Vesùvio, Parco Nazionale del-

Indice

superficie 84,82 km², altitudine 220-1281 m s.m. (monte Vesuvio), provincia: Napoli. Sede a San Sebastiano al Vesuvio (NA). Istituzione: 1995.

Territorio

Il parco è stato istituito non solo per tutelare gli ambienti e le singolarità geologiche di uno dei complessi vulcanici attivi più famosi al mondo, quello del Somma-Vesuvio, ma anche per realizzare una corretta integrazione tra uomo e ambiente in un'area fortemente antropizzata e quindi a elevato rischio in caso di ripresa delle eruzioni. Attivo in maniera significativa, da ca. 35.000 anni, il Vesuvio alterna fasi di ridotta attività, a fasi stromboliane, con emissioni di gas e scorie, e a vere e proprie eruzioni, con effusioni di lava e parossismi vulcanici (tra cui quelli del 79, del 1906 e il più recente del 1944). L'unicità del parco, oltre al vulcano, è dovuta anche al patrimonio storico, archeologico e architettonico rappresentato da Pompei ed Ercolano. § Nonostante l'espansione edilizia abbia ridotto l'estensione del suolo coltivato, l'agricoltura rimane una risorsa importante dell'area del parco, con prodotti tipici famosi, quali i pomodorini “a piennolo” e le albicocche del Vesuvio (se ne contano un centinaio di varietà). La produzione vitivinicola si fregia della DOC lacrima Christi.

Flora e fauna

Sono più di seicento le specie botaniche osservate nell'area protetta. Sul versante vesuviano, più arido e assolato, la vegetazione tipica della macchia mediterranea (corbezzolo, mirto, cisto, ginestra) è stata in parte sostituita da riforestazioni (pino marittimo, pino domestico e pino d'Aleppo), miranti a contenere i fenomeni franosi; il versante sommano, più umido, ha una vegetazione di tipo appenninico, con boschi misti di castagno, acero, leccio, betulla e ontano napoletano. L'area protetta dà anche la possibilità di osservare come la vegetazione colonizzi il magma effuso dal Vesuvio: è il lichene Stereocaulon vesuvianum a insediarsi per primo sulla lava raffreddata; vive con pochissima acqua e prepara il suolo per l'attecchimento delle piante; dapprima alcune specie pioniere (la romice rossa, l'elicriso, la valeriana rossa e l'artemisia campestre), poi le ginestre (sono presenti nel parco quella dei carbonai, quella dell'Etna, introdotta dopo l'eruzione del 1906, e la ginestra odorosa) e, infine, la macchia mediterranea (lentischi, allori, mirti ecc.). Tra i mammiferi si segnalano la volpe, il coniglio selvatico, la lepre, il topo quercino, il moscardino e la faina. Sono più di un centinaio le specie di uccelli osservate; tra queste spiccano il gheppio, la poiana, lo sparviero, il falco pellegrino, l'upupa, il passero solitario e il corvo imperiale. Sono molto diffusi, tra i rettili, il biacco e, tra gli anfibi, il rospo smeraldino. Tra gli invertebrati vanno citate le coloratissime farfalle diurne e notturne che frequentano la flora vesuviana.

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