nome sotto cui vengono riuniti i regnanti dello stato spagnolo. Le vicende dinastiche della Spagna presentano una caratteristica degna di nota, e cioè che l'unione degli stati cristiani sorti in momenti diversi nella Penisola iberica, pur spesso in guerra tra di loro non meno che con gli Arabi, avvenne, salvo poche e marginali eccezioni (Navarra meridionale, Baleari ecc.), non per debellatio di uno a vantaggio di un altro (come avvenne in Italia e, in parte, in Germania nell'Ottocento) bensì per eredità di cui una famiglia usufruì in seguito all'estinzione di un'altra a essa imparentata (come avvenne tra Boemia e Austria nel 1526 o tra Scozia e Inghilterra nel 1603): successione facilitata dall'esclusione, fino dall'alto Medioevo, di quella norma che fu poi chiamata in Francia legge salica. D'altro canto tale fusione fu ritardata dalla consuetudine, essa pure di origine germanica, di dividere lo stato tra i vari figli del sovrano in base alla concezione allora prevalente che lo stato fosse proprietà del re. Infatti il moltiplicarsi delle linee collaterali non solo rallentò quell'accentramento che già nel sec. XI aveva raggiunto un notevole grado, ma diede luogo a numerosi conflitti tra gli stati cristiani che ne indebolirono le posizioni permettendo la sopravvivenza degli stati arabi ben al di là di quanto si sarebbe potuto prevedere alla metà del sec. XIII.

Storia: la formazione dei vari regni

Il primo stato sorto nel Nord nel 718, a opera di Pelagio, fu il regno delle Asturie, che ebbe come capitale Canga de Onís, poi Pravia e, alla fine del secolo, Oviedo. La successione avveniva dapprima per elezione secondo la tradizione visigota, ma a partire dalla metà del sec. IX, dopo la morte di Ramiro I (850) divenne ereditaria. Il regno delle Asturie divenne il regno del León con Ordoño II (m. 924). È in tale epoca che compare, accanto al titolo regio, quello di “imperatore” che sembra abbia voluto denotare una superiorità gerarchica del titolare del regno leonese su quella dei sovrani degli altri stati cristiani della penisola: spiegazione, questa, non da tutti accettata e che ha dato luogo ad ampie discussioni tra gli studiosi. Infatti a oriente del regno di León s'erano formati altri stati: il regno di Navarra, con centro a Pamplona, a opera di Iñigo Arista (m. 870) cui succedettero figli e nipoti (ma la cronologia è incerta); e la contea di Castiglia, retta dapprima da conti elettivi, divenuti poi ereditari nei discendenti di Fernán González (m. 970); più a oriente ancora la contea di Barcellona oltre a minori staterelli che in essa vennero a poco a poco assorbiti, in quanto sorti dalla tradizionale divisione del territorio della contea di Barcellona tra cadetti dei conti di quest'ultima (Besalú, Cerdaña ecc.).

