gioachimita

agg. e sm. (pl. m. -i) [dal latino ecclesiastico Joachim, Gioachino]. Seguace di Gioachino da Fiore. Già numerosi attorno al 1200, i gioachimiti, due anni prima della morte del maestro, costituirono un forte movimento, che esercitò grande influenza sulle numerose correnti innovatrici presenti in quel momento nella Chiesa. Temi centrali erano l'avvento dello Spirito Santo, l'escatologia e l'apocalittica. I gioachimiti si divisero in due correnti: una aderente al pensiero di Gioachino da Fiore e volta all'interpretazione dei suoi scritti; l'altra attenta, invece, alla sua applicazione alle cose del tempo e a trovare a esse un rimedio secondo l'insegnamento del maestro. Questa si accentrò specialmente nel movimento degli spirituali francescani. Attraverso l'una o l'altra di queste forme il pensiero di Gioachino fu presente lungo tutto il corso dei sec. XIV e XV e divenne fermento al pensare e all'agire ovunque fosse avvertita la coscienza di una renovatio spiritualis della Chiesa. Illustre seguace del gioachimismo fu anche Dante, come è dimostrato dal Liber figurarum, pubblicato nel 1939 da L. Tondelli. La Chiesa ufficiale condannò la dottrina gioachimita nel Concilio Lateranense IV del 1215, ma l'ordine fondato da Gioachino resistette fino al sec. XVI, quando fu riassorbito dall'ordine cistercense, dal quale era uscito.

Trovi questo termine anche in:

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora