Lessico

agg. e sm. e f. Dell'isola di Creta: la civiltà cretese; abitante o nativo di Creta.

Linguistica

Documenti linguistici sono ben attestati nell'isola di Creta fin dall'inizio del II millennio a. C. Ancora in via di decifrazione sono i testi redatti in una scrittura geroglifica (geroglifico minoico, in cui si possono distinguere uno stadio primitivo e uno più evoluto) costituiti da sigilli e tavolette d'argilla a carattere inventariale che possono essere datati tra il 2000 e il 1650 ca. a. C. Non ben decifrate sono anche le iscrizioni (su tavolette d'argilla e di bronzo, sigilli, bipenni, ecc.) redatte in una scrittura di tipo sillabico, con alcuni ideogrammi, detta Lineare A, derivata dal precedente sistema di scrittura. Sono stati invece decifrati nel 1953, per opera di Michael Ventris, i testi di una scrittura sillabica, diversa dalla precedente, detta Lineare B, che si sono rivelati scritti in un dialetto greco arcaico che viene comunemente chiamato miceneo. Si tratta di oltre 5000 tavolette d'argilla (registrazioni contabili di vario tipo, inventari di attrezzi, armi e oggetti vari) trovate non solo a Creta (Cnosso) ma anche in altre località della Grecia, soprattutto a Pilo e Micene: quelle di Cnosso vengono datate verso la fine del sec. XV a. C. (ma alcuni studiosi tendono ad abbassare questa data), quelle di Pilo e Micene verso la fine del sec. XIII a. C. Anche nella scrittura Lineare B si trova un certo numero di ideogrammi (che indicano persone, animali, cereali, oggetti) e una novantina di segni che hanno un valore sillabico. Il dialetto greco attestato in questi testi presenta tratti notevolmente arcaici, come la conservazione dei suoni labiovelari, che negli altri dialetti greci si sono trasformati in dentali o labiali, la conservazione del digamma, la quasi totale assenza di contrazioni. Parecchi secoli dopo questi testi in Lineare B appaiono a Creta numerose iscrizioni in alfabeto greco, nelle quali si possono individuare tre varietà dialettali principali: centrale (cui appartiene una grande iscrizione di Gortina del sec. V a. C., di notevole importanza non solo linguistica ma anche storica, in quanto contiene le leggi sul diritto privato della città), orientale e occidentale. Tali dialetti presentano le tipiche caratteristiche doriche. Tracce di un precedente strato eolico affiorano soprattutto nei dialetti centrali. Le iscrizioni, distribuite nell'arco di diversi secoli, ci offrono poi anche la possibilità di seguire l'evoluzione di questi dialetti che, ben caratterizzati nel periodo arcaico, vanno sempre più livellandosi e confondendosi in una specie di coiné dialettale cretese.

Religione

Da una documentazione esclusivamente archeologica, qual è quella cretese, è impossibile ricavare un quadro religioso definito. Circa i luoghi di culto, si può dire che mancano templi veri e propri, ma al loro posto si hanno due tipi di sacrari: una specie di cappelle inserite nelle caratteristiche “regge” cretesi, dove era concentrato il materiale liturgico, e certe grotte naturali rimaste come sedi di culto ancora in periodo greco. Nei luoghi di culto, oltre a vasellame vario, ricorre la presenza di tre oggetti tipici: le “corna di consacrazione” (così dette dall'archeologo A. J. Evans con riguardo a una loro funzione puramente ipotetica), la doppia ascia (o bipenne) e certe tavole di pietra che si credono destinate alle offerte. Le “corna di consacrazione” consistono in una specie di ara mobile, sul cui ripiano si levano ai lati due corna bovine stilizzate. La doppia ascia è uno dei simboli più importanti della cultura cretese, ma non se ne conosce il significato, come del resto nulla sappiamo della simbologia delle “corna di consacrazione”. Tali simboli, insieme con idoletti a forma di campana, raffiguranti esseri femminili con vari attributi, e figure, per lo più femminili, rappresentate in gemme, sigilli, ecc., sono quanto resta per documentare il mondo divino cretese. La frequenza di raffigurazioni femminili ha fatto supporre una religione accentrata sul culto di una “grande dea”, il cui modello era cercato nel Vicino Oriente, ma nulla ci dice che fosse sempre lo stesso personaggio divino a essere raffigurato. Per il periodo detto tardo minoico II (ca. 1600-1400 a. C.), ci sono documentati nella scrittura Lineare B nomi di divinità del pantheon greco classico: Zeus, Poseidone, Atena, Ermes, Dioniso, ecc. Si tratta dunque di una religione politeistica che non sappiamo, comunque, se possa risalire a una fase anteriore all'avvento di popolazioni di lingua greca. È certo invece che la situazione documentata dall'archeologia per questo periodo non comporta l'ipotesi di una rottura rispetto alle fasi più antiche.

Bibliografia

C. D. Buck, The Greek Dialects, Chicago, 1955; L. R. Palmer, Mycenaeans and Minoans: Aegean Prehistory in the Light of the Linear B Tablets, Londra, 1961; M. Doria, Avviamento allo studio del miceneo. Struttura, problemi e testi, Roma, 1965; M. Lejeune, Mémoires de philologie mycénienne, Roma, 1971-72; G. Devoto, A. Nocentini, La lingua omerica e il dialetto miceneo, Firenze, 1975; G. André, Tablette en linéaire A et B, Parigi, 1982.

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