Lessico

agg. e sm. (f. -trice) [sec. XVI; da indicare].

1) Agg., che indica: frecce indicatrici; cartelli indicatori, quelli che danno indicazioni circa la strada da seguire, avvertimenti e prescrizioni relativi alla circolazione, ecc.

2) Sm., in economia, indicatore congiunturale, serie relativa all'andamento di un dato fenomeno economico che si giudica significativa della fase congiunturale da cui il sistema economico è interessato (numero degli occupati, indice dei prezzi, della produzione industriale, ecc.).

3) In sociologia, indicatore sociale, variante quantitativa assunta come misura di un fenomeno sociale di una data area. Gli indicatori sociali possono interessare il reddito, il tasso di scolarizzazione, il consumo di calorie pro capite, ecc.

4) In chimica, sostanza utilizzata nelle analisi per determinare il grado di acidità o il potenziale di ossido-riduzione delle soluzioni.

5) Nome generico di strumenti, dispositivi, ecc. In particolare: A) negli autoveicoli, indicatore direzionale, lampeggiatore. B) Nella tecnica, ogni strumento che fornisce il valore istantaneo di una grandezza (intensità di una corrente elettrica, livello di un liquido, velocità di un corpo, ecc.); attraverso il rilevamento di determinate grandezze è possibile stabilire anche le condizioni di esercizio dell'elemento utente (per esempio una caldaia, un veicolo, un circuito elettrico, ecc.). Ogni indicatore consta essenzialmente di un elemento sensibile alla grandezza da misurare e di un elemento che la visualizza, talvolta soltanto con un segnale ottico-acustico (spia), più di sovente fornendone anche il valore visualizzato mediante un indice o un numero. C) In marina, indicatore dell'angolo di barra, assiometro; in aeronautica, per gli indicatori di assetto, rotta, variazione di quota e velocità, quota, sbandamento, virata, vedi rispettivamente: orizzonte artificiale, radiobussola, girodirezionale, variometro, altimetro, radioaltimetro, sbandometro e virosbandometro; nei veicoli terrestri, indicatore di velocità, tachimetro.

6) In matematica, per la funzione aritmetica, indicatore di Eulero, vedi aritmetico.

Chimica

Gli indicatori sono composti che in soluzione assumono un colore diverso secondo il grado di acidità o di basicità della soluzione stessa, e cioè del suo pH. Così, la fenolftaleina è incolore in soluzione acida, neutra o appena debolmente alcalina, mentre è rossa nelle soluzioni nettamente alcaline a pH superiore a 9; il tornasole è rosso in soluzione acida, a pH inferiore a 7, blu in soluzione alcalina, a pH superiore a 7. Ogni indicatore ha quindi un suo pH di viraggio, ossia un intervallo di acidità nel quale esso muta di colore. Gli indicatori cosiddetti universali sono miscele di indicatori composte in modo tale da presentare un diverso colore per ogni valore del pH; mentre con un singolo indicatore la valutazione visiva del colore consente di stabilire soltanto se la soluzione abbia un grado di acidità o di basicità inferiore o superiore all'intervallo di pH di viraggio dell'indicatore stesso, gli indicatori universali consentono una valutazione almeno approssimativa del pH della soluzione, qualunque ne sia il valore. Gli indicatori sono sostanze a carattere di acido oppure di base che allo stato di ioni presentano un colore diverso da quello del composto non ionizzato. Così, un indicatore molto usato, il metilarancio, contiene un gruppo amminico terziario e la sua molecola può essere rappresentata con la formula generica RN(CH3)2; essa è di colore giallo, e cioè del colore che il metilarancio presenta nelle soluzioni neutre o debolmente acide, con un pH superiore a 4,4; aggiungendo gradualmente un acido in modo da abbassare il pH al disotto di tale valore, il gruppo amminico del metilarancio comincia a salificarsi, ossia esso si trasforma nel catione RN+H(CH3)2 che è invece di colore rosso; quando, in seguito a successive aggiunte di acido, il pH della soluzione è sceso al disotto di 3,2 la salificazione del gruppo amminico è praticamente completa e il colore della soluzione diventa quello rosso puro del metilarancio salificato. Analogamente, la fenolftaleina è un composto a carattere di acido debole: in soluzione debolmente acida o neutra essa è presente come acido libero, che è incolore, mentre in soluzione fortemente alcalina si salifica, ossia si trasforma nel corrispondente anione, che è di colore intensamente rosso. Oltre al metilarancio e alla fenolftaleina, indicatori molto usati sono il rosso Congo, di colore rosso a pH superiore a 3 e di colore blu in soluzione fortemente acida, il rosso metile, di colore rosso a pH inferiore a 4,2 e di colore giallo a pH superiore a 6,2, la timolftaleina, incolore a pH inferiore a 9,4 e blu a pH superiore a 10,6, e altri ancora. A causa del fenomeno dell'idrolisi, le soluzioni dei sali possono presentare un pH diverso da quello di 7 della neutralità: per esempio le soluzioni di acetato di sodio, ossia di un sale che deriva da una base fortissima quale l'idrossido di sodio e da un acido debole quale l'acido acetico, presentano reazione alcalina; nelle titolazioni della chimica analitica, nelle quali per esempio si determina la quantità di acido acetico contenuta in una soluzione aggiungendo a gocce una soluzione di concentrazione nota di idrossido di sodio fino al viraggio di un adatto indicatore aggiunto alla soluzione, l'indicatore deve essere scelto in modo che esso viri al pH che la soluzione assume quando alla soluzione di acido acetico si è aggiunta una quantità di idrossido di sodio tale da neutralizzare stechiometricamente l'acido acetico contenutovi. Quando ciò si verifica, il pH della soluzione ha un valore compreso tra 8,5 e 9, per cui un indicatore molto adatto per cogliere il punto di equivalenza è la fenolftaleina, che vira appunto in tale intervallo di pH; usando invece come indicatore il metilarancio, il quale vira a pH molto più basso, il viraggio dell'indicatore si verificherebbe molto prima di aver aggiunto alla soluzione di acido acetico la quantità di idrossido di sodio richiesta per neutralizzare stechiometricamente l'acido acetico. Gli indicatori descritti si dicono indicatori acido-base e vengono largamente usati in chimica analitica e in genere per valutare approssimativamente l'acidità delle soluzioni. Con il nome di indicatori redox si indicano gli indicatori che assumono un colore o l'altro secondo il valore del potenziale di ossido-riduzione della soluzione alla quale vengono aggiunti, e cioè secondo il suo potere ossidante o riducente. In pratica gli indicatori di un tipo e dell'altro vengono utilizzati sotto forma di soluzione concentrata della quale si aggiungono alcune gocce alla soluzione in esame, oppure sotto forma di cartine di carta bibula impregnate di una soluzione dell'indicatore e poi essiccate, sulle quali si depone una goccia della soluzione in esame; quando le cartine indicatrici vengono utilizzate per valutare la reazione acida o basica di un gas o di un vapore, esse devono essere preventivamente inumidite.

