bailout

(letteralmente “salvataggio”, termine di origine marittima che descrive l'atto di rimuovere l'acqua da una nave che affonda usando un secchio) in economia e finanza, insieme di operazioni promosse da un’istituzione finanziaria o da uno Stato nei confronti di un altro ente (azienda privata o Stato) allo scopo di salvare quest’ultimo dal fallimento dettato da una situazione di insolvenza. La decisione di attivare un bailout è legata al salvataggio di istituti (in genere banche o assicurazioni) particolarmente strategici, per esempio perché di dimensioni così grandi che il loro fallimento comporterebbe conseguenze dannose per l’intero sistema. Gli aiuti possono consistere in immissioni di liquidità (per esempio da parte di una Banca centrale), esenzioni fiscali o prestiti a condizioni agevolate (non di mercato). In casi estremi si può giungere a un intervento dello Stato (acquisto delle attività, garanzie sulle passività, ricapitalizzazione con cui lo Stato diventa azionista). Questa soluzione è stata attuata dopo la crisi del 2008, in Europa e negli Stati Uniti, con una considerevole ricaduta sui bilanci pubblici.
Tra i soggetti che vengono sostenuti grazie al bailout possono figurare anche gli Stati sovrani. In particolari casi, infatti, altri Stati e le istituzioni economico-finanziarie internazionali (come il Fondo Monetario Internazionale, FMI) possono venire in aiuto delle nazioni in grave difficoltà per evitarne il default (come avvenuto in Europa nel 2010-2011 per Grecia, Irlanda e Portogallo).

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