Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino creatío-ōnis].

1) L'atto del creare, del produrre dal nulla: la creazione dell'universo. Anche il complesso delle cose create; il creato, mondo: l'ordine e la bellezza della creazione.

2) Per estensione, invenzione, effettuazione, istituzione: la creazione di un'opera letteraria, musicale; creazione di un comitato. Assoluto, impeto creativo, ispirazione: “La creazione è una febbre” (Alfieri). L'opera creata, prodotta: le creazioni dell'ingegno umano. Nella terminologia della moda, modello nuovo ed esclusivo: l'ultima creazione di un grande sarto.

3) Elezione: la creazione di un nuovo accademico.

4) In fisica, processo per cui un fotone di elevata energia, attraversando la materia, trasforma, in parte o totalmente, la sua energia in massa, dando luogo alla produzione di una coppia particella-antiparticella, per esempio elettrone-positrone o protone-antiprotone.

Filosofia

In senso generale, qualsiasi forma di causalità produttiva. In senso più ristretto il concetto di creazione è in Platone il frutto di un atto di bontà del Demiurgo: la sua azione però è limitata dalle idee, la cui esistenza è eterna e di cui egli si serve come modelli per la sua opera, e dalla materia, anch'essa preesistente all'atto creatore. In Aristotele, Dio come primo motore immoto è causa del movimento e dell'ordine del mondo, ma questo è eterno come Dio, il quale perciò è solo un ordinatore. Per il neoplatonismo, infine, la produzione del mondo è un necessario processo di emanazione. Il significato di creazione cambia radicalmente con la filosofia cristiana, che introduce il concetto di creazione ex nihilo. Nella storia del pensiero occidentale, anche dopo l'avvento del pensiero patristico e scolastico, persistono concezioni che intendono l'origine del mondo come processo o derivazione necessaria a partire da un principio e che quindi possono essere definite, sia pure approssimativamente, di tipo emanatistico. Tali sono, per esempio, quelle di Spinoza e di Hegel. Con il sec. XIX si fa progressivamente strada un modo d'intendere le origini del mondo affatto diverso dalle concezioni sino ad allora imperanti, sia di tipo emanatistico sia di tipo creazionistico: il positivismo evoluzionistico affaccia l'ipotesi che il mondo sia il prodotto di un progressivo e costante sviluppo a evoluzione naturale. Emanatismo, creazionismo ed evoluzionismo sono le tre interpretazioni cui ancora, secondo i diversi orientamenti filosofici, si fa ricorso per spiegare l'origine del mondo.

Religione: cosmogonia

Tipo di cosmogonia in cui sono compresi sia gli atti creazionistici veri e propri (creazione dal nulla), sia le creazioni mediante trasformazione di materia esistente. Nelle varie religioni raramente ci si imbatte nella creazione ex nihilo, spesso invece nella creazione da materia preesistente. La creazione è riducibile all'instaurazione delle condizioni spazio-temporali necessarie alla vita (il tutto è visto in funzione dell'uomo, l'ultimo oggetto della creazione): la terra, la luce solare e l'avvicendamento degli astri. I temi mitici ricorrenti circa la terra, quale spazio umano, sono due: la separazione della terra dalle acque, in una gamma di racconti che vanno dall'azione di un uccello che pesca la terra dalle acque portandola in superficie, alla biblica separazione ordinata da Dio; la separazione della terra dal cielo, intesa talvolta (mito di Urano) come evirazione di un Cielo maschio prima unito nell'amplesso con una Terra femmina. I temi mitici concernenti la luce e gli astri possono essere unificati nella categoria (o condizione umana) temporale, giacché la luce, nei racconti della creazione, è considerata come avvicendamento alla notte (ed è in realtà dovuta all'avvicendamento del sole) e pertanto, come l'avvicendamento degli astri (tra cui anche il sole), contribuisce alla ricognizione del “tempo” del quale è un essenziale punto di riferimento. La creazione può avvenire in diversi modi nelle varie culture e religioni. C'è pertanto la creazione per mezzo della parola (l'esempio più famoso è il racconto biblico); per mezzo del pensiero, o del canto, o della danza (in miti degli Indiani dell'America Settentrionale); per mezzo del sacrificio di un essere primordiale, dalle cui membra hanno origine le realtà dell'universo (per esempio Iran); per mezzo di un'azione simile a quella del vasaio che modella l'argilla (temi mitici mesopotamici; il dio egizio Khnum che modella l'uomo in argilla; vari miti africani).

Religione: teologia cristiana

Secondo la teologia cristiana l'universo fu creato dal nulla, da parte di un libero atto di Dio, chiamato perciò il Creatore; caratteristica della tradizione ebreo-cristiana, la dottrina della creazione insiste sulla personalità di Dio e ha come corollario la contingenza della realtà materiale. Essa è, in ultima analisi, incompatibile con la concezione secondo cui Dio, nel dar luogo all'universo, avrebbe fatto uso di materia preesistente: quest'ultima tesi trovò in principio credito presso alcuni Padri, ma fin dalla fine del sec. II fu universalmente accettata nella Chiesa la creazione ex nihilo. Una dottrina della creazione in quanto tale non implica che il mondo abbia avuto inizio nel tempo, oppure insieme al tempo: tuttavia la teologia cristiana in generale ha decisamente respinto l'eternità dell'universo, affermando peraltro che l'origine temporale di esso può essere sostenuta solo sulla base della rivelazione (Genesi, I); tendenza della teologia cristiana moderna, tuttavia, è concepire la creazione non tanto come un singolo e remoto atto divino, ma come un processo continuo attraverso il tempo.

Bibliografia

Per la filosofia

A. D. Sertillanges, L'idée de création et ses retentissements en philosophie, Parigi, 1945; A. Perego, La creazione, Brescia, 1958; A. Koestler, The Act of Creation, Londra, 1964; G. Tupini, Ipotesi sulla creazione, Torino, 1989.

Per la teologia

B. Bavink, Weltschöpfung in Mythos und Religion, Philosophie und Naturwissenschaft, Monaco, 1950; F. Gogarten, Der Mensch zwischen Gott und Welt, Heidelberg, 1952; M. Del Gatto, La creazione, Roma, 1990.

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