Sebastiano del Piómbo

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nome con cui è noto il pittore Sebastiano Luciani (Venezia ca. 1485-Roma 1547). Allievo di G. Bellini, la sua prima attività veneziana si svolse sotto il segno del tonalismo di Giorgione, volto però a una tipica accentuazione della monumentalità compositiva (ante d'organo di San Bartolomeo, Venezia, ca. 1508) e a una più complessa articolazione spaziale (pala di San Giovanni Crisostomo, Venezia). Tale disposizione dell'artista venne confermata nelle scelte stilistiche del periodo romano: gli affreschi eseguiti alla Farnesina per Agostino Chigi (1511, episodi delle Metamorfosi di Ovidio) e quelli della cappella Borgherini in San Pietro in Montorio (1517-24, in particolare la Flagellazione) risentono dell'ascendente di Michelangelo, sia pure filtrato attraverso l'educazione veneta dell'artista, come appare anche dalla Pietà del Museo Civico di Viterbo (ca. 1517) e dal più tardo Ritratto di Andrea Doria (1526, Roma, Galleria Doria Pamphili); i ritratti del secondo decennio si richiamano invece, nel rigore compositivo e nella ricerca psicologica, alla lezione di Raffaello, che a sua volta fu influenzato dalla sensibilità cromatica dell'artista veneziano (Dorotea, Berlino, Staatliche Museen; Il cardinale Carondolet col segretario, Lugano, collezione Thyssen-Bornemisza). A parte la parentesi veneziana degli anni 1526-29, il pittore operò sempre a Roma, dove ebbe l'ufficio della “piombatura” (segreteria) pontificia (da cui il soprannome), accentuando nella sua fase matura gli aspetti intellettualistici della sua arte, specie negli effetti luministici e nel colore irreale e metallico (varie redazioni del Cristo portacroce: Budapest, Museo; Madrid, Prado; San Pietroburgo, Ermitage).

Bibliografia

C. Dussler, Sebastiano del Piombo, Basilea, 1942; R. Pallucchini, Sebastiano del Piombo, Milano, 1966; A. Gentili, C. Bertini, Sebastiano del Piombo, Venezia, 1985.

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