Storia: le fusioni e le divisioni dall'XI al XV secolo

La prima importante fusione tra stati cristiani avvenne nella prima metà del sec. XI allorché nel 1028 fu assassinato García II Sánchez (1009/13-1028) di Castiglia e con lui si estinse il ramo comitale di quello stato: scoppiò un conflitto per la successione tra i due cognati del defunto, Bermudo III(1017-1037) di León, marito di Urraca (o Jimena Teresa), e Sancio III il Maggiore (m. 1035) di Navarra, marito di Elvira (m. 1040). Finì col rimanere a quest'ultimo che, morendo, l'assegnò al suo secondogenito, Ferdinando I il Grande(1016/18-1065), il quale, avendo sposato nel 1032 Sancia (1013-1067), la sorella di Bermudo III, ereditò anche il regno di León, preparando la strada alla lontana fusione di quei due regni. Infatti Sancio III il Maggiore non solo staccò la Castiglia dalla Navarra, lasciando quest'ultima al primogenito García IV (m. 1054), ma lasciò l'Aragona al quartogenito Ramiro I(m. 1063) che nel 1038 ricongiunse Sobrarbe e Ribagorza che erano state assegnate al terzogenito Gonzalo (m. 1038). Il regno di Navarra, assorbito nel 1076 da Sancio I Ramírez(m. 1094) d'Aragona dopo il proditorio assassinio di Sancio IV di Penalén (1039-1076), tornò a essere indipendente nel 1134, quando in Aragona salì al trono Ramiro II il Monaco (m. 1157) per opera di Ramiro nipote ex patre di Sancio IV e genero del Cid, ma il risorto regno, ormai chiuso tra i monti, a causa di ripetuti passaggi di dinastie non riuscì mai più a raggiungere il passato splendore. Un secolo dopo la sua resurrezione, attraverso Biancapassava alla casa di Champagne (1234); nel 1284 attraverso Giovanna I (1273-1305) figlia di Enrico I il Grasso (m. 1273), alla casa capetingia realizzando di fatto un'unione con la Francia che l'estinzione del ramo primogenito dei Capetingi non riuscì a rendere definitiva. Infatti al momento dell'avvento dei Valois a Parigi (1328), la Navarra, attraverso Giovanna II(1312-1349) figlia di Luigi X il Testardo (1289-1316), di Francia, passava alla casa di Évreux (1329) e poi, ancora, attraverso Bianca (1385-1441) di Évreux nel 1425 alla casa aragonese di Trastámara e da questa, attraverso Eleonora (m. 1479), alla casa di Foix nel 1464 e attraverso Caterina di Foix (1468-1517) alla casa d'Albret nel 1484 e da ultimo, attraverso Giovanna d'Albret (1528-1572), nel 1547 alla casa di Borbone. Ma della grande Navarra non esisteva più che il ricordo poiché fino dal 1512 la parte meridionale del piccolo regno era stata conquistata da Ferdinando II d'Aragona e la parte a nord dei Pirenei, con l'avvento al trono francese di Enrico III di Borbone (1553-1610), che fu il grande Enrico IV di Francia, finì col fondersi con questo regno nel 1607. Della Navarra non rimase che il platonico titolo regio che i sovrani francesi portarono sino al 1791 accanto a quello di re di Francia. I regni di León e di Castiglia, uniti sotto Ferdinando I il Grande nel 1037, tornarono a dividersi alla sua morte (sorse anche un effimero regno di Galizia per il suo terzogenito); riunificatisi sotto Alfonso VI (1030-1109) tra il 1072 e il 1073 attraverso la di lui figlia Urraca (1050-1126), passarono al figlio del primo marito di questa, Alfonso VII (1105-1157) chiamato l'“imperatore” per antonomasia. I regni furono ulteriormente divisi nel 1157, alla sua morte: in Castiglia regnarono successivamente Sancio III (1133-1158) e Alfonso VIII il Nobile (1155-1214); nel León Ferdinando II (1137-1188) e Alfonso IX(1171-1230). Quest'ultimo, pur vedendosi annullato per imposizione di papa Innocenzo III nel 1204 il matrimonio contratto nel 1197 con Berengaria (1180-1246) figlia di Alfonso VIII, preparò la definitiva fusione dei due regni: infatti il figlio di Berengaria, Ferdinando III il Santo (1201-1252) nel 1217 ottenne la Castiglia per spontanea rinuncia da parte della madre Berengaria, e dal padre ereditò il León nel 1230. Fu quello uno dei periodi più gloriosi della Castiglia che ributtò i Mori all'estremo sud della penisola. Al momento della deposizione (1282) di Alfonso X il Dotto (1221-1284), la cui pretesa al trono del Sacro Romano Impero (cui era stato eletto nel 1257) sembrava aver sepolto definitivamente il concetto precedentemente menzionato di un impero leonese superiore agli altri stati della penisola e pari per dignità a quello romano d'Occidente e a quello bizantino, avvenne l'estromissione degli eredi del primogenito di Alfonso X, Ferdinando I della Cerda (1256-1275), deliberata dalle Cortes fino dal 1276. Succedette il secondogenito Sancio IV (ca. 1258-1295) e la linea da questo generata durò sino alla morte di Pietro I il Crudele (1334-1369). Con l'avvento al trono castigliano d'un fratello bastardo di costui, Enrico II il Magnifico (1333-1379) si evitò che la corona finisse nelle mani di principi inglesi che vi aspiravano per aver sposato figlie illegittime di Pietro il Crudele ed ebbe inizio la dinastia dei Trastámara che ebbe fine con Isabella II la Cattolica (1451-1504) la quale, usurpando il trono alla nipote Giovanna la Beltraneja(1462-1530) e sposando il cugino Ferdinando II (1452-1516) d'Aragona (il futuro Ferdinando il Cattolico), da un lato evitò la fusione della Castiglia con il Portogallo, dall'altro preparò l'unione della Castiglia con l'Aragona, anche se nel patto nuziale i due regni dovevano rimanere ben separati ognuno con proprie leggi e istituzioni.

