elettrògeno

agg. [sec. XIX; elettro-+-geno]. Che produce elettricità: gruppo elettrogeno, apparecchio per la produzione di energia elettrica costituito da un motore primo di tipo termico e da un generatore elettrico a esso permanentemente accoppiato. I gruppi elettrogeni di maggior potenza sono generalmente costituiti da un motore Diesel che aziona una dinamo o un alternatore trifase e sono provvisti di dispositivi di regolazione aventi lo scopo di mantenere costanti la velocità di rotazione e la tensione generata al variare delle condizioni di carico. Ciò si ottiene regolando rispettivamente l'alimentazione del motore primo e l'eccitazione del generatore elettrico. Tali gruppi, ad avviamento automatico, vengono usati come generatori di emergenza negli ospedali, negli edifici pubblici, nelle centrali e sottostazioni elettriche quando venga a mancare l'alimentazione normale dalla rete. Vengono talvolta usati gruppi elettrogeni che utilizzano motori a turbogetto da elicottero, che abbiano compiuto un certo numero di ore di funzionamento e siano quindi stati sostituiti anche se ancora in ottime condizioni. Hanno il vantaggio di impiegare motori di basso costo, con ingombro modesto, che possono essere portati a regime in pochi secondi. A bordo degli aerei si usano spesso gruppi elettrogeni azionati da piccole turbine a gas, per potenze di alcune centinaia di kW. Gruppi elettrogeni di minor potenza azionati da motori Diesel o a scoppio, spesso montati su ruote, vengono usati dai pompieri per azionare fari ed elettropompe, in agricoltura per innumerevoli usi, nei cantieri civili cui non convenga portare l'energia elettrica dalla rete più vicina, per azionare trivelle durante prospezioni geologiche, ecc.

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