Lessico

sm. (in alcune loc. anche pl. f. fila con valore collettivo) [sec. XIII; latino filum].

1) Insieme di fibre tessili naturali, artificiali o sintetiche, avvolte a elica a formare un cilindro continuo di piccola sezione, usato per cucire, ricamare, ecc.: filo di cotone, di seta; gomitolo di filo; talora può indicare un piccolo pezzo del prodotto: hai un filo in bocca. Il termine viene usato impropriamente per indicare il filato: a differenza di questo, infatti, il filo non viene sottoposto a filatura. Per estensione, tessuto di cotone o di lino: fazzoletto, maglia di filo. Fig.: le fila di una congiura, i componenti e gli interessi che li legano: fare il filo a qualcuno, corteggiarlo; dar del filo da torcere, mettere in difficoltà; essere attaccato a un filo, in condizione di estrema precarietà.

2) Per estensione, ogni corpo di forma simile al filo per cucire: filo di ferro; un filo d'erba; i fili della ragnatela; i fili dei fagioli, i filamenti che ne racchiudono longitudinalmente il baccello; i fili o le fila del formaggio, i filamenti viscosi formati dal formaggio fresco o dal formaggio grattuggiato sulle vivande calde; filo spinato, filo di ferro generalmente doppio e avvolto a elica lungo il quale sono inseriti aculei metallici e usato per recinzioni, reticolati, sbarramenti, ecc.; filo elettrico, il filo del telefono, del telegrafo; filo a piombo, strumento di uso pratico, ma di scarsa precisione, atto a determinare e controllare la verticale passante per un punto; è costituito da una massa pesante terminante a punta, detta piombo, applicata all'estremità di un filo flessibile; il filo tenuto sospeso per l'altra estremità si dispone nella direzione della verticale. Viene generalmente usato dai muratori per individuare e controllare allineamenti verticali. In topografia è utilizzato per individuare sul terreno l'asse principale dello strumento (asse di rotazione dell'alidada) oppure per far coincidere l'asse principale dello strumento con il centro del contrassegno del punto di stazione. Per ottenere una maggiore precisione nel posizionamento dello strumento “in centro” è preferibile usare il piombino ottico. I fili dei burattini, le cordicelle che ne regolano i movimenti; il filo del traguardo, quello teso sulla linea del traguardo di una corsa sportiva, che il vincitore taglia per primo; fig.: vincere sul filo del traguardo, imporsi all'ultimo momento.

3) Con vari sensi fig.: A) Per indicare la linea centrale o direttiva di qualche cosa: il filo della schiena, la spina dorsale; il filo dell'acqua, il punto in cui la corrente è più rapida; il filo del vento, la direzione dalla quale spira il vento, detto specialmente nel linguaggio marinaro in luogo del più usato letto del vento: filo di ruota, la linea verticale che divide in due parti eguali e simmetriche la poppa della nave: vento in filo di ruota, navigare in filo di ruota, con vento che spira esattamente da poppa; in alpinismo, il filo della cresta, la linea seguita dal suo sviluppo. In particolare, in edilizia: a filo o fuori filo, l'allineamento o meno di due piani; filo facciata, muro, gronda, ecc., piano verticale od orizzontale coincidente rispettivamente con la facciata, il muro, la gronda, preso come riferimento per eventuali misure. B) Per indicare continuità: troncare il filo della vita, con riferimento mitologico all'azione delle Parche; perdere, ritrovare il filo del ragionamento; raccontare per filo e per segno, ordinatamente in tutti i particolari; trovare il filo della matassa, il bandolo. C) Per indicare quantità minima: nella stanza buia penetrava un filo di sole; un filo d'acqua, d'aria; parlare con un filo di voce; ci rimane un filo di speranza.

4) Parte sottile e acuminata di una lama, taglio: il filo del pugnale; il coltello ha perso il filo; in particolare, lame a due fili, se hanno il taglio da entrambi i lati; a un filo e mezzo, se uno dei lati è tagliente solo in punta; a filo e costa, se hanno un solo lato tagliente. Nelle armi bianche il filo è sempre simmetrico. Fig.: camminare sul filo del rasoio, trovarsi in condizione di pericolo continuo; passare a fil di spada, uccidere. Per estensione, spigolo: il filo del muro.

5) In marina, secondo alcuni il lato poppiero delle vele triangolari e ciascuno dei due lati verticali delle vele quadre, per i quali però è più corretto il termine caduta: in filo; bracciare in filo, avere le vele che fileggiano; orientare i pennoni in modo che le vele fileggino.

6) In zoologia, filo terminale, appendice più nota come paracerco.

7) In elettrologia, strumenti a filo caldo, strumenti di misura di grandezze elettriche basati sull'effetto termico prodotto dal passaggio di una corrente elettrica in un conduttore. Il principio di funzionamento consiste nel misurare l'allungamento del conduttore per risalire al valore della corrente che lo percorre. L'indicazione di tali strumenti è perciò proporzionale al “valore efficace” della grandezza misurata. Vengono utilizzati per la misura di grandezze elettriche sinusoidali a frequenza elevata o di grandezze elettriche con contenuto armonico.

8) Ant. e lett., fila: “due giorni di festa in fila” (Nievo).

Meccanica razionale

Per filo s'intende un sistema materiale perfettamente flessibile, rappresentato geometricamente da una linea; esso è inestensibile se l'arco di linea delimitato da due punti ha sempre la stessa lunghezza, qualunque ne sia la configurazione; una fune di sezione abbastanza piccola rispetto alla sua lunghezza costituisce praticamente un filo. La statica dei fili ne studia le condizioni di equilibrio, le quali vengono espresse nella forma più generale da un'equazione vettoriale indefinita detta equazione fondamentale della statica dei fili. In ogni punto di un filo in equilibrio sono applicate due tensioni uguali e contrarie che rappresentano le azioni dei due tratti di filo da una parte e dall'altra del punto considerato. Se un filo soggetto a sole forze applicate agli estremi è in equilibrio, le due forze sono opposte, la sua configurazione è rettilinea e la tensione è uguale in tutti i punti. Quando un filo soggetto a più forze F₁, F₂, ... F (sollecitazione discreta) è in equilibrio, allora la poligonale delle forze ha risultante nulla, la configurazione di equilibrio si ottiene con il poligono funicolare e le tensioni risultano costanti lungo i lati di tale poligono. La configurazione di equilibrio di un filo soggetto a un numero grandissimo di forze distribuite sulla sua lunghezza in modo che in ogni tratto Δs, comunque piccolo, ne cada almeno una (sollecitazione continua) si chiama linea o curva funicolare. La linea funicolare di un filo omogeneo pesante (cavo elettrico, telefonico, ecc.) è una catenaria in cui la tensione varia da punto a punto raggiungendo il massimo nei punti più alti e il minimo in quello più basso. I ponti sospesi si possono considerare fili soggetti a sollecitazione continua la cui linea funicolare è una parabola. Un filo di peso trascurabile teso su una superficie liscia si dispone secondo una geodetica della superficie e la tensione si trasmette inalterata da un estremo all'altro. La dinamica dei fili è regolata da un'equazione fondamentale che si ricava da quella della statica. Sono particolarmente importanti le piccole vibrazioni trasversali di un filo che obbediscono all'equazione delle corde vibranti di D'Alembert. § Equazione fondamentale della statica dei fili:

in cui s è l'ascissa curvilinea che identifica la posizione di ogni punto del filo, F è la forza attiva ripartita a cui è sottoposto il filo, Φ è la reazione vincolare ripartita, τ è la tensione del filo in ogni punto, diretta secondo la tangente alla configurazione del filo di cui t è il versore.

Tecnica: filo elettrico

Conduttore di piccola sezione, generalmente circolare, ottenuto per trafilatura e successiva calibratura. Può essere nudo o ricoperto di un sottile strato di smalto isolante (filo smaltato). I fili in rame vengono usati per bobine e avvolgimenti di apparecchi e macchine elettriche piccole e medie. Per la costruzione di resistori si usano fili di manganina, costantana o altre leghe che mantengono sensibilmente inalterata la loro resistenza elettrica al variare della temperatura; fili di nichelcromo o altre leghe resistenti alle alte temperature vengono usati nella costruzione di elementi riscaldanti. Nella costruzione delle bobine mobili di strumenti elettrici di misura si usano fili sottilissimi di argento o di platino (fili di Wallaston). Il termine filo è usato spesso impropriamente in luogo di cavo o cavetto (filo elettrico, filo della luce, filo del telegrafo, ecc.).

Tecnica: filo metallico

Manufatto ottenuto per trafilatura di un laminato che viene forzato a passare attraverso un dispositivo (filiera) di sezione più ridotta di quella primitiva. Per essere in grado di subire la riduzione di sezione, il materiale di partenza (in barre o in rotoli) è sottoposto a una prima pulitura che ha lo scopo di asportare lo strato di ossido formatosi durante il processo di laminazione a caldo. Si procede per questo al decapaggio in bagno acido, seguito da un lavaggio in acqua corrente per eliminare le tracce di acido rimasto. Per preservare il materiale dall'ossidazione lo si immerge in vasche contenenti latte di calce che, aderendo alla superficie, forma un fine deposito biancastro protettivo. I processi di trafilatura del filo possono essere a secco e a umido, differenziandosi tra loro solo per quanto riguarda la preparazione della vergella prima della trafilatura. Con il primo metodo la vergella, dopo decapaggio e trattamento antiossidante, viene trafilata usando appositi lubrificanti; si ottiene in tal modo un filo lucido. Nella trafilatura a umido invece, dopo accurata pulitura, viene immersa in una soluzione di solfato di rame o mista di solfato di rame e stagno. Questo secondo trattamento, più costoso, offre un prodotto più pulito e brillante. Per la vergella in acciaio a elevato tenore di carbonio (0,60÷1%) destinata a ricavare fili per funi, molle, ecc., il processo di trafilatura differisce solo per il trattamento termico. Per eliminare l'eccessivo incrudimento si ricorre al patentamento, ossia a un trattamento che consiste nel riscaldamento al di sopra del punto critico A, seguito da un raffreddamento rapido, di solito in bagno di piombo, fino a una temperatura di ca. 450 °C. Con tale trattamento si ottiene una struttura caratterizzata da elevata tenacità e alta resistenza.

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