Storia: la contea di Barcellona

Per quanto concerne la contea di Barcellona, essa s'era creata nei territori della carolingia Marca Ispanica e dopo aver avuto dei conti nominati ad personam aveva finito, a opera di Vilfredo il Peloso (m. 898), col divenire una contea indipendente ed ereditaria nella famiglia di questi, approfittando dello sfacelo dell'impero carolingio seguito alla deposizione di Carlo il Grosso (887). Da lui si dipartirono, oltre al ramo principale dei conti di Barcellona, anche i rami cadetti dei conti di Besalú, di Cerdaña e forse del Rossiglione, contee che furono riassorbite in quella principale di Barcellona rispettivamente nel 1111, nel 1117 e nel 1172. Ma a ben altra potenza Barcellona giunse in seguito a due fortunati matrimoni, il primo concluso nel 1112 da Raimondo Berengario III il Grande (1082-1131) con Dolce (m.1129), erede della Provenza, e da Raimondo Berengario IV il Santo (ca. 1115-1162) nel 1137 con Petronilla(ca. 1137-1173), discendente di Ramiro II il Monaco ed erede del regno d'Aragona. È ben vero che nel 1130 la Provenza s'era nuovamente staccata perché lasciata in eredità a Berengario Raimondo (m. 1144) fratello di Raimondo Berengario IV, ma nel 1166 il ramo provenzale s'era estinto e il figlio di Raimondo Berengario IV e di Petronilla, Alfonso II(1152-1196) re d'Aragona e conte di Barcellona (m. 1196), aveva potuto ricostituire dal 1162 l'unità del dominio; una nuova suddivisione avvenuta nel 1196 distrusse definitivamente quella che costituendo un arco estendentesi dalla Murcia alla Repubblica di Genova avrebbe potuto costituire una vera potenza nel Mediterraneo occidentale. Infatti mentre Pietro II il Cattolico (ca. 1177-1213) otteneva l'Aragona e Barcellona, il cadetto Alfonso II (m. 1209) otteneva la Provenza, la quale nel 1246 passava per matrimonio della più giovane delle figlie di Raimondo Berengario V (1205-1245), Beatrice (1234-1267), a Carlo d'Angiò fratello di Luigi IX di Francia e si iniziava quel lungo cammino con cui nel 1481 la Provenza entrava a far parte del regno francese.

Storia: le vicende dinastiche dell'Aragona da Giacomo I a Giovanna La Pazza

L'Aragona col figlio di Pietro II, Giacomo I il Conquistatore (1208-1276), tolse agli Arabi le Baleari (1229-35) e nel 1238 il regno di Valencia; il figlio di Giacomo I, Pietro III (1240-1285), approfittando della rivoluzione dei Vespri (1282) e accampando discutibili titoli come marito di Costanza di Svevia, figlia di Manfredi, inaugurò la politica mediterranea dell'Aragona conquistando la Sicilia. L'eterna consuetudine di dividere i domini fra i vari figli generò un ramo di Aragona-Maiorca, comprendente anche il Rossiglione, che ebbe breve vita perché il terzo sovrano, Giacomo III(1315-1349), riluttante a riconoscersi vassallo del ramo principale, fu nel 1343 spodestato dal cugino Pietro IV il Cerimonioso(1319-1387). Il ramo di Sicilia, iniziato nel 1295 da Federico II(1272-1337), completamente indipendente, anzi in contrasto col ramo principale, ebbe vita più lunga e si estinse con la morte dell'ultima erede, Maria (1361-1402). Da lei la corona siciliana passò al marito Martino il Giovane (1374-1409) e da questi al padre di lui Martino I l'Umano (1356-1410) con la morte del quale si estinse l'ultimo discendente di Pietro IV d'Aragona. Si veniva così a porre il problema della successione negli stessi termini coi quali s'era posto nel 1328 in Francia alla morte di Carlo IV: aveva maggiori diritti colui che discendeva in linea maschile, anche se con un grado di parentela lontano, oppure chi aveva un grado di parentela più prossimo pur discendendo per via femminile? I titoli dei vari pretendenti al trono aragonese furono valutati nel 1412 e la questione risolta col compromesso di Caspe: una delegazione di nove persone, rappresentante i due regni di Aragona e di Valencia e la contea di Barcellona (non vi furono ammessi i rappresentanti del regno di Maiorca), preferì il parente più vicino, seppure tale per via femminile,Ferdinando I (1380-1416) infante di Castiglia del ramo dei Trastámara, detto di Antequera, al conte Giacomo d'Ugrell che discendeva per linea maschile da Alfonso IV il Benigno(1299-1336). La soluzione adottata era proprio l'opposto di quella adottata in Francia secondo la cosiddetta legge salica. Il figlio di Ferdinando I, Alfonso V il Magnanimo (1396-1458), morendo lasciò i domini ereditari al fratello Giovanni II (1398-1479) che già s'era proclamato re di Navarra e questi, a sua volta, dopo aver spodestato e forse fatto morire il primogenito Carlo di Viana (1421-1461), lasciò l'intera eredità (Aragona, Barcellona, Valencia, Baleari, Sicilia e Sardegna) al già menzionato Ferdinando II il Cattolico. La Navarra passò, come s'è detto, alla figlia Eleonora e da lei alla casa di Foix. Ferdinando II (che succedette al padre nel 1479), sposando nel 1469 la cugina Isabella I di Castiglia, preparò l'unione dei due stati ai quali essi aggiunsero nel 1492 il regno arabo di Granada, espellendone l'ultimo sovrano moro, Boabdíl, e nel 1501 il regno di Napoli che Alfonso V aveva conquistato nel 1442 e aveva lasciato, morendo, a un figlio bastardo, Ferdinando I(1431-1494), Ferrante per i contemporanei italiani, la cui discendenza regnò solo per pochissimi anni e si estinse nel 1559. Nel 1512 l'occupazione della Navarra a sud dei Pirenei completava l'unione della Spagna, come s'è detto. Rimaneva da aggiungervi il Portogallo ch'era sorto nel sec. XII da una separazione dalla Castiglia, separazione che non s'era più potuta eliminare nonostante si fosse più volte tentato per vie matrimoniali. Vi si ricorse ancora alla fine del sec. XV, dopo la morte dell'unico maschio dei re cattolici, Giovanni (1478-1497). Erede dei troni di Castiglia e d'Aragona era divenuta la primogenita Isabella (1470-1498) e fu fatta sposare a re Emanuele del Portogallo, ma il tentativo fallì ancora perché, morta Isabella, il figlio nato da quell'unione, l'infante Michele (1498-1500), erede di tutte le corone della Penisola iberica, morì a soli due anni. Erede designata divenne allora la secondogenita, passata alla storia col nome di Giovanna la Pazza (1479-1555), che aveva sposato Filippo d'Asburgo, signore dei Paesi Bassi. Essa divenne erede della Castiglia nel 1504, alla morte della madre Isabella la Cattolica, e regnò con il marito Filippo I fino alla morte di costui (1506) dopo di che, essendo Giovanna nell'impossibilità di regnare perché folle, la corona passò di fatto al loro primogenito Carlo d'Asburgo (1500-1558), sotto la reggenza del nonno Ferdinando II il Cattolico. Poco mancò che le corone di Castiglia e d'Aragona si separassero nuovamente quando Ferdinando II, in odio ai parenti asburgici, si sposò una seconda volta (1506) con la pronipote Germana di Foix (1488-1538), ma l'infante nato da questa unione, Giovanni (1509), morì dopo poche ore di vita.

