beneficènza

sf. [sec. XIV; dal latino beneficentía, da benefícus, benefico]. Azione rivolta a beneficare o a portare soccorso a chi ne ha bisogno: opera di beneficenza; beneficenza pubblica, privata, promossa da enti pubblici o da privati. Estens., liberalità, generosità: non facciamo della beneficenza, non doniamo niente a nessuno.§ Nell'azione riparatrice dello Stato verso il fenomeno dell'indigenza, proprio di tutti i tempi e di tutti i Paesi, si distingue l'attività di pubblica beneficenza, intesa come la prestazione gratuita di beni e servizi fatta a persone bisognose, a scopo di soccorso. L'attività di beneficenza viene esercitata dallo Stato sia in via diretta sia per mezzo di enti autarchici territoriali (comuni e province) sia, infine, attraverso enti espressamente istituiti. L'attività di beneficenza dello Stato si distingue in legale e istituzionale: la prima si svolge uniformemente nel territorio nazionale ed è regolata da leggi generali; la seconda è esercitata da varie istituzioni, anche locali, sorte allo specifico scopo di svolgere attività caritativa. § Nell'antichità alcune usanze che sembrerebbero rientrare nella beneficenza erano più giustamente definite assistenza pubblica ed erano dovute a particolari esigenze del tempo, come l'obbligo dell'ospitalità, o a obblighi di natura religiosa o etica, come la frumentatio o altre largizioni pubbliche in uso a Roma. Il nuovo concetto di beneficenza fu introdotto dal cristianesimo come manifestazione del comandamento dell'amore del prossimo e come applicazione del principio che le opere buone sono necessarie in ordine alla salvezza. Come tale la beneficenza trovò un campo fertile fin dai primi tempi del cristianesimo e portò all'istituzione di “agapi fraterne”, dove il povero trovava facilmente il modo di sollevare la propria indigenza. Nel Medioevo divenne sempre più frequente l'uso di lasciare in eredità una parte dei propri beni perché fossero distribuiti in opere di beneficenza. Con questi mezzi sorsero ospizi per i pellegrini, ospedali, confraternite, che assistevano malati e poveri. Nel sec. XV si ebbero i primi monti di pietà, ospizi per i ciechi, per gli epilettici, per l'infanzia abbandonata ecc. Nel sec. XVII si aggiunsero le prime confraternite e le congregazioni di carità. L'Illuminismo si fece portatore di un concetto nuovo di beneficenza e ne fece un obbligo dello Stato, dando inizio a quel processo d'individuazione dei criteri e dei principi che avrebbero informato la moderna “assistenza sociale”. Stimolo a questa nuova concezione fu l'aggravarsi della questione sociale, che doveva diventare preponderante nei sec. XIX e XX. L'assistenza sociale è un vero e proprio obbligo dello Stato e la sua diversa efficienza è alla base di un progresso civile ordinato o tempestoso. I principi generali dell'assistenza sociale sono contenuti nella legge n. 328 dell'8 novembre 2000. Secondo il dettato legislativo la Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali; promuove interventi per garantire la qualità della vita, le pari oppurtunità, la non discriminazione e i diritti di cittadinanza; previene, elimina o riduce le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, in coerenza con le norme costituzionali. § I francobolli di beneficenza sono una categoria di francobolli il cui ricavato viene devoluto a vantaggio di opere o istituzioni benefiche. Vi sono Paesi che hanno emesso francobolli di beneficenza saltuariamente in occasione di calamità (inondazioni, terremoti, carestie) e altri che li emettono regolarmente. Tra i più noti si ricordano quelli delle serie “Pro juventute” emessi annualmente dalle poste svizzere a partire dal 1913; il sovrapprezzo di queste emissioni va a beneficio di opere a favore dell'infanzia e della gioventù. Analoghe finalità hanno le emissioni olandesi “Pro infanzia”. Largamente note sono le emissioni francesi e belghe a beneficio della Croce Rossa; l'Italia ha emesso una sola serie di francobolli a beneficio della Croce Rossa (1915-16). Non possono considerarsi di beneficenza i francobolli gravati di sovrapprezzo, il ricavato del quale è devoluto per l'organizzazione di manifestazioni varie (Olimpiadi, esposizioni filateliche ecc.).

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