Pizzétti, Ildebrando

compositore italiano (Parma 1880-Roma 1968). Dopo aver insegnato nei conservatori di Parma e Firenze, fu direttore di quelli di Milano (dal 1923) e di Roma (dal 1936). Già con Fedra (composta su testo di D'Annunzio negli anni 1909-12; rappresentata alla Scala nel 1915) appaiono definiti i caratteri essenziali del linguaggio di Pizzetti, improntato allo spoglio e severo diatonismo del gregoriano, in polemica col gusto verista ma anche con gli aspetti più vivi e avanzati del Novecento europeo, e attento essenzialmente al rilievo espressivo di un declamato che si rifaceva, talvolta non senza efficacia, al seicentesco “recitar cantando”. Alla stessa concezione si attengono le opere successive (tra cui Debora e Jaele, 1922; Fra' Gherardo, 1928; Lo straniero, 1930; La figlia di Iorio, 1954, su testo di D'Annunzio; Assassinio nella cattedrale, 1958, dal dramma di T. S. Eliot; Clitennestra, 1965) senza che si possa notare la minima evoluzione, anche nei temi drammatici costantemente improntati a uno spiritualismo dannunzianeggiante. La produzione di Pizzetti comprende anche musica corale, per film, da camera e sinfonica (tra cui Concerto dell'estate, 1928, e il concerto per piano Canti della stagione alta, 1930) e liriche per canto e piano che alcuni considerano la parte più felice della sua opera. Numerosi i suoi scritti, tra i quali sono notevoli La musica dei Greci (1914), Intermezzi critici (1921), Musica e dramma (1945), La musica italiana dell'Ottocento (1946).