondito confronto con l'opposizione, la promulgazione di una nuova Costituzione (2 agosto 1991), con la quale si rendevano possibili le elezioni presidenziali, svoltesi nell'ottobre successivo sotto il controllo internazionale. Il risultato del voto popolare decretò la fine del potere di Kaunda e assegnò la vittoria al candidato dell'opposizione, F. Chiluba, leader del Movimento per il Multipartitismo e la Democrazia (MMD), che assunse la carica il 2 novembre 1991. Le fragili nuove strutture della Zambia vennero sottoposte negli anni successivi a tensioni politiche e tentativi eversivi: le elezioni del 1996 si svolsero nonostante il boicottaggio attuato dalle opposizioni e F. Chiluba venne riconfermato capo dello Stato. Nel dicembre 2001, nuove elezioni per il rinnovo del Parlamento e per la designazione del presidente della Repubblica videro prevalere L. Mwanawasa (MMD), che divenne terzo presidente della Zambia, nei confronti del candidato dell'UNIP, ma anche per queste consultazioni si ripeterono le accuse di brogli e irregolarità da parte delle opposizioni a cui si aggiunse la condanna anche degli osservatori internazionali. Nonstante questo la Corte suprema convalidò i risultati delle elezioni. Mwanawasa, che nel suo primo mandato condusse il Paese attraverso un lento processo democratizzazione e di condanna del regime di Kaunda venne riconfermato nelle elezioni presidenziali del 2006 e nelle successive elezioni legislative l'MMD ottenne di nuovo la maggioranza dei seggi. Nell'agosto del 2008 il presidente Mwanawasa morì per infarto e gli subentrò Rupiah Banda (MMD). In novembre si tenevano le elezioni presidenziali che vedevano come sfidanti lo stesso Banda e Michael Sata; il presidente in carica veniva riconfermato, creando forti proteste da parte del candidato dell'opposizione. Nelle elezioni del 2011 Sata veniva eletto presidente, fino alla sua morte avvenuta nell'ottobre del 2014. Guy Scott diventava presidente ad interim, mentre nel 2015 veniva eletto Edgar Lungu.

Cultura: generalità

La danza più nota è quella tradizionale detta makishi, eseguita da danzatori maschi che indossano una sorta di maglia di fibre vegetali e maschere stilizzate con sembianze umane. La musica tradizionale è suonata con tamburi e xilofoni di legno. Una delle feste antiche più importanti dell'Africa meridionale è la Kuomboka, che celebra il viaggio del litunga (il re lozi) dalla sua residenza durante la stagione secca a Lealui, vicino a Mongu, a Limulunga, sua residenza durante la stagione delle piogge. La festa ha luogo tra fine marzo e inizio aprile. Protagonista dell'evento è la nalikwanda, un'enorme canoa di legno sulla quale viaggia il re, mossa da oltre un centinaio di rematori. Feste legate alla musica e alla danza tradizionale sono la Ukusefya pa Ng'wena, nella Zambia settentrionale (agosto), e lo N'cwala vicino a Kasama (febbraio). Le manifestazioni letterarie della Zambia, un tempo esclusivamente orali, hanno visto, a iniziare dagli anni Cinquanta del Novecento, il sorgere di una produzione scritta in sei lingue vernacolari (bemba, tonga, luvali, lozi, tumbuka, lenje), più l'inglese. Quella in lingua bemba è la più ricca; l'autore più notevole è S. A. Mpashi. La letteratura in inglese è stata a lungo dominata dalla personalità del presidente Kaunda, che in una serie di scritti ha dato la propria filosofia dell'umanesimo africano come ideologia e guida allo sviluppo nazionale. Tra i narratori si segnalano E. Kaavu e F. M. Mulikita. Una piccola antologia ha rivelato alcuni poeti, fra cui M. Kasese (n. 1932), C. L. Mulenga (n. 1935), A. Kanduza (n. 1947). Negli anni Settanta e Ottanta si segnala l'opera teatrale di G. P. Kabwe Kasoma (n. 1933) che scrive in diverse lingue locali, oltre l'inglese e il pidgin. Anche il movimento teatrale Chikwakwa ha dato un notevole impulso a un teatro popolare. La base alimentare è costituita dalla nshima, una specie di purea di mais che accompagna verdure oppure fagioli, carne o pesce.

Cultura: arte

Fra le etnie di questa nazione spiccano, dal punto di vista della produzione artistica, i gruppi lunda e chokwe; gli stili di questi due gruppi, pur essendosi reciprocamente e notevolmente influenzati, mantengono tuttavia una loro identità. L'arte tipicamente chokwe è caratterizzata da un aspetto massiccio nella plastica lignea; una particolarità ricorrente è lo sviluppo monumentale dell'acconciatura, simbolo di potenza sociale e virile. Lo stile lunda, invece, che risente anche degli influssi luba, è caratterizzato da forme rotonde e piene e il suo naturalismo tende a un raffinato preziosismo. I chokwe e i lunda hanno in comune, oltre ad alcuni tratti stilistici, la predilezione per le scene di genere e per i motivi zoomorfi; in alcune regioni le caratteristiche si confondono a tal punto da consentire di individuare uno stile ibrido. Per quanto riguarda l'arte contemporanea, Henry Tayali (1943-1987) può essere considerato il capostipite dei nuovi artisti, fra i quali si possono citare Agnes Yombwe (n. 1966), che utilizza anche materiali naturali, ceramica tradizionale e tessuti, il pittore Shadreck Simukanga e Stephen Kapata.

Bibliografia

Per la geografia

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Per la storia

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Per la letteratura

Ezekiel Mphahlele, Some Thoughts on Zambian Culture, in “The Jewel of Africa”, vol. III, 1-2, Lusaka, 1970; C. L. Vyas, Traditional Tales of Zambia, Lusaka, 1971; idem, Folk Tales of Zambia, Lusaka, 1973; K. B. Maxwell, Bemba Myth and Ritual: the Impact of Literacy on Oral Culture, New York, 1983; E. Cossa, Arte africana, Firenze, 1989.

Per l'arte

D. Fraser, Arte primitiva, Milano, 1962; M. Trowell, H. Nevermann, L'arte in Africa e Oceania, Milano, 1966.

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