Storia: da Carlo V al Novecento

In tal modo Carlo d'Asburgo divenne nel 1516, alla morte del nonno materno, sovrano dei regni spagnoli, sia pure, in Castiglia, in qualità di reggente per la madre, e nel 1519 alla morte del nonno paterno Massimiliano aggiunse i beni degli Asburgo (Austria, Carinzia, Tirolo ecc.). Lo stesso anno divenne imperatore del Sacro Romano Impero. Egli possedeva già per eredità paterna quanto rimaneva dei domini della casa di Borgogna. In tal modo costituì un impero quale non s'era più visto dall'epoca di Alessandro Magno o dell'Impero romano, impero cui egli durante la sua vita aggiunse in Europa i ducati di Milano e di Gheldria e in America gli imperi del Messico e del Perú. Carlo d'Asburgo (I in Spagna, V come imperatore) abdicando nel 1556 divise i suoi vasti domini tra il fratello Ferdinando I(1503-1564), cui lasciò i domini tedeschi ai quali si erano aggiunti il regno di Boemia e i diritti sul regno d'Ungheria, e il figlio Filippo II(1527-1598) cui lasciò la Spagna, i domini italiani e borgognoni e le colonie americane, dando così inizio a due rami regnanti degli Asburgo. Il ramo spagnolo passò di padre in figlio da Filippo II(che nel 1580 realizzò l'unione iberica divenendo re del Portogallo) a Filippo III(1578-1621), a Filippo IV(1605-1665) che perdette il Rossiglione, il Portogallo e i Paesi Bassi settentrionale e, infine, a Carlo II(1661-1700) che perdette la Franca Contea. In politica interna il periodo asburgico fu caratterizzato da un sempre più vasto accentramento del potere nelle mani del re o dei suoi ministri e da una crescente “castiglianizzazione” di tutto il regno, il che provocò rivolte sanguinose nella Catalogna. Alla morte di Carlo II si aprì la guerra di successione spagnola e una volta ancora il parente più vicino, anche se per via femminile, ottenne la corona. Ebbe così inizio con Filippo V di Borbone il ramo spagnolo dei Borbone che, nonostante le guerre civili provocate dall'abolizione della legge salica introdotta nel 1713 e abolita nel 1832 (legge che, come s'è visto, non era congeniale alla storia spagnola e ch'era stata imposta dall'Inghilterra e dall'Austria per evitare che per eredità femminile la corona potesse essere congiunta con quella di Francia), e nonostante le ripetute interruzioni dovute a cause diverse tra il 1808 e il 1813, tra il 1868 e il 1874 e, infine, tra il 1931 e il 1975, regnerà sulla Spagna fino al XXI secolo (Juan Carlos I di Borbone).

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