càmera (musica)

musica in cui ogni parte è affidata a un solo esecutore, senza assumere però carattere solistico. In origine il termine musica da camera, diffuso dalla fine del sec. XVI, designava propriamente la musica da eseguirsi in un ambiente chiuso di casa privata (non in chiesa, o all'aperto, o in una grande sala). Dal limitato numero di esecutori deriva la contrapposizione alla musica sinfonica; parlando di intonazione “cameristica” di un pezzo si intende generalmente un carattere piuttosto intimo e raccolto. Tralasciando qui i generi da camera vocali antichi (soprattutto la cantata e il duetto da camera) e moderni (il Lied) si potrà distinguere nella musica strumentale quella anteriore alla scomparsa del basso continuo (fino al 1750 ca.) e quella posteriore (che rappresenta la musica da camera come viene comunemente intesa). Gli inizi della musica da camera si possono far coincidere con quelli della musica strumentale verso la fine del Cinquecento, con le fantasie o le canzoni per una famiglia di strumenti (molto diffuse le viole) e con le prime pagine di musica violinistica. Il genere cameristico per eccellenza fu nell'età barocca la sonata a tre (che si distingueva appunto in “da chiesa” e “da camera”, ormai non più in rapporto alla destinazione liturgica o profana, ma secondo il carattere musicale). Erano diffusi però vari altri raggruppamenti strumentali e a essi si ricollegarono i nuovi generi nati dopo la scomparsa del basso continuo, con la diversa concezione della sonorità che si rese necessaria una volta abolito il sostegno armonico del clavicembalo. Con Haydn giunse a piena maturazione il quartetto per archi, che ha significativi precedenti nella musica italiana, e in genere nell'epoca di Haydn e di Mozart si formarono tutti i generi più diffusi, dal trio al quintetto. In età classica, come in quella romantica, le caratteristiche formali della musica da camera sono: primo movimento in forma sonata, poi un movimento lento, un minuetto (in seguito sostituito dallo scherzo), un rondò. I movimenti coincidono dunque con quelli della sinfonia, salvo per il fatto che non sempre sono tutti e quattro presenti. Nel XX sec. la musica da camera non ha perso importanza; a parte Stravinskij, che ha composto solo pochi ma significativi brani nel genere, tutte le figure più importanti del Novecento hanno lasciato decisive affermazioni cameristiche: ricordiamo Bartók, Hindemith, Schönberg, Berg e Webern (la cui musica è quasi interamente permeata da uno spirito cameristico).

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