Ecologia

Indicatore ecologico, fattore biologico, di facile individuazione e misurazione, in stretta relazione con un certo stato di condizioni ambientali del quale, quindi, consente la valutazione. Sono tali, per esempio, alcuni organismi capaci di accumulare selettivamente composti o elementi chimici, presenti in un dato ambiente; la misura percentuale di questi rivela le reali condizioni di quell'ambiente. Così, certe associazioni di piante erbacee e certi popolamenti di acari del suolo servono per determinare il tipo di coltura adatto a un terreno e la produttività potenziale di questo. Gli indicatori ecologici vengono utilizzati anche per determinare i livelli di inquinamento o gli stress ambientali: nel caso degli ambienti acquatici si ricorre allo studio delle biocenosi degli organismi costituenti il benthos; si è accertato, per esempio, che non è tanto la presenza o l'assenza di una certa specie a fornire gli elementi per un giudizio di qualità ambientale, quanto il significato che assume l'intero popolamento biologico (o parte di esso). Analogamente a quanto si è detto, si parla di indicatori paleoecologici quando si prende in considerazione la ricostruzione di un sistema ecologico esistito nel passato. Naturalmente in questo caso gli indicatori saranno rappresentati fondamentalmente da organismi fossili, icniti e strutture sedimentarie, e le indicazioni paleoecologiche scaturiranno sia da una analisi qualitativa degli indicatori che da una loro analisi quantitativa.

Sociologia

Indicatore sociale, dato di base della ricerca sociale che rappresenta in forma sintetica un evento o una teoria che in tal modo diventano analizzabili in modo semplificato. Un indicatore sociale si ottiene attraverso un complesso processo che coniuga la misurazione statistica e l'astrazione teorica. In sintesi, si passa dagli eventi sociali, dalle norme, dai valori, attraverso la loro classificazione, alla costruzione di un dato statistico di base. Connettendo matematicamente più dati tra loro, si arriva all'elaborazione degli indicatori sociali. Caratteristiche di un indicatore sociale devono essere: la validità e l'attendibilità, in accordo con i canoni metodologici prescelti; la generalizzabilità nel tempo e nello spazio; la confrontabilità con altri strumenti, vale a dire la possibilità di un controllo incrociato. Esistono due tipi di indicatorisociali: gli indicatori “individuali”, derivati da uno specifico disegno di ricerca, e gli indicatori “ecologici”, raccolti e prodotti in modo istituzionale, in genere su base territoriale.

