antinomiani

sm. pl. [da antinomia]. Vocabolo coniato da Lutero per definire i seguaci del suo discepolo Johann Agricola, che, in contrasto con il maestro, sosteneva l'abolizione dell'antica legge mosaica e quindi anche dei dieci comandamenti. L'eresia era sorta fin dai primi tempi del cristianesimo presso gli gnostici e i nicolaiti, per i quali anche gli atti moralmente più indegni avevano perso ogni peccaminosità, essendo stata abolita la legge antica. Di uguale opinione furono i nuovi nicolaiti del sec. XI, mentre gli anabattisti(sec. XVI) negavano ogni valore alle leggi civili. Agricola portò alle sue estreme conseguenze il principio luterano della “fede senza le opere”, deducendone l'assoluta indifferenza degli atti umani di fronte alla responsabilità morale. La polemica fra luterani e antinomiani fu pacificata dalla “formula di concordia” del 1577, ma l'eresia acquistò nuovo vigore tra i puritani del sec. XVII in forza del dogma calvinistico sulla predestinazione predeterminata (ante praevisa merita). Controllata dai vescovi anglicani, l'eresia ebbe un ritorno di fiamma nel sec. XIX in alcuni gruppi isolati inglesi.

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