cambiavalute

sm. inv. [dall'impt. di cambiare+valuta]. Chi esercita professionalmente il commercio di monete metalliche, biglietti di banca e di Stato esteri. I cambiavalute, già presenti nell'antica Roma (compsores), continuarono a mantenere la loro importanza nel Medioevo (cambiatori o cambisti) e nei secoli seguenti. In Italia, in base all'ordinamento vigente, svolgono la propria professione dietro autorizzazione e su controllo della Banca d'Italia. Possono anche esercitare la compravendita di valori mobiliari. Agli effetti di legge il cambiavalute è un imprenditore (art. 2082-83 del Codice Civile). La sua attività riguarda l'intermediazione dei beni (art. 2195 del Codice Civile), ma non il credito. Nel 1991 è stata realizzata la riforma delle Società abilitate all'Intermediazione dei valori Mobiliari (le cosiddette SIM). Tale riforma contempla il divieto, nelle Borse, dell'uso speculativo da parte degli operatori di informazioni riservate (fenomeno noto come insider trading); una normativa più precisa sull'organizzazione delle SIM, che comprende tra l'altro requisiti minimi di capitale e di trasparenza, volti a tutelare il pubblico dei risparmiatori; la ripartizione tra CONSOB e Banca d'Italia dei compiti di controllo sulle SIM.

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