Sabrātah o Sabratha

centro della Libia, 70 km a W di Tripoli, sul Mar Mediterraneo. Porto peschereccio e mercato agricolo. § Nei pressi si trovano le rovine di un'antica città costiera della Tripolitania, già emporio fenicio-cartaginese (avanzi nella zona del foro). Nel 46 a. C. Sabrātah entrò a far parte della provincia romana d'Africa; raggiunse grande prosperità nei sec. II-III d. C. e divenne colonia sotto Antonino Pio. Decadde nel sec. IV e fu poi gravemente danneggiata dai Vandali. Dopo una ripresa in età bizantina (ma le mura di quel tempo racchiusero soltanto una parte dell'antica città), Sabrātah fu abbandonata con le invasioni arabe del sec. VII. È stata scavata e restaurata, soprattutto dagli Italiani, parte della città romana a pianta ortogonale. Il foro porticato è circondato dal Capitolium, dal tempio di Liber Pater, dalla curia e dalla basilica; altri templi al centro di cortili colonnati sono quelli di Antonino e di Iside. In diverse parti della città sono venuti in luce quattro edifici termali con mosaici. Il teatro (sec. II-III d. C.) è in eccezionale stato di conservazione, con la scena a tre ordini sovrapposti e il pulpito con nicchie decorate a rilievo. Fuori della città è l'anfiteatro. Oltre a numerose case private con pitture e mosaici sono da ricordare quattro importanti basiliche cristiane, una di esse con bellissimo mosaico giustinianeo nella navata centrale.

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