Tecnica: indicatori analogici e indicatori digitali

Si distinguono generalmente gli indicatori di tipo analogico, nei quali l'indicazione viene fornita da un indice che si muove lungo una scala opportunamentegraduata, dagli indicatori digitali, nei quali il valore della grandezza viene fornito in forma numerica su un quadro o un numeratore. Gli strumenti indicatori analogici si differenziano tra loro per il modo diverso in cui viene trasmesso all'indice il moto di rotazione. Negli strumenti meccanici il rilevamento dell'entità della grandezza in esame e il movimento conseguente a un suo cambiamento vengono trasmessi all'indice per mezzo di leve e rinvii a cremagliera o a ingranaggi. Negli strumenti indicatori elettrici ed elettronici l'indice è solidale a un equipaggio mobile costituito per esempio da una bobina percorsa da corrente, da un'ancora in materiale ferromagnetico, ecc. Questi strumenti possono misurare anche grandezze non elettriche mediante opportuni trasduttori che forniscono un segnale elettrico dipendente dal valore della grandezza da misurare: di questo tipo è per esempio l'indicatore di livello del carburante in molti autoveicoli. Negli strumenti indicatori pneumatici l'indice viene fatto ruotare dall'espansione di organi soggetti a variazioni di pressione. Negli strumenti indicatori digitali si usano di solito, per rappresentare visivamente il risultato numerico della misura, o più in generale di un conteggio o di un'elaborazione di dati eseguita da un circuito elettronico digitale, dei componenti elettronici, detti indicatori numerici, di vario tipo, che si distinguono in relazione a caratteristiche quali le dimensioni ottenibili, la brillanza delle cifre, il consumo di potenza, la vita media. Gli indicatori numerici a gas sono costituiti da una serie di dieci catodi metallici, sagomati come le cifre decimali e disposti in un involucro contenente neon, l'uno davanti all'altro e circondati da un anodo. Applicando tensione a uno dei catodi, la scarica luminescente si localizza vicino a questo facendo apparire la cifra corrispondente. Pur avendo buone caratteristiche generali, gli indicatori numerici a gas tendono a essere abbandonati per la vita limitata (tipicamente 5000 ore) e l'ingombro relativamente alto. Gli indicatori numerici a segmenti utilizzano una serie di diodi emettitori di luce (LED) disposti secondo i lati di un otto stilizzato. I sette segmenti di questa figura permettono, con l'appropriata regola di accensione, di formare tutte le cifre decimali; generalmente si usa per il comando un circuito integrato che provvede alla codifica di accensione. Gli indicatori numerici a LED hanno dimensioni (3-8 mm) e ingombri piccoli, nonché moderati consumi di potenza (ca. 100 mW). Consumi molto più bassi sono invece necessari per le applicazioni negli orologi numerici da polso, dove si utilizzano indicatori numerici a cristalli liquidi, generalmente a sette segmenti, i quali risultano ben visibili anche in condizioni di modesto illuminamento ambientale. Il progresso tecnologico ha permesso di realizzare matrici di cristalli liquidi e di LED che vengono impiegate in alternativa ai tubi a raggi catodici in schermi piatti di elaboratori portatili. Gli schermi a cristalli liquidi, o display, possono essere anche a colori con risoluzione che tipicamente può essere di 640×480 celle elementari di immagine o pixels.

Tecnica: indicatore ottico

Nelle telecomunicazioni, indicatore ottico, apparato che, su comando a distanza (da parte di un operatore o automatico), provoca una telesegnalazione. Nella maggioranza dei casi si invia l'informazione desiderata tramite un segnale opportunamente codificato che provoca una segnalazione ottica per mezzo di un visore. Di questo tipo sono per esempio gli indicatori a cartellino diffusi in locali pubblici (ristoranti, alberghi, ecc.). Altro tipo più moderno di telesegnalazione ottica viene realizzato mediante gli indicatori a libretto, nei quali la superficie su cui viene impressa l'informazione è composta per metà da un lato che si ribalta verso il basso come la pagina di un libro mentre la metà superiore resta ancorata a un arpionismo. Su un indicatore a libretto possono venire così trasmesse tante informazioni quante sono le doppie “pagine” di cui esso è composto e la cui esposizione viene telecomandata per rotazione di un perno cui sono assicurati i vari elementi di segnalazione. Indicatori di questo tipo sono usati spesso nelle telesegnalazioni rivolte al pubblico delle stazioni ferroviarie, aeroporti, ecc.

Tecnica: indicatore d'ora

In orologeria,indicatore d'ora, in generale, complesso delle ruote, situate sotto il quadrante, che trasmettono il moto dal meccanismo dell'orologio vero e proprio (movimento) alle sfere. In particolare, denominazione dei cosiddetti orologi ripetitori (sistemati, per esempio, nei locali di un'azienda o nelle strade di una città), costituiti da un quadrante e da due sfere azionate da un dispositivo elettromeccanico collegato con un orologio pilota: attraverso una rete di conduttori, questo trasmette ogni 60 secondi un impulso elettrico che fa scattare un relé del dispositivo provocando l'avanzamento delle sfere.

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