(Tūnis). Capoluogo del governatorato omonimo e capitale della Tunisia, 746.000 ab. (2004), l'agglomerato urbano 1.996.000 ab. (stima 2003).

Generalità

Città situata su un istmo roccioso che separa la Sebkhet-es-Sedjoumi (un vasto bacino di acque salate) dal di Tunisi. È il principale centro culturale, politico, amministrativo del Paese e ne rappresenta il cuore economico. La città è sede della diocesi di Tunisi e, al suo interno, si eleva la Cattedrale Saint-Vincent-de-Paul (inaugurata nel 1897). Numerose – sia pubbliche sia private – le università: Université Ez-Zitouna; Université Libre de Tunis; Université Privée Tunis Carthage; Universite Tunis El Manar; Université Virtuelle de Tunis. In questa città si tennero anche due importanti avvenimenti storici: la Conferenza panafricana di Tunisi (25-30 gennaio 1960), seconda nella serie delle conferenze dei popoli africani (v. panafricanismo) e il Congresso di fondazione dell'Interafricana socialista (febbraio 1981), svoltosi sotto gli auspici dell'allora presidente tunisino Habib Burghiba (1903-2000) e dell'ex presidente senegalese L. S. Senghor (1906-2001).

Urbanistica

L'asse portante della parte più moderna della città è costituito dall'Avenue Habib Bourguiba, con ristoranti, hotel, negozi e spazi culturali. A N dell'Avenue Bourguiba si estende il quartiere La Fayette, che ospita la Grande sinagoga di Tunisi e il giardino Habib Thameur, ubicato al posto del vecchio cimitero ebraico, subito al di fuori delle vecchie mura. Numerosi i parchi, il più esteso dei quali è il Parco Belvedere, costruito nel 1892 in posizione strategica con panorama sul lago. La vecchia Medina è stata interessata da un fenomeno di intensa urbanizzazione in stile moderno, conseguente al periodo coloniale e alla successiva indipendenza; nelle zone periferiche sorgono i sobborghi di Carthage, La Marsa e Sidi Bou Said.

Storia

Certamente più antica di Cartagine, costruita su una collina sovrastante la Sebkhet-es-Sedjuomi, era difesa da fortificazioni. Legata alla storia della città punica, benché in posizione subordinata, è possibile che sia stata anch'essa distrutta nel 146 a. C. Ripresasi dopo il crollo, non ha conservato alcuna traccia del periodo romano, per acquistare poi, sotto la dominazione araba una crescente importanza, divenendo capitale sotto gli Hafsidi (1229). Nel sec. XVI furono gli ottomani a conquistare la città, nonostante l'ostilità crescente degli spagnoli che li fronteggiarono cercando di restaurare il governo degli Hafsidi. Divenuta a tutti gli effetti ottomana, nel 1574, Tunisi riuscì nonostante tutto a conservare una discreta indipendenza da Istanbul. Nel sec. XVIII la città tornò a prosperare dal punto di vista commerciale grazie anche alla pirateria. Nel 1881 divenne, con tutta la nazione, protettorato francese e subì notevoli trasformazioni urbane: rimasta a lungo compressa all'interno delle sue fortificazioni, la città si estese rapidamente e venne dotata di servizi quali acqua, elettricità e trasporti pubblici. Esclusa dalle vicende della prima guerra mondiale, Tunisi fu al centro degli scontri nel corso del secondo conflitto e per qualche mese ospitò anche i comandi delle forze dell'Asse Roma-Berlino. Dopo l'indipendenza (1956), Tunisi ha visto rafforzarsi il suo ruolo di capitale, trasformandosi, nel giro di qualche decennio, da centro coloniale a grande città araba.

Arte

La Medina, patrimonio UNESCO dell'umanità fin dal 1979, custodisce diverse centinaia di monumenti, moschee, mausolei, palazzi, madrasse e fontane che testimoniano le diverse influenze architettoniche romane, bizantine, andaluse e arabe. Tra gli edifici religiosi ospitati al suo interno si annovera la Grande Moschea, detta anche al-Zaytūna (degli Olivi) o Zitouna: costruita nel 732, fu riedificata dagli Aghlabiti nella seconda metà del sec. IX, sul tipo di quella di Kairouan; è il principale luogo di culto della città, la seconda moschea del Paese per dimensioni e ha ospitato in passato una grande università islamica. Tra le altre numerose moschee vanno citate Hammouda Pasha, Youssef Dey e Sidi Mahrez. Al periodo degli Hafsidi risale la moschea della Qaṣba (1235) con minareto quadrato decorato con arcatelle e motivi a losanghe. Alla dominazione turca risalgono i palazzi dei bey di Tunisi: il Dār al-Bey, il Dār Husajn (sec. XVIII) e il Palazzo del Bardo (sec. XVIII-XIX), ora sede del più ricco museo della città, dove si conservano mosaici policromi dei centri romani della Tunisia e materiale punico e neopunico (statue fittili del tempio di Baʽal e Tanit a Thieissut).

Economia

Notevoli le attività commerciali: l'agricoltura produce prevalentemente olio d'oliva, frutta e verdura, grano duro e coltura della vite. L'industria, decentrata nei sobborghi SW, è attiva nei settori alimentare (oleifici), chimico (superfosfati), tessile, metallurgico (piombo), siderurgico e del cemento. Il porto comunica con La Goulette cittadina che ne costituisce l'avamporto sul mar Mediterraneo (golfo di ), mediante un canale navigabile lungo 10 km. Saline a Mégrine. Il comparto turistico assicura buone entrate all'economia locale. La città è collegata, tramite una buona rete stradale e ferroviaria alle principali città tunisine. Servita dall'aeroporto internazionale Tunisi-Carthage, noto anche come El-Aouina.

Bibliografia (per l'arte)

Ch. de Chassiron, Aperçu pittoresque de la Regence de Tunis, Parigi, 1949; B. Miled-Bettaieb, Una città araba. La Medina di Tunisi, Milano, 1990.

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